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mercoledì 22 agosto 2012

IL GIP SCOGNAMIGLIO HA RINVIATO A GIUDIZIO PER OMICIDIO VOLONTARIO ANTONIO ARCIERO NEI CONFRONTI DI ANTONIO PASSERO - ACCUSATO IN UN PRIMO MOMENTO DI OMICIDIO COLPOSO – IN CORSO INDIGINI NEI CONFRONTI DEI COMPLICI




 IL GIP SCOGNAMIGLIO  HA RINVIATO A GIUDIZIO PER OMICIDIO VOLONTARIO ANTONIO ARCIERO   NEI CONFRONTI DI ANTONIO PASSERO  -
ACCUSATO IN UN PRIMO MOMENTO DI OMICIDIO COLPOSO – IN CORSO INDIGINI NEI CONFRONTI DEI COMPLICI
 di Ferdinando Terlizzi



     Sessa Aurunca –  E’ di ieri mattina la notizia secondo la quale il Gip del Tribunale di S. Maria C.V,. Dott.ssa Cettina Scognamiglio ha rinviato a giudizio per omicidio volontario  Antonio Arciero  da Piedimonte di Sessa Aurunca, fissando l’udienza preliminare per il 21 settembre prossimo. Continuano intanto le indagini coordinate dal P.M. Geraldina Cozzolino nei confronti dei mandanti e dei complici.  
     Come si ricorderà  - in un nostro precedente servizio  - avemmo ad evidenziare il fatto che sulle prime il fatto era  apparso un normale  “incidente stradale”, poi, la sagacia dei  carabinieri, i risultati del Ris di Roma, il comportamento dell’unico indiziato e il coordinamento della Procura della Repubblica hanno ribaltato il fatto.

     Per gli inquirenti, dunque, non si è trattato di un incidente stradale. Ma la prima cosa che insospettì il magistrato inquirente fu la volontaria costituzione del presunto autore del falso incidente e la fretta con la quale egli intendeva “patteggiare” una pena rilevante per omicidio  colposo.

      Dopo un periodo di indagini di alcuni mesi, infatti, che ha visto i militari dell'arma di Sessa Aurunca coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria C.V. dott.ssa Geraldina Cozzolino, in prima linea per scovare il movente e i responsabili dell'omicidio del giovane cellolese  Antonio Passero, è stato disposto da parte della Pubblica Accusa, nei confronti di uno degli indagati Carmelo Arciero, di Villaricca, residente a Piedimonte di Sessa Aurunca, ( ora agli arresti domiciliari ) difeso dall'avv. Antonio Gallinaro, l’avviso di conclusioni indagini  per il reato di “omicidio volontario aggravato”,  dall’aver agito per motivi abietti e futili, imputazione, che se confermata,  è punita con la pena della reclusione all'ergastolo.
    
     La vicenda verificatasi nel mese di marzo scorso, è stata possibile ricostruirla solo grazie alla caparbietà ed intransigenza degli uomini del Nucleo Operativo dell'Arma di Sessa Aurunca, nonché dalla volontà della sig.ra  Caterina Grazioso,  madre della vittima,  di vedere appurata la verità, la quale ha conferito mandato difensivo agli avvocati  Luigi Iannettone e Mario Sciarretta,  per la costituzione di parte civile. Di fatto, all'inizio la vicenda appariva di difficile risoluzione, in assenza di testi oculari.  Il tutto appariva  riconducibile ad un sinistro stradale con l’esecutore ignoto. Solo attraverso un lavoro certosino dei militari dell’arma,  dopo ore di super visione dei filmati video della vicina Banca,  sono riusciti ad individuare il modello di auto con la quale era stato travolto  il giovane Antonio Passero.

     Alchè, dopo verifiche incrociate, l’Arciero vistosi messo alle strette si è consegnato ai Carabinieri, fornendo una confessione all’Autorità inquirenti, che fin dall’inizio appariva lacunosa e non compatibile con quanto si riusciva a vedere dai filmati video, nonché dalle lesioni riportate dalla vittima. In netto contrasto con il Giudice per le  Indagini Preliminari,  investito a decidere sulla misura da applicare ritenendo il fatto ascrivibile ad una manovra colposa, la dott.ssa  Cozzolino, caparbiamente ( ma sulle precise indicazioni dei carabinieri di Cellole e di Sessa )  disponeva una   consulenza sul cadavere e sull’autovettura coinvolta nel sinistro, dalle quali si evidenziava una plausibile verità alternativa a quella confessata dall’indagato.

     Circostanze corroborate anche dalle modalità collaborative dell’Arciero, che si è consegnato solo dopo alcuni giorni dall’episodio, nonché dal fatto che l’autovettura al momento del rinvenimento  è stata ritrovata parzialmente smontata, che confermerebbe la volontà di disfarsene e quindi di occultare le prove, circostanze   in antitesi con una decisione reale e sincera di confessare.

     Si giunge così al fatto, che gli  inquirenti sospettano che l’Arciero sia solo l’esecutore materiale del delitto, - e che cerchi di nascondere e coprire il mandante o i mandanti dell’odioso crimine  - e che vi siano dei mandanti morali, certamente da ricercare tra coloro che in passato hanno avuto diverbi o colluttazioni con la vittima, episodi anch’essi deferiti all’Autorità Giudiziaria, sui quali gli inquirenti stanno lavorando, e secondo i quali é vicina anche la loro individuazione.

     Infatti, la vittima, secondo le voci correnti  aveva un  carattere introverso, che spesso lo avevano portato ad avere dei diverbi con terze persone, che vista la dimestichezza con le arti marziali avevano riportato in tali episodi la peggio; persone che probabilmente per vendicarsi  hanno ingaggiato l’Arciero per togliersi dalle “scatole”  il giovane Antonio Passero.

  

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