LA GUERRA IN ISRAELE
( DAL NOSTRO INVIATO VIRTUALE)
Israele
Cane «Israele è l’unico Stato al mondo fondato sull’emergenza permanente. Ogni giorno sente di giocarsi la vita. Donde il motto di Moshe Dayan: “Dobbiamo essere percepiti dal nemico come un cane pazzo, troppo pericoloso per essere disturbato”» [Lucio Caracciolo, Rep].
Bilancio Il bilancio delle vittime israeliane è di 1.207 morti, in gran parte civili, solo 157 sono soldati. Nella Striscia i civili morti sono 850 civili. Tra loro 143 bambini e 105 donne.
In soli tre giorni Israele ha contato il triplo delle vittime che ha subìto negli ultimi venti anni.
Bambini Sabato a Kfar Aza, kibbutz a una manciata di chilometri dalla Striscia di Gaza, 250 israeliani sono stati uccisi, massacrati nelle loro case, tra loro 40 bambini e neonati alcuni decapitati da una settantina di miliziani di Hamas. «Molti erano in camera da letto. Uccisi con fucili, granate, coltelli e una crudeltà orrenda: un assalto in cui è stato usato anche il fuoco, per far uscire tutti, attenderli e ucciderli. Date alle fiamme anche le loro auto, nessuno doveva salvarsi» [Troili, Mess].
Progrom Bambini a Kfar Aza, ragazzi al rave, famiglie a Be’eri. La caccia ai civili israeliani lanciata da Hamas ripropone i metodi della caccia all’ebreo dei progrom dell’Ottocento e della Seconda Guerra Mondiale: «E quasi sempre, tanto i pogrom come le stragi naziste, avvenivano durante i giorni di preghiera — proprio come era sabato scorso — nella convinzione di andare a colpo sicuro, con più ebrei da uccidere» [Maurizio Molinari, Rep].
Massacri «I massacri nei kibbutz e al rave, gli orrori compiuti dai mujaheddin “superano” almeno per ora il dramma ostaggi. Israele vuole salvare le loro vite ma l’intensità dei raid sulla Striscia è la dimostrazione che le autorità hanno messo in conto che possano essere coinvolti anche i prigionieri. Anche perché i loro carcerieri non hanno remore a uccidere ancora. E le testimonianze, confermate dai video sui social, hanno rivelato la loro ferocia» [Olimpio, Sta].
Italiani Ieri Tajani ha detto che nella striscia di Gaza ci sarebbero 10 italiani. Non si è capito se sono ostaggi o residenti. Di certo non si sa ancora che fine hanno fatto Lilach Lea Havron e Eviatar Moshe Kipn, i due coniugi italo-israeliani, con doppio passaporto, spariti dal kibbutz di Be’eri. Tajani fa sapere che in Israele ci sarebbero circa 18-19 mila italiani. Di questi 400 sono stati rimpatriati ieri. Nei prossimi giorni ne torneranno altri 500. In tutt’Italia nei luoghi sensibili è stata rafforzata la sicurezza. Ieri Meloni è andata in visita alla Sinagoga di Roma per rassicurare la comunità ebraica.
Assalto L’assalto via terra sembra essere ancora in programma. «Se le truppe israeliane entreranno a Gaza per combattervi una battaglia vicolo per vicolo, rovina per rovina, sarà un massacro di civili (e di ostaggi), stremati dall’assedio. In caso di sconfitta, Israele ne sarebbe sconvolto. In caso di vittoria, i casi sono due: o restarci e governare altri due milioni di palestinesi oppure cacciarli — ma dove? Sarebbe vittoria? Se le truppe israeliane non entreranno a Gaza, sfuggiranno alla trappola di Hamas. Ma dimostreranno alla propria opinione pubblica, sconvolta ed esasperata, che il “cane pazzo” non morde più. Nessuno potrà sentirsi sicuro. Prima o poi il negoziato con Hamas, ovvero la sua legittimazione, diverrà inevitabile. C’è una terza via? Al governo di unità nazionale, soprattutto ai suoi capi militari, di inventarne una. Oppure di stabilire quale dei due rischi è meno grave. E andare fino in fondo» [Lucio Caracciolo, Sta].
