Buongiorno. Da lunedì 1° marzo Lombardia, Piemonte e Marche diventano arancioni, Basilicata e Molise (su sua stessa richiesta) rosse. È l’esito del monitoraggio settimanale delle autorità sanitarie, e anche la presa d’atto che l’aumento della circolazione del virus, dovuto alle varianti, è aiutato da un allentamento eccessivo del distanziamento sociale.
— Ieri i nuovi contagi sono stati 20.499, dopo i 19.886 di giovedì. Tra lunedì e venerdì c’è stato un +35% di casi rispetto agli stessi giorni della settimana scorsa. In calo le vittime, 253 contro 308: ma il ritmo e il totale dei decessi — 97.227 — significano che tra una decina di giorni supereremo la soglia dei 100 mila morti.
L'indice L'Rt nazionale sfiora ancora l'1, restando come la scorsa settimana a 0,99, ma, spiega Massimo Antonelli del Comitato tecnico scientifico, "diverse regioni hanno superato l’unità e questo significa che l’epidemia continua a correre".
Preoccupa in particolare la Lombardia, nonostante un Rt a 0,82: i focolai e i nuovi casi — ieri 4.557, di cui 457 a Milano — la fanno classificare tra le regioni a rischio.
L’età mediana dei contagiati è diminuita a 44 anni, e la buona notizia è che diminuiscono i casi tra gli ultraottantenni: "Potrebbe essere un primo effetto delle vaccinazioni", dice il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza.
— L’appello dell’Istituto superiore di sanità dà l’idea della situazione: "È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e rimanere a casa il più possibile".
L’allarme rischia di tornare a coinvolgere le scuole: "Il tasso di incidenza sta crescendo in età scolastica. Abbiamo una diminuzione dell’età media dei casi. Cominciamo a vedere anche focolai nelle scuole", ha detto Rezza, che avverte che la chiusura è una ipotesi "dolorosa ma da considerare. La didattica in presenza è una priorità da tutelare se la situazione epidemiologica lo consente. Dobbiamo essere pragmatici". In Campania, il governatore De Luca si porta avanti e annuncia la chiusura di tutti gli istituti da lunedì "per completare la vaccinazione del personale".
— Rispetto a questo clima plumbeo, però, la bozza del nuovo Dpcm (Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, il primo di Draghi), che regolerà spostamenti e attività dal 6 marzo al 6 aprile, contiene un’importante ipotesi di riapertura: quella di cinema, teatri e sale da concerto, dal 27 marzo, a precise condizioni (zona gialla, accessi limitati, mascherina chirurgica e non oltre le 22). Confermata, invece, la Pasqua blindata.
— Quanto ai vaccini, c’è una certa accelerazione sulla somministrazione di una dose unica, con il richiamo da rimandare in modo da immunizzare (almeno in parte) più persone possibili. Di certo si farà per chi ha avuto il virus ed è guarito. E il prossimo vaccino in arrivo — Janssen della Johnson & Johnson, che oggi avrà il via libera in America — prevede la monodose di per sé. Per AstraZeneca il richiamo è previsto dopo tre mesi, ma già si tende ad andare oltre. Per Pfizer e Moderna il richiamo va fatto dopo tre settimane. Rezza, a nome del ministero, resta cauto — "Se ci sono, meglio vaccinare con due dosi, tenendo però anche conto delle differenti opzioni sul tavolo" — mentre Guido Bertolaso, che coordina le vaccinazioni in Lombardia, spinge per la dose unica.
— Intanto il presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di cambiare il vertice della Protezione civile: via Angelo Borrelli — l'uomo delle conferenze stampa quotidiane durante il primo lockdown — e al suo posto Fabrizio Curcio. "È il primo passo di una ristrutturazione delle varie strutture che si occupano dell’epidemia", scrive Fiorenza Sarzanini.
— Ci vorranno tre mesi, invece, per il "pass sanitario" riconosciuto a livello europeo, con un database comune per la registrazione delle vaccinazioni e un codice QR personalizzato. Non è un vero "passaporto sanitario" ma dovrebbe consentire una ripresa dei viaggi in vista dell’estate. Meno per i giovani però, ultimi a vaccinarsi.
Poi, la pagina politica.
Movimento 5 Stelle e Partito democratico non riescono a smaltire i postumi della fine del governo Conte. I grillini scoprono ogni giorno un pezzo di realpolitik che va a spegnere le ultime illusioni di democrazia diretta: a decidere sono i capi nella villa al mare di Beppe Grillo — che poi disdice il vertice perché non è rimasto segreto — e la base è sempre più smarrita. Si aspetta l’ex premier — che ieri ha tenuto una lectio magistralis a Firenze — per salvare la barca (e lui, spiega Antonio Polito nell’editoriale, in effetti non vede l’ora di tornare come tutti gli ex premier di questo Paese). Quanto al Pd, Zingaretti paga l’errore di essersi avvitato a Conte fino all’ultimo, e di aver dato così l’impressione di subire Draghi, anziché considerarlo la straordinaria occasione che è. Il segretario è dunque assediato da sindaci e correnti che gli chiedono «gestione collegiale» — un classico del Pd per mettere sotto tutela i leader — ma prova a tirar dritto preparando la prima giunta giallorossa, che imbarcherebbe i grillini alla guida del Lazio.
Il risultato di queste convulsioni è che — rivela il nuovo sondaggio Ipsos (lo trovate sul sito) — 5 Stelle e Pd sono in calo, rispettivamente al 15,4 e al 19%.
