LA VICENDA DEI TOZZA TOZZA FASULLI
IL RIESAME DI NAPOLI SI E’ RISERVATO
IL GIP HA RIGETTATO TUTTE LE RICHIESTE DELLA DIFESA PER LA BANDA DI SESSA AURUNCA
di Ferdinando Terlizzi
Il Gip Antonio Baldassarre, che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, contro i personaggi coinvolti nei falsi incidenti automobilistici nei giorni scorsi, ha siglato un ulteriore atto di accusa contro quasi tutti gli indiziati.
Nella sua ordinanza - per il rigetto o l'accoglimento delle richieste difensive - dopo gli interrogatori di garanzia - ha lanciato un vero e proprio monito contro tutti coloro i quali si sono avvalsi della facoltà di "non rispondere" ( così come da noi prospettato in un precedente nostro intervento in merito )... Scrive il Gip tra l'altro: I lunghi ed articolati interrogatori di garanzia di cui in premessa, eseguiti nelle forme di legge alla presenza dei difensori di fiducia e previa illustrazione a ciascun indagato delle facoltà e degli obblighi di cui agli artt. 63 e ss. C.p.p., hanno offerto una ampia possibilità di verifica del contenuto dell'ordinanza cautelare e delle sue statuizioni, con riferimento alla complessa ipotesi accusatoria a carico degli stessi indagati, verifica che ha investito tanto le linee generali del fenomeno nel suo insieme e le singole imputazioni contestate, quanto le specifiche posizioni di ciascuno degli indagati e la loro partecipazione in relazione alle diverse imputazioni rispettivamente contestate.
La stretta correlazione tra le diverse posizioni e tra gli indizi di reità relativi ai vari soggetti ha implicato la necessità che la presente rivalutazione complessiva di tutto il quadro cautelare avvenisse solo all'esito di tutti gli interrogatori, proprio perché - come non hanno mancato di rilevare le difese - all'interno della fattispecie associativa – nel suo·complessò, costruita dalla Procura in una contestazione unitaria - in"realtà era comunque possibile ravvisare l'esistenza di alcuni sottogruppi, di cui s'è dato ampio riferimento già nell' ordinanza, i quali si erano coagulati intorno a soggetti pur rimanendo ferme alcune figure che hanno interessato trasversalmente le attività degli stessi diversi sottogruppi; tali figure sono state dapprima il filo conduttore delle varie attività di indagine e poi il collante tra le imputazioni.
Ne è emersa un'ampia conferma sia dell'ipotesi accusatoria nel suo complesso - la quale, lungi dal configurarsi come una dissertazione sociologica, come elegantemente sostenuto da alcuni difensori, è risultata confermata nei suoi presupposti di fatto e di diritto - sia delle singole imputazioni che costituiscono titolo cautelare.
Per quanto concerne il delitto di associazione per delinquere, invero, deve dissentirsi dalla tesi secondo cui la partecipazione ai vari delitti da parte dei singoli indagati, era stata isolata, pulviscolare o autonoma,come è stata definita nelle varie discussioni dei difensori, poiché come si è ampiamente illustrato nell' ordinanza, le fattispecie in questione postulavano necessariamente e inevitabilmente la condivisione di una serie di passaggi necessariamente plurisoggettivi, inderogabilmente collegati alle singole professionalità e competenze è che richiedevano in maniera inevitabile di potere contare in via continuativa e stabile sulla disponibilità degli altri sodali.
Anche coloro che sono apparsi come dei battitori liberi infatti hanno avuto piena necessità di poter contare sulle altre figure necessarie per il completamento delle frode assicurative di cui si discute non potendo fuoriuscire dalla sequenza che prevedeva quanto meno le seguenti figure: procacciatore/ medico del pronto soccorso/ medico di base specialista/ medico radiologo o ecografista/ avvocato oltre ad una serie di figure accessorie variamente ricorrenti nei ruoli di figurante, proprietario dell'auto. Vittima, responsabile del sinistro etc. con la importante conseguenza che ciascuno di essi sapeva e non poteva ignorare che il suo ruolo si inseriva e aveva senso solo se nella stretta correlazione con gli altri associati che è stata ampiamente descritta nell’ordinanza.
Può discutersi, invero, se tutti i soggetti coinvolti fossero tra loro associati o se esistessero vari sottogruppi aventi autonoma qualità e qualìficazione di associazione per delinquere, ma questo non muta la sussistenza degli indizi cautelari sul delitto associativo così come attribuito nell' ordinanza.
Su questi fatti gli indagati sono stati lungamente interrogati, in maniera diffusa e talvolta anche defatigante, come se taluni dei soggetti sentiti intendessero misurarsi in delle - francamente inutili -competizioni verbali e logiche, che - se da un lato potevano essere necessarie per comprendere la genuinità di alcune risposte e posizioni - in molti altri casi non hanno fatto che inasprire inutilmente il tono degli interrogatori di garanzia e portare fuori strada nella comprensione dei fatti.
Come si è già detto – pur essendo possibile oggi alcuni distinguo - e alcune variazioni e pur dovendo comunque rinviare al prosieguo delle indagini e eventualmente al vaglio dibattimentale per alcuni specifici temi e questioni contestati dalle difese e dagli imputati, è possibile trarre dal complessivo svolgimento degli interrogatori una sostanziale conferma dell'ipotesi investigativa.