Assedio In Israele e sulla striscia di Gaza le sirene hanno iniziato a suonare poco dopo le 9 del mattino di ieri. Prima a Ein Hashlosha, poi a Kissufim, Be’er Sheva, Tel Aviv ma l’obiettivo principale di Hamas era Ashkelon, a 40 chilometri a nord della Striscia di Gaza [Guasco, Mess]. Gaza è completamente circondata. Israele ha chiuso i rifornimenti di acqua, gas ed elettricità. Ha anche bombardato la strada del valico di Rafah che conduce verso l’Egitto, di fatto chiudendo l’unica via per i civili che vorrebbero cercare scampo all’assedio.
Vietato «L’assedio totale di Israele alla Striscia di Gaza è vietato dal diritto internazionale» (il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk).
Egitto L’Egitto sta tentando di mantenere l’equilibrio tra Hamas e Israele. Al-Sisi vorrebbe un cessate il fuoco per evitare che i due milioni di gazawi si riversino nel suo Paese per salvarsi la pelle. Prima della chiusura del valico Il Cairo era riuscito a far passare 2 tonnellate di forniture mediche dalla Mezzaluna Rossa, consegne di cibo e carburante [Francesca Mannocchi, Sta].
Coordinamento Procedimento tra Gaza e l’Egitto, che di fatto ha sostituito il visto da quando Hamas ha preso il controllo dell’area nel 2007. Ci si può iscrivere al coordinamento solo per ragioni umanitarie. Possono passare solo quelli che hanno il passaporto di un altro Paese, uomini d’affari o studenti, o coloro che hanno malattie gravi e devono lasciare il territorio per cercare cure. Infine ci sono compagnie di viaggio che offrono questo servizio per tariffe molto alte [Sami Al-Ajrami, Rep].
Aiuti Nella Striscia 7 persone su 10 dipendono dagli aiuti umanitari [Francesca Albanese, Special Rapporteur per i Territori palestinesi occupati dal ’67 a Cosimo Caridi, Fatto].
Sorpresa «Voglio essere chiaro: c’è solo un aggressore in questa guerra, ed è Hamas. Molte persone in Israele e nel mondo intero, compreso chi vi scrive, considerano Benjamin Netanyahu un autoritario di estrema destra, un ammiratore di Donald Trump che governa insieme ad anti-palestinesi apertamente razzisti. Ma non è questo il punto. È indubbio che le sue politiche abbiano inasprito la rabbia e il risentimento dei due milioni di persone stipate nella Striscia di Gaza. Ma è stata Hamas a lanciare questo attacco a sorpresa» [Alan Friedman, Sta].
Unità Benjamin Netanyahu non è ancora riuscito a formare un governo di unità nazionale. Ieri il premier israeliano ha fatto sapere che di essere vicino a una quadra che di fatto ancora non c’è.
Solidarietà Gli israeliani, al contrario del governo, sono molto uniti. Nonostante le principali testate accusino le politiche di Netanyahu, il popolo ha messo da parte l’astio che lo ha portato più volte a protestare, per concentrarsi sulla solidarietà. Spiega il signor Gilad Baron: «Siamo tutti qui per la stessa causa e cioè per aiutare il popolo di Israele. Non diciamo più nulla sul governo, pensiamo solo a fornire all’esercito e alla gente del sud del paese quello di cui hanno bisogno».
95 Ezra Yachin ha 95 anni ed è il riservista più anziano dell’Idf, le Forze di difesa israeliane. Ha voluto ri-arruolarsi tra i militari israeliani, e ha un compito specifico e importante: sollevare il morale ai soldati: «Non mollate, nemmeno ora» [CdS].