Significa che Fratelli d’Italia — salito al 17,2% con una crescita del 2,2 — è ora il terzo partito italiano, scavalcando i grillini e minacciando il secondo posto dei dem. La Lega resta al primo col 23%. Per Giorgia Meloni, l’unità nazionale si conferma dunque una manna: i voti crescono senza fare niente — "rendita di (op)posizione", la chiama Nando Pagnoncelli — lasciando a un governo complicato il peso delle scelte complicate in un periodo complicato.
Un documento importante.
— Zakia Seddiki, la moglie dell’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso lunedì nella Repubblica Democratica del Congo insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo — ha rilasciato a Maurizio Caprara un'intervista di eccezionale rilievo, che sarà letta molto attentamente da chi (la Procura di Roma) indaga sull’assassinio dei nostri connazionali. La vedova del diplomatico accusa infatti il Programma alimentare mondiale — l’agenzia Onu che aveva invitato Attanasio a visitare una scuola — di non aver provveduto alle misure di sicurezza nonostante avesse dato piene garanzie in proposito all’ambasciatore.
L’intervista chiarisce anche un delicato aspetto personale e lo fa nel modo giusto, perché convertirsi all’Islam sarebbe stato un pieno diritto di Attanasio, come di chiunque. Semplicemente: non l’ha fatto.
Domanda Caprara: "La Costituzione italiana, all’articolo 19, riconosce che tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede. Eppure c’è chi considera ragione di discussione se suo marito si fosse convertito all’Islam oppure no".
Risponde Seddiki: "Tra di noi dopo che ci siamo conosciuti è andata così: ognuno ha la sua religione, ha la sua identità e l’amore era più forte. Ognuno ha mantenuto la sua identità con rispetto dell’altro. Non è che sia complicato. Non capiamo perché certa gente approfitti di momenti così brutti per inventarsi le cose".
Altre notizie:
— "Mohammed bin Salman approvò l’operazione condotta a Istanbul, in Turchia, il 2 ottobre 2018, al fine di catturare o uccidere Jamal Khashoggi". È la conclusione del documento con cui la Cia accusa il principe ereditario saudita di essere di fatto il mandante del massacro del giornalista — il suo corpo fu smembrato — che lo criticava dalle colonne del Washington Post. L’amministrazione Biden ha scelto però di non applicare sanzioni personali al principe, spiega la Cnn, "per non mettere a repentaglio gli interessi militari Usa in Arabia Saudita".
Il regno resta infatti un alleato essenziale anche in funzione anti Iran. E per dimostrare che non intende essere cedevole con Teheran, il presidente ha ordinato la sua prima azione militare, uccidendo 22 miliziani iracheni filo-iraniani da una cui base era partito un attacco a quella americana di Erbil (sulle due vicende, le analisi di Giuseppe Sarcina, Roberto Saviano e Viviana Mazza).
— È morto in carcere, a 81 anni, Peter Gotti, "l’ultimo padrino", erede della famiglia che guidò la mafia di New York negli anni ‘80 (sul sito trovate i commenti di Saviano e Massimo Gaggi).
— Più bella la storia di Edmonda Marisa Cavanna, professoressa liceale di Lettere in pensione, discendente dei Dogi di Genova, morta a dicembre a 96 anni, che ha lasciato un’eredità di 25 milioni al capoluogo ligure, ai suoi ospedali, agli enti di misericordia, a Ong e istituti di ricerca. Cavanna, racconta Alessandro Fulloni, "ha però impartito tassative disposizioni: il lascito “non è per la normale amministrazione” ma per “la ricerca e l’acquisto di apparecchiature”".
— Consigli di lettura per il weekend da 7, il nostro magazine:
il ritratto del dissidente russo Aleksej Navalny, a cura di Chiara Mariani;
l'analisi di Paolo Valentino sui rapporti tra Unione Europea e Russia;
l'intervista allo scrittore inglese Jonathan Coe, che racconta a Edoardo Vigna il suo ultimo libro Io e Mr. Wilder, sulla fine del successo;
la posta del cuore di Massimo Gramellini.
Da Pianeta 2021, l'intervista all'architetto e designer Michele De Lucchi di Micol Sarfatti ("Le città scandinave sono incredibili, ma noi italiani possiamo migliorarle").
Sulle pagine di Cultura, quella allo scrittore Giovanni Mariotti, 85 anni, firmata da Paolo Di Stefano ("Scrivo cose brevi, un romanzo rischierebbe di rimanere incompiuto").
— La ricetta di Cook (molto semplice, si fa in mezz’ora): orata al forno con patate e pomodorini, spiegata da Martina Barbero.
— La CineBussola di Paolo Baldini, con i film da guardare in streaming.
— Il meteo: sarà un sabato di primavera, con 20 gradi (e oltre) in quasi tutta Italia. Da domani, invece, arriva una rinfrescata dai Balcani.
Sotto, gli approfondimenti. Tra cui, solo per Prima Ora (grazie mille), l’analisi della demografa Letizia Mencarini che rovescia un vecchio cliché e spiega che più le donne lavorano, più fanno figli.
Buona lettura, e buon weekend!
Siamo la redazione Digital del Corriere della Sera: se vi va scriveteci a gmercuri@rcs.it, langelini@rcs.it, ed etebano@rcs.it. Questa newsletter è stata chiusa alle 2,40.
(Nella foto di Antonio Calanni per Ap, una donna davanti a una vetrina di via Montenapoleaone, a Milano)

Nessun commento:
Posta un commento