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sabato 2 giugno 2012

Organizzato dal FORMED di Caserta PRIMO CORSO IN CAMPANIA DI PERFEZIONAMENTO IN MEDIAZIONE PENALE



Organizzato dal FORMED di Caserta
 PRIMO CORSO IN CAMPANIA  DI PERFEZIONAMENTO
 IN MEDIAZIONE  PENALE

In collaborazione con la Seconda Università degli Studi di Napoli – Facoltà di Giurisprudenza e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere – Qualificati docenti provenienti da varie Università Italiane, magistrati, funzionari del Ministero di Giustizia e del Ministero degli Interni.

     Caserta – ( di Ferdinando Terlizzi ) -  Il Formed, Ente di formazione didattica e culturale  con sede in Caserta, di cui è direttrice   la Prof.ssa Vittoria Ponzetta,  in convenzione con  la Seconda Università degli Studi di Napoli – Facoltà di Giurisprudenza e con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere, propone – per la prima volta Campania -  un  Corso di Perfezionamento in Mediazione Penale, che ha lo scopo di fornire competenze teorico pratiche per la formazione di operatori sociali consapevoli dei nuovi modelli di giustizia per la gestione dei conflitti generati da illecito penale, nell’ottica di favorirne la composizione in una prospettiva riparativa.

     Il Corso, il cui responsabile scientifico è il prof. Giuliano Balbi, è rivolto a Laureati in: Scienze Giuridiche, Giurisprudenza (vecchio ordinamento), Sociologia, Scienze del servizio sociale, Filosofia, Scienze della Formazione, Psicologia, Scienze dell’educazione ( ex Pedagogia, vecchio ordinamento) e lauree equipollenti. Sono ammessi al corso anche gli appartenenti alle Forze dell’Ordine in possesso di laurea.
  
     Oltre al Prof. Balbi, della   Seconda Università degli Studi di Napoli si alterneranno per tutta la durata del corso ( oltre sei mesi ) docenti come  Flavio Argirò, Seconda Università degli Studi di Napoli. Dr. Pietro  Avallone, Giudice Minorile, Napoli; Dr. Marco  Bouchard, Giudice del Tribunale di Firenze; Prof. David Brumelli, Università di Perugia; Dr. Beniamino Calabrese, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di  Catanzaro;  Prof. Adolfo Ceretti, Università Milano Bicocca;   Prof.ssa Marilena Calamussi, Università di Bari;   Prof.ssa Mariavaleria del Tufo, Università Suor Orsola Benincasa, Napoli; Dr. Massimo De Pascalis, dirigente generale del DAP, Direttore Istituto Superiore di Studi Penitenziari; Dr. Roberto Desi, Coordinatore Assistente Sociale, referente del progetto di mediaz. penale Comune  di Terni;  Dr.ssa Francesca Genzano, Mediatore Umanistico modello MORINEAU;  Prof. Giovanni Lodigiani, Università Insubria Como/Varese; Prof.  Stefano Manacorda, Seconda Università degli Studi di Napoli: Dr.ssa Isabella Mastropasqua, Ministero di Giustizia Dipartimento Minorile; Prof. Mariano Menna, Seconda Università degli Studi di Napoli;  Prof.ssa Grazia Mannozzi,  Università Insubria Como/Varese; Prof.ssa Claudia Mazzucato, Ricercatore presso Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano;  Dr.ssa Santa Perrello , Università degli Studi “Federico II” di Napoli; Dr. Giovanni Rossi,  Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni  di Perugia;  Dr.ssa Anita Russo, Mediatore penale;  Dr.ssa Anna Sanchez , Psicologa, Giudice Onorario Tribunale per i Minorenni di Roma, Esperta in mediazione  penale e familiare;  Dr. Irma Sperlongano , Funzionario U.S.S.M. Dipartimento Giustizia Minorile, Napoli; Dr. Giuseppe Taschetti , Vice Questore aggiunto, dirigente Ufficio Immigrazione  Questura di Terni  e il  Prof. Costantino Visconti, dell’Università di Palermo.


