L’ultimo brindisi zimmer frei

Nata sulle ceneri della vecchia Trattoria Circoletti, la pensione Solaria, con camere vista lago, darsena e spiaggetta privata, cominciò una nuova vita con l’ingresso del primo turista straniero, tedesco per l’esattezza, evento che suggerì al proprietario Oscar Circoletti di aprirsi al turismo d’oltreconfine. L’aggiustamento più evidente, oltre che assumere personale in grado di parlare lingue straniere, fu quello di dotare la facciata della pensione di un’insegna che avvisava la disponibilità di camere libere: “ZIMMER FREI”, appunto, considerando che a essere attratti dal lago erano perlopiù tedeschi e svizzeri, ma di pari lingua.
Luminosa e lampeggiante insegna di notte, che nel giro di un paio di anni divenne il centro di una singolare cerimonia. In quell’arco temporale infatti la pensione Solaria aveva conosciuto un crescente successo tra gli stranieri e di ciò buona parte del merito andava senza ombra di dubbio attribuita a una coppia di tedeschi, herr Berger e signora, che dopo avervi trascorso una decina di giorni diffusero tra la cerchia delle amicizie notizie sulla bontà del luogo e sulla simpatia del personale.
Il passaparola è talvolta meglio delle pubblicità più raffinate e in questo caso dimostrò tutta la sua potenza. Nel giro di una manciata di altri anni infatti la pensione divenne il luogo prediletto di una piccola colonia tedesca, con prevalenza bavarese, cui si aggiunse un’appendice svizzera proveniente dai cantoni Appenzello e Turgovia: una clientela che permetteva al Circoletti di esaurire le capacità ricettive della pensione. Naturalmente, tra gli ospit, non erano mai mancati i Berger, signora e signore, elevati al ruolo di mascotte della Solaria. Al compiersi del “Tutto esaurito”, frase che annunciava come se stesse gustando una prelibatezza, Oscar Circoletti non mancava mai di rivolgere un pensiero al genitore, fondatore della trattoria. Ma, più paganamente, aveva preso il vezzo di festeggiare il momento con una vera e propria cerimonia che si svolgeva dopo la cena e alla quale partecipavano alcuni membri del personale, il cuoco Prospero soprattutto che gli aveva dato lezioni di tedesco, alcuni ospiti e, immancabili ormai, sorta di portafortuna, i due Berger.
Riuniti attorno a un tavolo posto all’esterno della pensione, con il lago sotto gli occhi e il cielo sopra le zucche, i convenuti onoravano l’evento scolando una bottiglia dopo l’altra fino a raggiungere una specie di estasi. Infine, a saturazione avvenuta, il Circoletti, bicchiere in mano, chiamava uno dei camerieri e gli ordinava di spegnere l’insegna. Il traguardo era stato raggiunto, l’avrebbe riaccesa lui, l’anno a venire. Ciò di cui si narra accadde nella sera di un luglio particolarmente afoso, carico di umidità, quando la pensione Solaria compiva il suo ottavo anno di vita. Anche per quell’anno aveva registrato il tutto esaurito e il Circoletti, dati alla mano, decretò che fosse il momento di dare corso alla consueta cerimonia. Che cominciò uguale a sé stessa e parve dover proseguire sullo stesso binario, non fosse stato per i Berger, signora e signore, che ne marcarono una sostanziale differenza rispetto agli anni passati.
Accadde infatti che, esaltati dal vino ingurgitato e vieppiù oppressi dall’estrema calura aggravata dall’umidità che creava sul corpo una sorta di seconda pelle, i due espressero il desiderio di fare un bagno nel lago prima di coricarsi. Né il Circoletti né altri tra i presenti osarono obiezioni, ubriachi al pari dei due e fedeli alla ferrea regola secondo la quale il cliente ha sempre ragione. Li guardarono partire quindi, ridanciani e instabili, alla volta della rivetta tenendosi per mano. E fu probabilmente così, ridendo tra di loro e tenendosi per mano, che entrarono in acqua per non più uscirne.
Testimone della vicenda fu certo Spirito Protervi, accanito pescatore di anguille, che se ne stava sulla riva di pertinenza della Solaria fin dal tardo pomeriggio e aveva visto i due entrare nelle acque del lago, avvertito lo sciacquio dei movimenti, percepito esclamazioni in una lingua straniera e qualche risata dopodiché, a un certo punto, più nulla. Insospettito corse allora dal Circoletti per avvisarlo della più che probabile disgrazia accaduta sotto i suoi occhi. Questi, l’occhio vacuo e l’eloquio spezzettato, volle assicurarsi che non si fosse lasciato prendere la mano dalla fantasia. Ma il Protervi gli rispose senza parole, con il silenzio di chi conosce il lago e le sue mille insidie. Il Circoletti allora fissò lo sguardo sull’insegna, spenta come da tradizione, scrutandola per un lungo momento. Infine chiamò un cameriere e quando questo gli fu di fronte gliela indicò.
“Riaccendila!”, ordinò con ritrovata lucidità.
Poi, ripiombato nell’obnubilamento della bevuta appena conclusa, aggiunse: “E poi chiama i carabinieri!”. Di herr Berger e signora non si seppe più nulla. Probabilmente giacciono tuttora, da qualche parte, in fondo al lago.
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