IL MISTERO: LUI RICCO, REGISTA. MUSICISTA LEI ESPERTA INFORMATICA. DIABOLICA...
Rexal
di Marco Carta la Repubblica
«Sì, sono loro due». Quando Oskar Christian osserva la foto di Rexal Ford e della moglie, non ha dubbi. E i ricordi cominciano a riaffiorare nella mente. Perché Oskar “El Mariachi”, cantante e chitarrista di musica messicana, per mesi ha vissuto a stretto contatto con la coppia nella loro casa di Malta, il Paese in cui si sono sposati. Ed è per questo che alla notizia del ritrovamento del cadavere della donna e della figlia nel parco di villa Pamphili, il musicista ha un malore al telefono.
«Ma la famiglia è stata avvisata? Non posso credere che Rexal possa aver fatto una cosa del genere. Lui è un uomo di pace, un viaggiatore come me.
Deve essergli successo qualcosa, forse si erano messi in giri strani. Lei era un genio dell’informatica, una sorta di hacker. Un Robin Hood della rete. Nemmeno Rexal sapeva bene quello che faceva».
Come li ha conosciuti?
«A Malta, dove viveva con la compagna che poi è diventata la moglie. Lui aveva diverse proprietà, da quello che ricordo, affittavano case su Airbnb. Io, per un periodo, sono stato loro ospite. Erano super simpatici, gli volevo bene. Abbiamo vissuto bei momenti insieme».
Che impressione le aveva fatto?
«Rexal aveva mille interessi: regista, sceneggiatore, produttore. Conosceva la vita e il mondo. Era un poliglotta. Mi ha fatto molte foto, che conservo ancora. Veniva da una famiglia benestante, di artisti. Diceva di essere il figlio della rockstar Lita Ford (la bassista delle Runaways e poi cantante solista, ndr).Non so se fosse vero, ma parlava spesso della presunta madre, di politici e star di Hollywood che conosceva. Di certo non era uno sbandato. Mi aveva anche raccontato di un film che voleva girare tra Roma e Firenze».
Come si comportava con la moglie? Era violento?
«Erano una coppia bellissima, si amavano. Per questo non riesco a credere a quello che è successo. Non l’avrebbe mai uccisa. Il suo soprannome era Stella, ma non credo si chiamasse così. Mi pare fosse russa, o forse islandese, comunque del Nord Europa. Credo che Rexal non mi abbia mai detto esattamente di dove fosse. Vivevamo in un contesto internazionale, c’erano anche un polacco, un coreano. Lei parlava un inglese perfetto. Le avevo anche insegnato a cucinare con il cactus, perché volevanopreparare piatti speciali per i loro ospiti. L’ultima volta che li ho sentiti, ricordo che lei era incinta e avevamo scherzato su questa cosa».
Sapeva che si erano sposati?
«Certo. Rexal mi aveva chiamato per suonare al matrimonio a Malta. Me lo chiese più volte, ma ero in tournée e non sono potuto andare. Poi, recentemente, quando ho provato a tornare nell’isola, è successo qualcosa di strano».
Che cosa?
«Al numero di Rexal ha risposto un’altra persona, uno che organizzava attività subacquee. Ho chiesto più volte di poter tornare nella casa dove abitavano, ma mi hanno fatto mille problemi. Mi dissero che era cambiata la gestione. Deve essere successo qualcosa, altrimenti non si spiega. Rexal e sua moglie erano felici e non avevano problemi di soldi».
Eppure a Roma vivevano come senzatetto nei parchi pubblici.
«Non posso crederci. Rexal diceva di avere anche una casa a Roma, o almeno un appoggio. Sapere che sono morte la moglie e la bambina mi lascia senza parole. Non può essere stato lui. Qualcuno deve avergli fatto del male, forse per il lavoro di lei».
Cosa faceva la moglie?
«Questo dovrebbe chiederlo la polizia a Rexal. Io so che era molto esperta di informatica. Faceva cose che pochi sanno fare. Non so se fosse un hacker, ma lavorava per una compagnia importante e trattava dati sensibili, su questioni globali. Era una Robin Hood cibernetica. Nemmeno Rexal sapeva cosa facesse».
Ma se davvero non c’entra nulla, perché è fuggito? Perché non ha chiamato la polizia?
«Non capisco nemmeno perché sia andato in Grecia, visto che non mi risulta parlasse il greco. Se è fuggito, è perché aveva paura. Paura che potessero fargli del male. Non posso credere che abbia fatto quelle cose orribili. Lui e Stella devono essere finiti in giri brutti, spero lui riesca a spiegare quello che è successo. Sono
distrutto».
Marco Carta
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