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Prima intesa per Gaza. Oggi la firma |
|  | di Elena Tebano
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| «Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi approvato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che TUTTI gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le proprie truppe lungo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e permanente». Ieri poco prima dell'una di notte (ora italiana) il presidente americano Donald Trump ha annunciato così, sul suo social network Truth, la svolta che tutti aspettavano: l'accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase del piano di pace americano per Gaza. L'intesa, che dovrebbe essere firmata oggi alle 11 (dopo l'approvazione formale del governo israeliano), porterà secondo i mediatori al cessate il fuoco, al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani a Gaza sabato o domenica (si ritiene che quelli ancora in vita siano 20) e di centinaia di palestinesi detenuti in Israele, ma anche all'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia ormai stremata dall'assedio. Poco dopo l'annuncio dell'intesa, secondo i media israeliani, persone sono scese in strada a Gaza per festeggiare. L'accordo, se reggerà, è una vittoria per Trump, pochi giorni prima dell'assegnazione del Nobel per la Pace (a cui il presidente americano aspira da anni). Ma soprattutto porta a sperare che sia finito il massacro di migliaia di civili innocenti, vittime della guerra di Israele ai miliziani di Hamas. L'offensiva, iniziata due anni e un giorno fa in risposta all'attacco terroristico di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre 2023 (in cui 1.200 persone sono state uccise e 251 sono state prese in ostaggio e portate a Gaza), è costata la vita ad almeno 67.000 palestinesi. Il presidente americano Trump dovrebbe arrivare al Cairo tra sabato e domenica: «Voglio andare a Gaza», dice. «Un grande giorno per Israele. Domani convocherò il governo per approvare l'accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi. Ringrazio dal profondo del cuore il presidente Trump e il suo team per il loro impegno in questa sacra missione di liberazione dei nostri ostaggi. Ringrazio i valorosi soldati dell'Idf e tutte le forze di sicurezza: è grazie al loro coraggio e al loro sacrificio che siamo giunti a questo giorno. Con l'aiuto di Dio, insieme continueremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi e ad espandere la pace con i nostri vicini» ha dichiarato ieri notte il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Hamas, in una dichiarazione di ieri notte, ha affermato di aver concluso un accordo per porre fine alla guerra a Gaza, che prevede il ritiro israeliano dalla Striscia e uno scambio di ostaggi e prigionieri. E ha invitato Trump e gli Stati mediatori a garantire che Israele attui pienamente il cessate il fuoco. Racconta Davide Frattini: Sulla costa del Mar Rosso erano arrivati ieri gli emissari del presidente americano: l’inviato Steve Witkoff e il genero di Trump Jared Kushner avevano passato la giornata a muoversi da una stanza all’altra, a parlare con le delegazioni, a premere perché accettassero il piano in venti punti delineato da Trump. C’erano ancora dettagli da risolvere, in Medio Oriente ne restano sempre, Benjamin Netanyahu già distingue tra una «prima fase» e quelle successive, in realtà il piano prevede un passaggio solo per chiudere il conflitto: il premier israeliano è consapevole di aver promesso agli alleati fanatici e messianici di andare avanti fino alla «vittoria totale» e l’occupazione di tutto il territorio. «Faremo tutto il possibile perché non riprendano le operazioni militari», promette Trump. Fonti israeliane spiegano al quotidiano Haaretz che la mappa al centro dell’accordo è stata rivista e «le truppe lascerebbero le città più grandi, rimarrebbero solo a Rafah», anche se i capi di Hamas pretendono il ritiro totale. Ancora da risolvere il disaccordo sui detenuti palestinesi da scarcerare: i fondamentalisti hanno presentato la loro lista, i negoziatori del Mossad e dei servizi segreti interni la controproposta. I palestinesi vogliono ottenere il rilascio di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat, due dei leader più importanti della seconda intifada, condannati a ergastoli plurimi o a lunghe sentenze. Barghouti è considerato dai palestinesi il simbolo della resistenza e i diplomatici internazionali, compreso qualche politico israeliano, sono convinti che possa essere il successore del presidente Abu Mazen. Soprattutto chiedono il rilascio dei terroristi che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre e la restituzione del cadavere di Yahya Sinwar e del fratello Mohammed che insieme hanno