I processi di
Cronache. Ferdinando Terlizzi ricostruisce i retroscena del delitto e dei
processi contro Antonio Amato.
L’uomo nel 1962 a Cellole (allora frazione di Sessa Aurunca), uccise la
moglie e fu condannato ad anni 12 di
reclusione col vizio parziale di mente. L’uxoricida sospettava che la moglie
avesse una relazione intima con tale Attilio
Compasso possidente locale… nma non era verto. Una triste vicenda delle
nostre borgate con 4 figli in tenera
età. Antonio Amato di anni 31, nativo di San Valentino Torio ( Salerno) e
residente in Cellole in località
‘Cagno’, contadino, analfabeta, coniugato con 4 figli minori a carico, fu accusato di omicidio volontario in danno
della propria moglie Raffaela Strianese,
29 anni, incinta al nono mese. Nel sopralluogo prontamente effettuato dai
carabinieri con il Pretore di Sessa
Aurunca, Dr. Paolo Gramegna, fu
fatta una visita esterna al cadavere da parte del Dottor Matteo Passaretta, perito d’ufficio e si accertò che l’assassino si
era dato alla macchia. Nel processo affiorò la follia. La perizia psichiatrica
negata e poi concessa. Il verdetto di primo grado e la riduzione in appello a
12 anni. Il ricorso per Cassazione con la conferma definitiva. Tre anni di
manicomio a pena espiata e tre anni di sorveglianza speciale appena il libertà.
L’imputato fu difeso dall’avvocato Giuseppe
Irace. Tutti i particolari nella 13° puntata, lunedì 24 gennaio in “Cronache di Caserta”.
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