In primo luogo vanno sottolineate le ampie confessioni da parte di alcuni indagati, nonché le reiterate chiamate in correità da parte degli stessi. alle quali - invero - non hanno fatto seguito le pur attese e d’immaginabili dichiarazioni etero liberatorie che alcuni soggetti specie quelli maggiormente gravati, bene avrebbero potuto rendere a vantaggio dei soggetti che per loro tramite erano stati coinvolti nei fatti reato in questione e - di conseguenza - nel presente procedimento.
È il caso, ad esempio, del nucleo "napoletano" ruotante intorno a Clara Bondetti, il cui avvalersi dellafacoltà di non rispondere ha finito per influire anche sulla posizione degli indagati Vitale e soprattutto Stozzetti; oppure è il caso degli indagati collocabili nel sottogruppo impiantato nell'area di Sessa Aurunca. I quali pure si sono quasi tutti avvalsi della facoltà di non rispondere (con la sola eccezione di Pastore, invero estremamente gravato da numerosi e incontrovertibili elementi di natura penale, lavoristica, amministrativa, bancaria etc.); il che ha impedito di acquisire i chiarimenti e le precisazioni che ci si sarebbe potuti attendere dall'incrocio delle varie dichiarazioni e dalla verifica delle diverse posizioni.
Con queste premesse generali, pur tenendo conto dei distinguo e delle riflessioni delle difese è possibile trarre la sintesi che segue, analiticamente riferita ai singoli indagati.
Per quanto concerne Luciano Peluso, s'è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha prodotto documentazione che dimostra il suo rapporto di lavoro subordinato alle dipendenze deIl'avv. Pizza, a riprova del suo ruolo in qualche modo subalterno rispetto a questi, il che riapre in qualche modo la questione inerente l'effettiva ripartizione degli utili dai delitti di cui lo stesso è accusato. Allo stato però, la sua posizione non può essere utilmente rivalutata, anche in attesa di preannunciati chiarimenti. Ogni istanza va dunque respinta.
Gennaro Pizza, s'è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha fornito alcun elemento effettivo di conoscenza. AlIo stato però,la sua posizione non può essere utilmente rivalutata. Non vi sono possibilità di rivalutazione o revisione del quadro cautelare già espresso.
Giancarlo Filippelli: s'è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha fornito alcun elemento effettivo di -conoscenza. AlIo stato però,la sua posizione non può essere utilmente rivalutata. Non vi sono possibilità di rivalutazione o revisione del quadro cautelare già espresso.
Fabrizio Sergio, s'è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha fornito alcun elemento effettivo di conoscenza. Allo stato però, la sua posizione non può essere utilmente rivalutata. Non vi sono possibilità di rivalutazione o revisione del quadro cautelare già espresso.
Michele Buono: non ha offerto elementi di comprensione convincenti e concreti, che potessero giustificare la mancanza di consapevolezza da parte sua sulla utilizzazione dei certificati e dei referti disinvoltamente emessi. Non vi sono possibilità di rivalutazione o revisione del quadro cautelare già espresso,
Giuseppe Pastore ha negato gli addebiti in modo del tutto inverosimile e contro ogni evidenza. I profili anche di rilievo extrapenale che lo riguardano sono numerosi e la spiegazione di quelle che sarebbero state le cautele assunte a suo tempo, quando lavorava in banca, s'è rivelata quasi ridicola. Resta la misura di cui all’ordinanza.
Truffa sui falsi incidenti, il primario Belfiore inguaiato da altri due indagati
Sono stati revocati gli arresti per tre indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle truffe alle assicurazioni auto in provincia di Caserta, indagine che l’ 11 luglio scorso ha portato all’emissione di 42 misure cautelari. Oggi, il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Baldassarre, dopo gli interrogatori di garanzia, ha rimesso in liberta’ Carmine Sardaro, Luciano Curci e Francesco Russo, mentre ha concesso l’obbligo di dimora a Stanislao Di Bello, Vincenzo Schiavone, Aldo Garofali, Gaetano Battaglia, Franco Di Fabio, Carmine Angrisani, Giuseppe Sorrentino e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Concetta Becchimanzi. A Francesco Corvino (difeso dall’avvocato Rosario Avena), a Domenico Di Dona, Francesco Pacia e Francesco Panaro (difeso dall’avvocato Angelo Raucci) sono stati concessi gli arresti domiciliari. Resta, invece, agli arresti domiciliari il primario del reparto di Radiologia dell’ospedale civile San Sabastiano di Caserta, professor Giuseppe Belfiore, accusato di aver agevolato la prescrizione di falsi referti medici – nel centro Massa di Casagiove gestito dalla moglie – utilizzati poi per la richiesta di rimborso alle agenzie truffate. “La descrizione del suo ruolo defilato nella gestione del centro e all’oscuro di tutto – scrive il gip Baldassarre nel suo provvedimento – non e’ assolutamente credibile”. Belfiore aveva spiegato la sua posizione, lunedi’ scorso, respingendo per circa tre ore le accuse che gli erano state mosse. Ma il giudice scrive: “Il quadro indiziario a suo carico e’ risultato ampiamente aggravato non solo dalle nuove dichiarazioni di Dalena, ma anche da quelle di Di Caterino e Covino che hanno riferito di espliciti colloqui con il professor Belfiore sul conto del centro Massa”.
Nessun commento:
Posta un commento