pianificato quella mattanza. Trovate tutti gli aggiornamenti in tempo reale stamani sul sito. La Francia cerca un premierÈ sempre più profonda la crisi politica della Francia. Ieri sera Sebastien Lecornu, quinto primo ministro francese in due anni, è andato in tv a dire che, nonostante le 48 ore in più, non era riuscito a formare un governo. Adesso la Francia ha una nuova scadenza di 48 ore, entro le quali il presidente francese Emmanuel Macron nominerà un altro primo ministro, che tenterà di formare un altro governo. Il nuovo tentativo verrà fatto perché, secondo l'ufficio del presidente francese, la maggioranza dei parlamentari è contraria ad andare a elezioni anticipate adesso. Lecornu si era dimesso lunedì insieme al suo governo (di fatto mai entrato in carica) per le divisioni all'interno della coalizione, poche ore dopo aver annunciato la composizione dell'esecutivo, che è diventato il più breve della Francia moderna. Ma su richiesta di Macron, ha tenuto ulteriori consultazioni con i leader politici di centrosinistra e centrodestra nel tentativo di disinnescare la crisi. Ed è arrivato alla conclusione che «la maggioranza dei deputati si oppone allo scioglimento; esiste una piattaforma per la stabilità; è possibile adottare un bilancio entro il 31 dicembre», ha dichiarato l'ufficio presidenziale dell'Eliseo. «Su questa base, il presidente della Repubblica nominerà un primo ministro entro le prossime 48 ore». L’estrema destra del Rassemblement National e l’estrema sinistra di France insoumise vogliono le elezioni anticipate. Invece il Partito socialista guidato da Olivier Faure ha chiarito durante le consultazioni con Lecornu di non volere né le dimissioni di Macron né elezioni parlamentari e ha chiesto la nomina di un premier socialista per varare la legge di Bilancio. Come condizione ha posto la sospensione della riforma delle pensioni. Tra i Républicains (il partito conservatore), alcuni deputati si dicono aperti al dialogo con i socialisti, ma il loro leader Bruno Retailleau ha ribadito la «linea rossa» del partito: chi tocca la riforma delle pensioni non avrà il suo appoggio. Nessun gruppo o partito ha la maggioranza in parlamento e le diverse forze politiche finora non sono riuscite a trovare compromessi su questioni importanti, tra cui il risanamento delle finanze del Paese (che ha un debito pubblico enorme). Ma neanche un accordo sulle elezioni anticipate, che siano le parlamentari, o le presidenziali. Spiega Stefano Montefiori: A differenza della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon che chiede le dimissioni di Macron ed elezioni anticipate per un nuovo presidente, Marine Le Pen vuole votare per i deputati. Una differenza di peso, per niente casuale. I sondaggi danno il Rassemblement in ascesa e il delfino Jordan Bardella potrebbe forse diventare primo ministro, d’accordo, ma c’è un’altra ragione, forse più importante. Lo scioglimento dell’Assemblea permetterebbe a Marine Le Pen di candidarsi di nuovo come deputata del Pas-de-Calais. «La prefettura farà valere la condanna all’ineleggibilità e invaliderà la candidatura — dice il segretario del gruppo RN, Renaud Labaye —. E noi faremo ricorso al Consiglio costituzionale». Se il Consiglio darà loro ragione, Marine Le Pen potrà farsi eleggere e restare in Parlamento, ma soprattutto potrà candidarsi per la quarta volta all’Eliseo. Le Pen è ineleggibile perché ad aprile è stata condannata per appropriazione indebitaa quattro anni di reclusione (di cui due da scontare agli arresti domiciliari e due con sospensione della pena, che non si applicherà in attesa del ricorso). Lei e 24 altri esponenti del partito erano accusati di avere pagato con i fondi europei, destinati agli assistenti parlamentari di Strasburgo e Bruxelles, collaboratori usati in Francia per la politica nazionale. Una sorta di finanziamento illecito del partito che è costato ai contribuenti europei oltre quattro milioni di euro. La condanna le vieta di candidarsi a cariche pubbliche per cinque anni. Centrodestra, l'accordo per le regionaliIl vertice di ieri tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi ha sancito l'intesa nella maggioranza per i candidati del centrodestra alle prossime elezioni regionali: saranno Edmondo Cirielli (FdI) in Campania, Luigi Lobuono (civico) in Puglia e Alberto Stefani (Lega) in Veneto. Scrivono Marco Cremonesi e Paola Di Caro: Meloni, da federatrice del centrodestra, accetta la «particolarità» veneta e cede la guida della Regione al Veneto. Restava il problema delle «garanzie», l’assicurazione se possibile pubblica che la Lombardia — a suo tempo — sarà ceduta a FdI. Ma a questo proposito, poco dopo la nota della coalizione, arriva quella di Salvini, concordata peraltro con la premier: «Il candidato presidente in