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lunedì 30 maggio 2011

SCIALBA LA QUARTA UDIENZA PER IL PROCESSO COSENTINO



ASSENTE IL DEPUTATO
 EMESSA UN’ORDINANZA CHE HA RIGETTATO ALCUNE RICHIESTE DIFENSIVE
PROSSIMA UDIENZA IL 6 GIUGNO
Saranno escussi 2 capitani dei carabinieri e un maresciallo -



S. Maria C. V. ( Ferdinando Terlizzi ) - Udienza ( la quarta ) scialba e con numerose defezioni, iniziata con notevole ritardo sull’ora fissata e snobbata dall’imputato Nicola Casentino ( forse impegnato nella sua qualità di coordinatore regionale del PDL), accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, da alcuni avvocati e da molti giornalisti.
Come si ricorderà, nel corso della udienza precedente innanzi la 1° Sez. del Tribunale ( Presidente Gianpaolo Guglielmo, giudici Luigi D’Angiolella e Tommaso Perrella, P.M della DDA, Giuseppe Narducci e Alessandro Milita) furono sollevate alcune eccezioni preliminari e nello stesso tempo fu assegnato un termine per il deposito di memorie illustrative.
Infatti sia la difesa ( avvocati Agostino De Caro e Stefano Montone ) e sia i pubblici ministeri, hanno depositato in cancelleria le loro osservazioni. La pubblica accusa ha sforato di pochi giorni il termine assegnato, consegnando il proprio dossier, circa 2500 pagine, con oltre mille pagine di allegati, soltanto il 26 maggio integrandolo oggi, in udienza, con altre intercettazioni che si riferiscono a processi come a quello in corso contro Giuseppe Setola e quello contro Cipriano Chianese; nonché alle intercettazioni effettuate dalla Guardia di Finanza di Mondragone ).
Sulla copiosità e consistenza degli atti depositati ( con le memorie illustrative ) dalla pubblica accusa, la difesa, in persona del Prof. De Caro, ha chiesto un termine per poter esaminare gli atti. Il Tribunale ha concesso gg. 10 da oggi.
Il Presidente Guglielmo ha poi dato lettura di una ordinanza con la quale, sentite le parti in contraddittorio, in ordine alle richieste di prova, ha così deciso: “Va disattesa l’eccezione di utilizzabilità degli atti di indagine sollevata dalla difesa in relazione al lamentato ritardo dell’iscrizione del nominativo dell’imputato nel registro delle notizie di reato. Sul punto il collegio ritiene di conformarsi all’orientamento della giurisprudenza di legittimità, più volte ribadito dalle Sezioni Unite, secondo cui il termine di durata delle indagini preliminari decorre dalla data in cui il pubblico ministero ha iscritto nel registro delle notizie di reato il nome della persona cui il reato è attribuito senza che al giudice sia consentito stabilire una diversa decorrenza. Ed inoltre il collegio non ritiene rilevante la questione di legittimità costituzionale dell’art. 405 comma 2 del codice di rito prospettata in via subordinata dalla difesa, poiché nella specie, stando all’accusa formulata dal P.M. si tratterebbe di “condotta delittuosa perdurante” caratterizzata DA “continuità e stabilità”, del contributo offerto dall’imputato all’associazione camorristica e, dunque, di un reato permanente per il quale le indagini potevano comunque legittimamente proseguire”.
Il tribunale, poi, ha ammesso le prove per testi articolate dalle parti e l’acquisizione delle sentenze prodotte dai pubblici ministeri. Ù
In definitiva, il nodo più importante per la difesa non è stato ancora sciolto, che, come è noto, riguarda l’acquisizione o meno e l’utilizzo delle intercettazioni del processo della P3 ed altri processi.
L’udienza è stata aggiornata al sei giugno, nel corso della quale saranno sentiti i testimoni indicati dalla pubblica accusa. Si tratta dei capitani dei carabinieri Fulcri e Starace, nonchè del maresciallo Di Giuseppe.







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