     Tutti gli Enti e le Università che hanno aderito  all’iniziativa saranno invitati e menzionati nella cerimonia di presentazione che si svolgerà in Santa Maria Capua Vetere, presso la facoltà di Giurisprudenza sita in Piazza Matteotti, Palazzo Melzi, entro la fine di giugno. Ma  molti si domanderanno che cos’è la Mediazione Penale?  “Secondo l’asettica definizione che si rinviene nelle fonti comunitarie, per “mediazione nelle cause penali” ha spiegato la dott.ssa Anita Russo, mediatore penale -  deve intendersi la “ricerca, prima o durante il procedimento penale, di una soluzione negoziata tra la vittima e l’autore del reato, con la mediazione di una persona competente”1. Pur stringata, tale definizione consente in prima battuta di individuare sinteticamente e chiaramente i contenuti, lo scopo, il luogo e i protagonisti della mediazione penale: “ricerca”, “soluzione negoziata”, “procedimento penale”, “vittima” “reo” e “mediatore”. Sennonché, a dispetto della lineare semplicità della definizione tecnico-normativa, la mediazione penale si pone al crocevia di questioni di straordinaria complessità che sollecitano a rivedere il nostro modo di concepire le relazioni e i conflitti intersoggettivi nelle comunità sociali, la loro regolazione pubblica e, in ultima analisi, la stessa idea di società e di giustizia; tanto da costituire la cifra essenziale di un modello paradigmatico di giustizia diverso dai dominanti “retributivo” e “riabilitativo”, i quali individuano comunque nell’autore del reato il destinatario dell’azione pubblica: un modello definito “riparativo” proprio per la sua attitudine a mettere al centro dell’attenzione, piuttosto, la vittima del reato”.

     “Lungo questa via –  ha precisato ancora la Russo -  la mediazione penale non è soltanto un istituto giuridico-penale: ma senza un’adeguata conoscenza dello sfondo normativo-processuale in cui viene sperimentata non se ne possono comprendere la funzione, né i presupposti e i limiti per l’attivazione. Così come non è soltanto una tecnica di intervento sociale: e però, senza un’adeguata  conoscenza del contesto sociale in cui deve operare non se ne possono comprendere il contenuto, né i modelli di implementazione nell’ambito della rete dei servizi di cui    occorre servirsi per renderla fruibile. E, infine, non è soltanto una filosofia, una etica della giustizia: e tuttavia, senza un’adeguata conoscenza delle idee che propugna e che mette in discussione, non se ne possono comprendere la reale portata politico-sociale, la sua carica innovatrice nella direzione di una società più giusta perché più solidale”.

     In poche parole, per tentare di rispondere alla domanda “che cos’è la mediazione penale”,senza accontentarsi di una semplice definizione, bisogna seguire una strategia articolata, un approccio transdisciplinare in grado di rendere conto il più possibile dei molteplici fattori di diversa estrazione che, intrecciandosi tra loro, vengono in rilievo nell’affrontare il tema: non a caso la ormai ricchissima letteratura scientifica che si riscontra sul tema è opera di giuristi, criminologi, sociologi, psicologi, filosofi. Insomma, per conoscere la mediazione penale e capirne il valore, per decifrarne i vari aspetti e livelli problematici, occorre anche avventurarsi in campi disciplinari che per la formazione universitaria e/o professionale di tipo settoriale acquisita da ciascuno di noi possono rivelarsi pieni di insidie: in questo senso, si può ben dire, parafrasando il titolo di una fortunata pubblicazione in argomento, che per l’intrapresa è richiesta una buona dose di “coraggio”, perché il rischio di cimentarsi con improvvisazione è molto alto. Consapevoli di queste difficoltà, si tenterà nella prima parte del lavoro di fornire un quadro delle fonti normative sovranazionali, nonché degli spazi che il nostro ordinamento riserva direttamente o implicitamente alla mediazione penale. Sotto quest’ultimo profilo, occorre anche affidarsi, per dir così, al “racconto” delle esperienze di mediazione penale che hanno visto la luce in Italia nell’ambito della giustizia minorile: come tutti i fenomeni innovativi ispirati a una “filosofia pratica”, pure la mediazione penale ha vissuto e sta ancora vivendo un’intensa e localmente diversificata dimensione sperimentale la quale, tra progressioni e ripensamenti, tra entusiasmi e disincanto, contribuisce comunque in modo decisivo a tratteggiare la pluralità di plausibili modelli teorico-applicativi a cui si può far riferimento in termini paradigmatici. Soltanto dopo aver battuto questo percorso, - ha concluso la dottoressa Russo -  possiamo poi tentare di rispondere all’ulteriore domanda su “che cosa potrà essere la mediazione penale a Palermo”, vista la recente istituzione dell’Ufficio di mediazione penale in questa città, all’esito di una lunga, tormentata e insieme appassionante e peculiare gestazione progettuale”.

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