Lombardia non è legato al Veneto. Sarà annunciato al momento opportuno, riconoscendo il diritto di individuare il candidato presidente, da scegliere con la coalizione, al partito con il più recente maggior peso elettorale in Lombardia precedente le elezioni». L’altro giorno, infatti, Giovanni Donzelli e Carlo Maccari (FdI) avevano chiesto al segretario della Lega lombarda Massimiliano Romeo, che è anche il capogruppo al Senato, di mettere nero su bianco una sorta di «rinuncia» alle pretese sulla Lombardia (sulla carta, nell’ancora lontano 2028). Lui aveva declinato ma la nota di Salvini è in quella scia. Lo stesso Romeo, a L’aria che tira su La7, ieri era stato meno puntuto: «Oggi voglio fare il costruttore di pace. Sulla Lombardia, dove voteremo fra 3 anni, sceglieremo insieme il candidato migliore». Lo ha detto «per stemperare il clima un po’ teso che c’è all’interno della maggioranza». Roberto Gressi racconta così il candidato di FdI in Campana, Emilio Cirielli: Gavetta alla Nunziatella, all’accademia militare di Modena, alpinista ad Aosta, paracadutista a Pisa, tre lauree tre in Giurisprudenza a Parma, in Scienze politiche a Salerno, in Scienze della sicurezza a Roma. Una lunga carriera politica con il Msi-An, poi con il Pdl, infine, dalla prima ora, con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che lo vuole candidato alle elezioni regionali in Campania, e che ha pure fulminato con gli occhi chi si è azzardato a dire: «Mo vediamo…». Cirielli Edmondo, classe 1964, nato il 22 maggio a Nocera Inferiore, campano nell’animo, figlio di un ufficiale dell’esercito, sposato con Maria Rosaria Campitiello, matrimonio civile celebrato da Ignazio La Russa nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Tempulo. Lei è ostetrica e ginecologa, e diventa capo del dipartimento prevenzione al ministero della Salute. Tempo di West Nile, la zanzara killer. Vincenzo De Luca, a cui non fanno difetto i toni felpati, accusa Campitiello di essere un’incompetente, assunta per ragioni di clientelismo politico. Edmondo lo querela per diffamazione, ché il livore tra i due è di lunga data, si contendono la palma del più amato a Salerno, ma lo scontro non è certo politico, non si sopportano a pelle. Due combattono e uno vive. Poi c’è la concorrenza all’interno dello schieramento, la «sfida» con Mara Carfagna, e poi perché Sangiuliano e Foti ministri e lui no? Tintinnio di sciabole anche con il segretario regionale di FI Fulvio Martusciello, che a sua volta si chiede perché non tocchi invece a lui sfidare Roberto Fico. Martusciello chiedeva anche che Cirielli si scusasse con Forza Italia per un messaggio a lui attribuito, pubblicato nel libro Fratelli di chat del giornalista del Fatto Giacomo Salvini, che ha rivelato i messaggi riservati della classe dirigente di Fratelli d’Italia. «Bisogna attaccare Forza Italia e Berlusconi con i suoi tg, basta appecoronarsi a questi banditi ladri» avrebbe scritto Cirielli nel 2019. «Non ho mai parlato male di Berlusconi, per lui ho nutrito sempre stima e ammirazione. Non posso dimenticare che, quando io e la mia famiglia, tra i primi, ci ammalammo di Covid, Berlusconi mi chiamò ogni sera per venti giorni. Il mio terzo figlio aveva 40 giorni e soffriva molto, per me la sua vicinanza fu preziosa» commenta ora Cirielli. Le altre notizie importanti- La polizia federale tedesca avrà maggiori poteri e mezzi per difendere il Paese dai droni e avrà l'autorità per abbatterli. Lo prevede un disegno di legge approvato ieri dal governo di Friedrich Merz, per adeguare la regolamentazione alla luce dei numerosi avvistamenti di sospetti droni russi che nei giorni scorsi hanno creato problemi agli aeroporti in Germania. «Questa è una guerra ibrida e dobbiamo prenderla molto sul serio» ha detto ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al Parlamento europeo riunito a Strasburgo. Oggi gli eurodeputati voteranno una mozione su una «risposta unita alle recenti violazioni russe dello spazio aereo e delle infrastrutture critiche degli Stati membri dell’Ue», che include anche il «muro di droni» su cui si sono divisi i Paesi Ue.
- Centinaia di soldati della Guardia nazionale provenienti dal Texas sono arrivati in una base a Elwood, a 90 chilometri da Chicago, dove il presidente americano Donald Trump vuole inviarli nonostante l’opposizione del governatore dell’Illinois J.B. Pritzker e del sindaco di Chicago Brandon Johnson — entrambi del partito democratico — che dichiarano la mossa anticostituzionale e hanno fatto causa. Lo stesso succede a Portland, altra città democratica. Trump e il suo potente vicecapo dello staff Stephen Miller sostengono che i militari debbano combattere il «terrorismo interno». Per i dissidenti americani la mossa del governo Trump è una prova di autoritarismo.
