Il 7 maggio la prossima udienza. Gli interventi
delle parti. L’attesa della famiglia della vittima.- Le proteste di innocenza
degli imputati
L'udienza c'è
stata in un'aula dell'Università di Cassino, una location che presenta agli
Avvocati alcuni inconvenienti fra problemi e disagi, ne citiamo alcuni: cattivo
audio, scarsità di microfoni, difficoltà di potere interloquire con
immediatezza e per presentare opposizioni; assenza di banchi per permettere
agli Avvocati di sistemare i propri incartamenti e fascicoli; difficoltà di
potersi consultare fra di loro, con noi Consulenti e con gli imputati;
possibilità di sedersi solo su sedie tipo platea e limitazione negli
spostamenti.
Di fatto non
esistono la sacralità del processo e la forma (che poi è sostanza) della parità
fra Accusa e Difesa: difatti, il Pubblico ministero ha per sé (giustamente) una
grande scrivania dove ha disposto le proprie “armi” (fascicoli, documenti e
testi da consultare) ed ha un microfono tutto per sé che gli permette di
intervenire nell'immediatezza, mentre (e purtroppo) le Difese degli imputati e
della parti civili sono sistemati su sedie fisse a platea e con microfoni
posizionati al centro o ai lati della sala, che possono raggiungere solo dopo
qualche secondo avere maturata la decisione di intervenire.
Auguriamoci che
l'organizzazione logistica e strumentale del processo sanerà questi
inconvenienti.
La Corte d'Assise
ha confermato la legittimità della costituzione di parte civile del Comune di
Arce, dell'Arma dei Carabinieri e dei fratelli di Guglielmo Mollicone, Antonio
e Armida.
La prossima
udienza è prevista per il 7 maggio dove il Pubblico ministero risponderà ad
alcune eccezioni sollevate dalla Difesa dei Mottola (Avvocati Francesco
Germani, Piergiorgio Di Giuseppe e Mauro Marsella), dalla Difesa di Francesco
Suprano (Avvocati Cinzia Mancini ed Emiliano Germani) e dalla Difesa di
Vincenzo Quatrale (Avvocati Francesco Candido e Paolo D'Arpino), per poi
stabilire la lista dei testimoni e la calendarizzazione delle udienze (grosso
modo ogni venerdì).
LA DIFESA DEI
MOTTOLA ha avanzato l'eccezione preliminare sulla formazione del fascicolo
dibattimentale chiedendo in modo specifico l'esclusione dal fascicolo
dibattimentale la relazione della consulenza tecnica a firma della Prof.ssa
Cristina Cattaneo e di altri del Labanof (Laboratorio Analisi Forensi) perché
non si tratta di accertamenti tecnici irripetibili, ma di una consulenza
acquisibile solo durante il dibattimento e nel contraddittorio delle parti,
cioè, solo dopo l'escussione in aula della/e persona/e che l'ha/hanno redatta.
Quindi è probabile che in aula ci sarà un confronto sull'annosa questione della
porta fra alcuni esperti del Labanoff e i consulenti della Difesa dei Mottola,
il Prof. Carmelo Lavorino, il Prof. Luigi Barbato, il dr. Antonio Della Valle,
l'Ing. Cosmo Di Mille e l'Esperto informatico Gaetano Bonaventura.
LA DIFESA DI
VINCENZO Quatrale ha presentato due eccezioni preliminari: 1) nullità del capo
d'imputazione per contraddittorietà e illogicità del fatto descritto nel capo
d'imputazione di cui alla lettera B), manifestatamente qualificato erroneamente
nei termini di reato di cui all'art. 575 c.p. (omicidio); 2) nullità del campo
d'imputazione per contraddittorietà e indeterminatezza del fatto descritto nel
capo d'imputazione di cui alla lettera c).
LA DIFESA DI
FRANCESCO SUPRANO ha chiesto che venga emessa una sentenza di non doversi
procedere contro Suprano, ai sensi dell’art. 529 c.p.p., perché (A) nel 2015 lo
stesso Pm aveva chiesto l'archiviazione della posizione di Suprano,
archiviazione che era stata disposta dal Giudice dell'udienza preliminare, (B)
archiviazione definitiva significa improcedibilità assoluta per il principio
del “NE BIS IN IDEM” (NdA: Il Principio del Ne Bis In Idem (o anche Principio
del Divieto del Doppio Giudizio) pone il divieto di essere di nuovo giudicato a
chi è già stato assolto o condannato in un precedente giudizio (Divieto del
Doppio Giudizio). È un divieto che si estende anche alla fase di indagine. “Ne
bis in idem” è una locuzione latina che tradotta alla lettera significa “non
due volte per la stessa cosa”, è un brocardo che esprime un principio del
diritto in forza del quale un giudice non si può esprimere due volte sulla
stessa azione, se si è formata la cosa giudicata).
TENTATIVO DI COLPO
BASSO CONTRO I CONSULENTI DELLA DIFESA
Con nostro
rammarico il Pubblico ministero ha chiesto alla Corte di non fare assistere al
processo noi Consulenti della Difesa perché il processo è a porte chiuse
(!!!???): una richiesta che a nostro avviso rappresenta una caduta di stile e
di classe a noi incomprensibile, perché noi Consulenti siamo indispensabili col
nostro apporto al “GIUSTO PROCESSO”, alla “DIFESA DINAMICA” ed alla “RICERCA
DELLA VERITÀ PER FINI DI GIUSTIZIA” e pretendiamo che la più ALTA AUTORITÀ
INVESTIGATIVA che, peraltro, rappresenta anche noi, non ci veda come nemici.
Del resto i Consulenti del Pubblico ministero sono presenti in aula: come mai
questi due pesi e due misure?
Ovviamente gli
Avvocati delle Difese si sono opposti alla richiesta del Pm e la Corte ha
ordinato che noi Consulenti si possa assistere sempre e comunque al
dibattimento in quanto nostro diritto-dovere.
Fonte: a cura del
POOL DI DIFESA DELLA FAMIGLIA MOTTOLA - www.cescrin.it
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