Scudi «Adesso dobbiamo distruggere l’organizzazione che cerca di distruggerci, e per questo dobbiamo combattere una guerra. Oggi il mondo sembra averlo capito. Ma cosa succederà domani? Cosa succederà quando il numero delle vittime palestinesi aumenterà? […] Hamas dispone di una potente arma non convenzionale, molto più sofisticata ed efficace dei missili e dei droni: i civili palestinesi, usati come scudi umani. Più palestinesi muoiono, perché i terroristi di Hamas si nascondono cinicamente dietro di loro, più il mondo libero si rivolterà contro Israele. È solo questione di settimane, o di giorni, o addirittura di ore, prima che nei principali media comincino ad apparire articoli che ritraggono il governo israeliano mentre prende di mira indiscriminatamente palestinesi innocenti» [Natan Sharansky, Il Foglio].
Tre Paolo Mieli dice che la solidarietà a Israele dura solitamente tre giorni. E non sembra aver torto. Ieri ci sono state tante manifestazioni pro Israele ma anche tante pro Palestina.
«Israele terrorista, Palestina libera/Intifada fino alla vittoria» (a Milano); «Israele governo fascista» (ancora a Milano); «Intifada per la rivoluzione» (a Roma) «L’obiettivo è sostenere i palestinesi che in questo momento stanno tentando di riprendersi dello spazio, dopo 70 anni di diritti calpestati» (da Bari).
Autorità «Distinguiamo tra Hamas e l’autorità palestinese. Non è che tutti i palestinesi siano terroristi. Una punizione collettiva sarebbe ingiusta e controproducente» (l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell).
Orgolio «Siamo pronti per ogni tipo di missione. Faremo giustizia di chi ha ucciso centinaia di israeliani in maniera così efferata. E ci riprenderemo il nostro orgoglio» (il generale Dan Goldfus).
Parole che non lasciano spazio a dubbi su quello che accadrà nei prossimi giorni [Caferri, Sta].
Mescolato «Nelle guerre esistono gli aspetti politici, quelli militari, quelli emotivi e poi c’è il piano umanitario. Qui tutto è mischiato. Tutto giustifica tutto. Chi ha una causa, e la pensa legittima, utilizza la forza per difenderla senza alcuno scrupolo. Con le asticelle della brutalità che si sono alzate a livelli mai visti prima. Esistono anche in guerra dei principi umanitari, delle regole. Oggi tutto è confuso, mescolato» [Fabrizio Carboni della Croce Rossa Internazionale].
Anp «Il governo israeliano ha fatto di tutto perché Fatah e l’Autorità palestinese non fossero più dei partner, ha dato il potere ad Hamas. Oggi a Gaza c’è Hamas, ma non è rimasto più nessuno in Cisgiordania. La maggior parte dei palestinesi, anche in Cisgiordania, considera l’Anp, e in particolare il suo leader Abu Mazen, come un collaboratore di Israele [Amihai Ayalon già capo dello Shin Bet, a Patrick Saint-Paul, Fatto].
Anp/2 «I palestinesi la chiamano la porta girevole: ti arrestano prima quelli dell’Anp e poi ti danno agli israeliani o viceversa. I grandi assenti dalla discussione sulla pace sono i palestinesi: non erano ascoltati prima del 7 ottobre, oggi lo sono ancora meno» [Francesca Albanese, Special Rapporteur per i Territori palestinesi occupati dal ’67, a Coosimo Caridi, Fatto].
Jihad Hamas sapeva benissimo che la carneficina di civili «avrebbe provocato una durissima reazione da parte di Israele. Così dura da far condannare Israele dalla comunità internazionale. Forse riusciranno a scatenare una jihad di più ampio respiro, coinvolgendo Hezbollah dal Nord. Almeno questo è ciò che sperano. Nello scenario ideale di Hamas, Israele dovrebbe colpire Hezbollah in Libano e in Siria, e a quel punto la ritorsione potrebbe coinvolgere anche i russi. L’obiettivo è ampliare il conflitto»
Biden Joe Biden, che piange 14 morti e 20 ostaggi, ha parlato all’America e al mondo in diretta tv. Il presidente ha confermato quanto già detto: pieno sostegno a Israele. Hamas è come l’Isis. Il presidente manda nel Mar Mediterraneo orientale un gruppo d’attacco guidato dalla portaerei USS Gerald R. Ford. «Con la sua devastante potenza di fuoco, è un invito all’Iran a tenere sotto controllo i missili di Hezbollah e a non cercare di aprire un fronte settentrionale» [Alan Friedman, Sta].