- Il figlio di Aung San Suu Kyi, attivista birmana Premio Nobel per la Pace, in visita in Italia, lancia un appello per la liberazione di sua madre, in carcere dal 2021. «Ha compiuto 80 anni, soffre di cuore ed è in precarie condizioni di salute ma in Myanmar i generali continuano a tenerla in carcere in isolamento» dice Kim Aris.
- I sondaggi danno i Tory, il partito conservatore britannico, attorno al 15%: se si votasse adesso sarebbero al terzo posto dietro a Reform di Farage e al Labour. All’origine della loro caduta libera c'è l’avanzata della destra populista di Nigel Farage.
- Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato con riserva la legge che istituisce la Festa nazionale per San Francesco il 4 ottobre. Nello stesso giorno infatti si è sempre celebrata anche Santa Caterina da Siena. Ora la nuova legge trasforma quella data in festa nazionale solo per Francesco. Mattarella ha segnalato la criticità e scritto una lettera di richiamo ai presidenti di Camera e Senato. «Il disagio nelle stanze del Quirinale è forte e non da oggi. Troppi decreti del governo Meloni arrivano mal scritti o male impostati, spesso inzeppati di questioni non del tutto attinenti. E il resto (del pasticcio) lo fa il Parlamento, nei rari casi in cui riesce ad assumere l’iniziativa legislativa» spiega Monica Guerzoni. «Bene ha fatto Mattarella a richiamare l’attenzione delle Camere: l’evento va uniformato; che sia festa nazionale per entrambi, il santo e la santa, il patrono e la patrona» scrive Aldo Cazzullo.
- Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, parlando alla Camera ha lanciato l'allarme sull'aumento dell'antisemitismo: «Gli atti di antisemitismo sono in fortissimo incremento: 733 segnalazioni, di cui 189 a Roma, dal 7 ottobre 2023». Piantedosi ha detto che «l’autorità giudiziaria accerterà se esiste una regia dietro ai disordini nelle manifestazioni a sostegno della causa palestinese». E «il governo valuterà di adottare eventuali nuovi strumenti come la cauzione (ipotizzata da Salvini, ndr) richiesta agli organizzatori delle manifestazioni». Intanto l'associazione Giuristi e Avvocati per la Palestina intende denunciare alla Corte penale internazionale la premier Giorgia Meloni, i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e l’ad di Leonardo Roberto Cingolani, accusati di «complicità in crimini di guerra e contro l’umanità», quelli di Israele a Gaza ai sensi dello Statuto di Roma, e sta raccogliendo sottoscrizioni online (ne scrive Adriana Logroscrino).
- Taglio di due punti dell'Irpef (per i redditi fino a 50 mila euro), rottamazione delle cartelle esattoriali in 8-9 anni, più risorse alla sanità e una tassa sugli extra-profitti delle banche. Sono alcune delle misure che il governo intende inserire nella manovra economica, secondo quanto viene fatto filtrare dal vertice di ieri tra i leader della maggioranza.
- Dopo il voto del Parlamento europeo, che ha confermato martedì l’immunità a Ilaria Salis, ora il caso è nelle mani di Ungheria e Italia: il governo ungherese potrebbe ricorrere alla Corte di giustizia Ue, mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio potrebbe chiedere di fare il processo in Italia.
In ogni caso grazie all'immunità ottenuta da Salis, il processo sarà sospeso per i prossimi tre anni. - Maurizio Pappalardo, ex comandante del Nucleo Informativo dei Carabinieri di Pavia, ora in pensione, è sotto processo per corruzione e stalking nei confronti di una ragazza con la quale aveva avuto una relazione, cominciata quando lei era appena 17enne. E a cui aveva reso la vita un inferno quando lei aveva deciso di lasciarlo. Le accuse nei suoi confronti sono emerse a partire dall'inchiesta sul «sistema Pavia», con l’arresto di Pappalardo e del maresciallo Antonio Scoppetta, ex componente del nucleo di polizia giudiziaria fedelissimo del pm Mario Venditti, indagato nell’inchiesta su Garlasco.
- I pm di Milano hanno chiesto l’amministrazione giudiziaria per Tod’s Spa per non aver controllato fenomeni di «sfruttamento del lavoro» da parte di due aziende cinesi che lavoravano in subappalto per il marchio. Per i giudici d’Appello, le condotte più gravi si sono verificate nelle Marche. La Cassazione deciderà il 19 novembre quale autorità giudiziaria dovrà valutare la misura, ritenuta necessaria per interrompere l’«agevolazione colposa» dello sfruttamento. Tod's respinge le accuse.
