fOTO DI REPERTORIO: lE MISS A SESSA AURUNCA |
Accadde a Sessa
Aurunca il 5 novembre del 1959
“MENAGE A TROIS” CON
BOTTE IN FAMIGLIA E PROCESSO IN TRIBUNALE LEI NON VOLEVA PERDERE UN
OSPITE GIOVANE E MOLTO GENEROSO CHE POTEVA
ANCHE SOSTITUIRE IL MARITO – ALTRI EPISODI BOCCACCESCHI
Un
incredibile “ménage” a tre fu rievocato dinanzi al Tribunale di Santa Maria
Capua Vetere ove due coniugi, Francesco e
Concetta Buonamano, comparvero perché imputati, il marito di
istigazione alla prostituzione e sfruttamento e la moglie di violazione degli
obblighi di assistenza e violenza contro uno del suoi due figlioli. I fatti che
determinarono lo strano caso accaddero nel comune di Sessa Aurunca ove un
impiegato, Elia Mazzucco, in cerca
di una camera ammobiliata, fu accolto con entusiasmo in casa del
Buonamano: “Vedrete - gli disse il capo
dell'ospitale famiglia - che da noi vi troverete bene”.
E con stupore del neo-inquilino gli
sistemò un soffice letto proprio nella sua camera matrimoniale ove il Mazzucco,
col consènso del marito e della moglie, dormi insieme ad essi per ben due anni.
Come si dice a Napoli “a lietto stritte
cuccate mieze”… e così fece il baldo
giovanotto, facendo tra l’altro del suo
meglio per accontentare, sia il marito, con generosi
compensi e sia la moglie, con..
frequenti e gratificanti prestazioni sessuali.
Ma in città, sono molti gli episodi boccacceschi che
si raccontano. C’era un tizio che, essendo un accanito giocatore d’azzardo,
recatosi a casa improvvisamente, per
prelevare una somma di denaro, avesse
scoperto la moglie con un uomo e che a tale vista avrebbe semplicemente chiesto
scusa per non… “aver bussato prima di
entrare”…! In altra circostanza, invece,
pare si fosse addirittura giocato a “carte” una prestazione sessuale della
moglie, ed una volta persa la
partita, avesse lui stesso accompagnato
l’amico a casa e assistito all’amplesso,
profferendo queste parole di incitamento: “Dai, fai presto, che ci
facciamo un’altra partita…”. L’episodio
dice tutto.
Ma, abbandoniamo i racconti
boccacceschi, per calarci nuovamente
nella realtà, la quale, purtroppo, non si discosta molto dagli stessi. Se non
ché un giorno, trascorsi due anni nella non comune situazione, un figliolo dei
Buonamano, Pietro, avendo notato
quanto singolare fosse la condizione dell'inquilino alloggiato nella camera
matrimoniale dei genitori, protestò chiedendo che si ponesse fine ad un tale
stato di cose. Ne nacque una lite e la più furente fu proprio la donna. La lite
con il figliolo fu violenta e Concetta Buonamano, dinanzi alla
prospettiva di perdere un ricco mensile e un marito di “ricambio”, impugnò una
scure, colpendo però il figlio con il
solo manico.
I giudici, dopo avere udito l'abile
arringa dell’Avv. Giuseppe Irace,
difensore di entrambi coniugi,
furono clementi: al marito furono
comminati due anni di reclusione, mentre
il reato della donna fu dichiarato
estinto per amnistia.
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