L’inchiesta pro Stasi inguaia Stasi e l’avvocato De
Rensis fa le piroette
Tra resti di Estathè e Fruttolo sempre più evidente che Sempio non fosse lì
“Garlasco” è l’unico caso al mondo in cui più si va
avanti per scoprire chi sia il colpevole alternativo al povero innocente in
carcere e più l’innocente in carcere diventa colpevole.
L’incidente probatorio, per ora, ha confermato che
l’unica persona ad aver consumato pasti con Chiara nelle ore precedenti
l’omicidio sarebbe stato Stasi e non il commando di Arancia Meccanica che fece
colazione in casa Poggi, con buona pace del mellifluo avvocato Antonio De
Rensis. E siccome proprio De Rensis, a maggio, a La vita in diretta rivolgendosi
alla criminologa Roberta Bruzzone disse “Io ho un’ottima memoria e ricorderò
tutto quello che viene detto dagli opinionisti”, gli dimostro che la buona memoria
– ma su quello che hanno detto gli avvocati- ce l’hanno anche gli altri. Per
esempio io.
Il 15 giugno, a Zona Bianca, quando
riteneva che dall’immondizia di casa Poggi potesse venir fuori il dna di
qualcuno che non fosse Stasi, De Rensis sosteneva che il Fruttolo e l’Estathè
fossero avanzi della colazione fatta subito prima dell’omicidio. E dichiarava,
testuale: “Non credo che Chiara abbia tenuto per una settimana solo due
Fruttolo e un Estathè e un piattino dove c’è del cibo del gatto e tutto il
resto è stato buttato. Io credo che quella sia la spazzatura della mattina.
Anche perché Chiara era una ragazza ordinata, la cena delle pizze ha visto i
piatti lavati nell’immediatezza, la spazzatura è della mattina”. Ora, a
parte il fatto che in cucina furono trovati e sequestrati i cartoni della pizza
che erano appunto quelli della cena e l’ordinata Chiara non li aveva buttati
(quindi De Rensis si è decisamente incartato), l’avvocato non aveva mai detto
che Stasi, abitualmente, bevesse l’Estathè. Anzi, secondo Il Giorno,
Stasi rammentava con precisione solo quello che aveva raccontato a
verbale, ma dopo 18 anni la memoria sfuma: “Non mi piace il Fruttolo, quindi
è improbabile che ne abbia consumato nei giorni precedenti al 13 agosto – ha
spiegato ai legali – . L’Estathé lo bevo, ma non ho memoria
di averne consumato la sera precedente. Ricordo invece di avere consumato della
birra a cena”. Il 25 giugno, quando sono arrivati i risultati
dell’incidente probatorio (il dna sull’Estathè era di Stasi) e prima ancora che
uscissero sui giornali, De Rensis si è precipitato a mettere le mani avanti. E
questa volta, sempre a Zona bianca, ha dichiarato : “Alberto
Stasi ha detto che ha sempre bevuto l’Estathè, infatti sulla cannuccia potrebbe
esserci il suo dna”. Quindi, se quella era l’immondizia della mattina, se
Chiara ha fatto colazione col suo assassino e quella mattina Stasi ha fatto
colazione con Chiara bevendo l’Estathè, VEDA De Rensis, il sillogismo dovrebbe
suggerirle qualcosa. E quel qualcosa non depone a favore del suo assistito. De
Rensis a parte, il delirio intorno al caso sembra inarrestabile. L’avvocato
Lovati, difensore di Sempio, è fuori controllo: ha dichiarato che il giorno
della morte di Chiara lui alle 11,30 sapeva già tutto, perché a Vigevano lo
sapevano tutti. Quindi, lo sapeva anche prima dei carabinieri. A questo punto,
probabilmente, Lovati da difensore diventa testimone, anzi supertestimone
insieme all’egiziano che ha ritrovato oggetti nel canale ma sette anni fa, a
quello che ha visto la Cappa fare zigzag con la bici con un attizzatoio da
camino sotto braccio e a quell’altro che ha saputo da una donna ormai morta che
la Cappa buttava cose nel canale. E questa volta non è un suo incubo, ma il
nostro.
LEGGI – Garlasco: “Sul tampone
orale di Chiara Poggi un dna ignoto”
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