- Stellantis ha chiuso i primi sei mesi del 2025 con una perdita di circa 2,3 miliardi di dollari, aggravata dai nuovi dazi introdotti dall’amministrazione Trump. L’azienda rischia inoltre di perdere1,1 miliardi di dollari di sovvenzioni statunitensi legate al parziale shutdown del governo americano.
- Puntavano anche a mettere le mani su qualche appalto in vista delle prossime Olimpiadi invernali. I fratelli Leopoldo e Alvise Cobianchi, ultrà della Lazio, già vicini a Fabrizio Piscitelli, più noto col soprannome di «Diabolik», sono stati arrestati.
- Gli orchestrali e le maestranze del teatro La Fenice di Venezia hanno annunciato che sciopereranno il 17 ottobre per contestare la nomina di Beatrice Venezi, la direttrice d'orchestra amica della premier Giorgia Meloni e vicina a Fratelli d'Italia, ritenuta non all’altezza del ruolo di direttrice musicale.
- È morto Paolo Sottocorona, meteorologo di La7: aveva 77 anni. Ha accompagnato per anni il pubblico televisivo con garbo e competenza.
- Il Nobel per la chimica 2025 è stato assegnato a un trio di chimici che hanno sviluppato nuove strutture molecolari in grado di intrappolare i gas. Si tratta del giapponese Susumu Kitagawa, del britannico Richard Robson e dell'americano-giordano Omar M. Yaghi, premiati per «lo sviluppo delle strutture metallo-organiche» che «possono essere usate per recuperare l'acqua dall'aria del deserto, catturare l'anidride carbonica, immagazzinare gas tossici o catalizzare reazioni chimiche», ha spiegato la giuria.
- Cristiano Ronaldo è il primo (e unico) calciatore ad aver guadagnato un miliardo di dollari in carriera, Anzi, di più: 1,41 finora.
- Tiziano Rossi, poeta milanese 90enne, ha vinto il Premio Strega Poesia 2025, con la sua raccolta Il brusìo (Einaudi).
Da ascoltareNel podcast «Giorno per giorno», Davide Frattini analizza nodi e progressi del negoziato fra Hamas e Israele sul piano di pace per Gaza. Viviana Mazza racconta la decisione del presidente degli Stati Uniti di inviare anche a Chicago la Guardia nazionale per combattere la criminalità a suo dire «fuori controllo». Paolo Salom parla delle condizioni di salute di Aung San Suu Kyi, l’80enne oppositrice del regime militare birmano, in carcere dal 2021. Il Caffè di Massimo GramelliniI suoi Porsche comodi Una mattina il signor Porsche si è svegliato nella villa in cima alla collina con un’idea meravigliosa: costruire un tunnel che collegasse il suo garage al centro di Salisburgo. La strada attuale è piena di tornanti che non gli consentono di sguinzagliare tutti i cavalli delle fuoriserie omonime. Quando ha appreso che la collina di Salisburgo non apparteneva a lui, ma a Salisburgo, sulle prime ci dev’essere rimasto male. Però, essendo un uomo comprensivo, ha accettato di venire a patti con questa entità sconosciuta: migliaia di esseri umani che aveva sempre visto dall’alto e forse scambiato per insetti. Così si è recato dai loro rappresentanti, i politici seduti in consiglio comunale, ha aperto il portafogli e ha chiesto: «Quanto fa?» Già, quanto costa sforacchiare il patrimonio di una comunità per i comodi di un singolo individuo? Quarantottomila euro, gli hanno risposto i politici: tutti, da destra a sinistra. Quarantottomila euro, meno di un monolocale. Il nuovo sindaco socialdemocratico, qualunque cosa voglia ancora dire questa parola, ha avallato l’affarone con un allargar di braccia: avendo lavorato tutta la vita alla Porsche da sindacalista, non se l’è sentita di dire di no. Rimasti soli — senza politici, senza sindacalisti e fra un po’ anche senza collina — gli abitanti di Salisburgo si sono uniti in un’arrabbiatura solenne, raccogliendo ventimila firme per bloccare gli scavi. Immagino il signor Porsche, lassù in villa, che si domanda: «Perché ce l’hanno con me?» Grazie per aver letto Prima Ora, e buon giovedì (Gli indirizzi email della Redazione Digital: gmercuri@rcs.it, langelini@rcs.it, etebano@rcs.it, atrocino@rcs.it) | |
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