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giovedì 12 aprile 2012

ANCORA UNA VALIDA AFFERMAZIONE DEL CRIMINOLOGO CARMELO LAVORINO


Scagionato il brigadiere Francesco Suprano, indagato per l'omicidio di Serena Mollicone. Depositata ieri mattina la perizia del prof. Novelli. Grave e dubbiosa assenza degli altri indagati che non si sono sottoposti ai prelievi del DNA. E’ prevalsa la tesi del criminologo   Prof. Carmelo Lavorino.






Il nostro direttore con il Prof. Carmelo Lavorino alla Libreria Mondadori di Caserta in occasione della presentazione del libro "Il delitto di un uomo normale". 






Cassino – ( di Ferdinando Terlizzi ) – E’ stata depositata ieri mattina in cancelleria la perizia del Prof. Novelli dopo i prelievi della saliva effettuati presso il Gabinetto della Scientifica di Roma per l’omicidio di Serena Molicone. Come si ricorderà tra gli indiziati vi era il brigadiere Francesco Suprano all’epoca in servizio presso la Caserma di Arce oltre al comandante Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Anna Maria Mottola, tutti residenti in Teano.
     Inoltre sono indiziati per concorso in omicidio anche Michele Fioretti (  fidanzato della Serana ) e la madre di costui Rosina Partigianoni. Appena appresa la notizia del deposito il criminologo Carmelo Lavorino – che difende il carabiniere Suprano assieme agli   avvocati Eduardo Rotondi e Emiliano Germani ed  al biologo prof. Saverio Potenza, ci ha dichiarato: “ In qualità di consulente tecnico criminologo criminalista del Carabiniere Francesco Suprano, indagato per l'omicidio di Serena Mollicone (delitto di Arce) assieme ad altre cinque persone, che in data odierna è stata depositata dal prof. Giuseppe Novelli la perizia biologica, genetica e dattiloscopica disposta dal GIP su un centinaio di reperti e che le nuove tracce utili (un'impronta papillare e due dna maschili) non corrispondono  alle impronte papillari ed al codice genetico del mio assistito Suprano: questo significa che sarà prosciolto da ogni accusa.Tengo a stigmatizzare che quando abbiamo acquisito presso il Servizio di Polizia Scientifica della Criminalpol le impronte papillari e il Dna degli indagati, si è presentato SOLTANTO il nostro assistito Suprano”.


     Come si ricorderà Serena Mollicone venne trovata morta dieci anni fa in un bosco a pochi chilometri da casa, in Ciociaria, con le mani e i piedi legati con un filo di ferro e con un sacchetto di plastica sul volto. Dalle prima ore del ritrovamento del corpo, molte ombre si erano addensate sul maresciallo dei carabinieri, adesso indagato e allora comandante della Stazione di Arce, Franco Mottola, che insieme al figlio e a altre tre persone che  sono nel mirino dei magistrati. Nonostante i sospetti, per il delitto della 18enne venne inizialmente però accusato il carrozziere, Carmine Belli, che poi fu assolto dalla Corte d'Assise nel 2004 e dalla Corte d'Appello nel 2005.
     Inquietante appare, inoltre, il suicidio ( 2008)  di uno dei brigadieri della caserma che era stato ascoltato come persona informata sui fatti getta nuove ombre sul caso. E' Santino Tuzi che si sarebbe ucciso sparandosi un colpo di pistola al cuore. Secondo gli inquirenti si era trattato un suicidio per motivi sentimentali, per gli amici e per la famiglia del militare invece il gesto estremo sarebbe stato compiuto a causa delle sue indagini sul caso di Serena Mollicone.
     A rafforzare questa ipotesi le parole della figlia del brigadiere: "Penso che mio padre durante le indagini ha assistito a qualcosa, ha saputo qualcosa, e gli è stato detto di non rivelare niente. Mio padre non è riuscito a tenersi tutto dentro e ha deciso forse di chiudere la sua vita in questo modo. Forse era stato minacciato, forse dalla stessa persona che gli aveva chiesto di non dire niente. Forse le minacce erano anche nei nostri confronti, poteva succederci qualcosa. Forse per proteggerci ha deciso di suicidarsi".

      Secondo quanto si è appreso dalle indagini  Serena Mollicone , oltre a essere una studentessa modello, era anche impegnata sul fronte sociale. Nel 2001 ad Arce era cominciata a circolare la droga, mai vista prima in paese; o quantomeno non così apertamente: si era creato un giro di spaccio davanti alle scuole, e la ragazza era impegnata in prima persona per combattere questo giro.  E minacciava denunce. "Non mi ero reso conto - ha raccontato il padre, Guglielmo Mollicone, - che Serena fosse entrata in contatto con un ambiente pericoloso, che si fosse esposta troppo. Ce l'aveva con un ragazzo che spacciava vicino al centro antidroga. Le indagini devono ripartire da qui".

      Serena aveva forse scoperto qualche giro pericoloso? In che modo
 i cinque indagati accusati del suo omicidio sono collegati alla vita della giovane vittima e alla sua uccisione? E' quello che in queste ore gli inquirenti dovranno scoprire, per restituire luce a un caso per fin troppo tempo è stato sepolto dalle ombre.Non mancheremo di seguire la prossima udienza per i nostri lettori.



     

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