Russia Nei canali russi e prorussi ieri veniva enfatizzata questa spiegazione: gli Stati Uniti per aiutare massicciamente l’Ucraina hanno aumentato l’instabilità del Medioriente [Calabrò, HuffingtonPost].
Pizzini «C’è un nuovo modo di fare la guerra che è poi quell’antico. Oggi Hamas usa i pizzini come la mafia siciliana. Le loro operazioni, e la capacità di infiltrazione nel territorio, somigliano sempre più a quella specialità mafiosa che abbiamo conosciuto» [Marco Carrai, Foglio]
Politiche Il governo israeliano ha ignorato gli avvertimenti dell’esercito? «Innanzitutto c’è stato un enorme fallimento delle nostre agenzie di intelligence. A Gaza, tutta l’intelligence era basata sulla sorveglianza elettronica. Ma i leader dell’ala militare di Hamas, come il loro capo, Mohammed Deïf, sono sopravvissuti alla prima e alla seconda Intifada. Sanno come comunicare senza telefono e Internet. I nostri servizi sono stati ciechi. Ma gran parte della responsabilità ricade ovviamente sul governo. I comandanti di tutte le agenzie di sicurezza avevano avvisato il governo che la politica che stava portando avanti era sbagliata e che sarebbe stata usata dai nostri nemici contro di noi [Amihai Ayalon già capo dello Shin Bet, a Patrick Saint-Paul, Fatto]
Parlamento Ieri sulla questione mediorientale il Palarmento italiano si è spaccato. Camera e Senato non hanno trovato l’intesa sulla mozione unica. Ne sono state quindi presentate quattro diverse e maggioranza e opposizione hanno votato ognuno la mozione dell’altro. Cinque Stelle e +Europa hanno sostenuto che «l’assedio di Gaza viola il diritto internazionale». «L’allargamento degli insediamenti dei coloni» non piaceva a Iv e Azione. Ssi impegna il governo ad agire per evitare che arrivino fondi ad Hamas», una mozione che non piaceva ai dem che però alla fine l’hanno votata.
Fondi «Come rivela Ngo Monitor, nel periodo 2011-2019 (ultimi dati disponibili), l’Ue ha autorizzato sovvenzioni per almeno 38 milioni di euro a organizzazioni non governative legate a gruppi terroristici designati dall’Ue (anche Hamas è nella lista nera) […]. L’Unione europea ha anche dato 1,7 milioni di euro all’Università islamica di Gaza. Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, ha studiato lì, come Mohammed Deif, il leader militare dietro i mille morti israeliani di sabato […]. Un mese fa, il preside di studi coranici dell’università ha invocato la conquista islamica del Vaticano. Chissà se qualcuno ha citofonato a Santa Marta» [Meotti, Foglio].
Gas Il gas è schizzato del 12,4% a 49,4 euro al MWh. Ma, anche se aleggia qualche timore anche per il gas dall’Algeria schierata con Hamas, a far salire i prezzi è stato l’incidente nel Baltico (vedi sopra).
Claudio Descalzi, che ieri ha festeggiato i 70 anni di Eni, ha annunciato che nell’inverno 2024/2025 l’Italia rimpiazzerà al 100 per cento il gas russo.
Economia Gravi anche gli effetti economici del conflitto: Israele, che ha un Pil di 522 miliardi di dollari nel 2022, sta cercando, attraverso la sua banca centrale, di mantenere alto il valore dello shekel vendendo grandi quantità di dollari sul mercato mentre il petrolio vola a 87 dollari al barile mettendo sotto pressione le politiche monetarie delle banche centrali [Vittorio Da Rold, Domani].
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