Vittime e familiari: Laura Anello, 'L’altra storia'
02-10-2012
Vent’anni dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio un libro narra quegli avvenimenti non con il senno del dopo ma come se raccontasse i fatti mentre accadono, e da una nuova prospettiva: quella dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime. Le loro testimonianze si fanno racconto, un racconto pieno di partecipazione, di emozione, di affetto. Laura Anello, giornalista de La Stampa e del Giornale di Sicilia ha pubblicato, per le edizioni Sperling & Kupfer, 'L’altra storia', un libro che dà emozioni e che lascia da parte qualsiasi retorica: i nomi degli uccisi, fatti a ogni anniversario, diventano quelli di persone vere, con il loro carattere, il loro coraggio, i loro timori, le loro passioni, i loro problemi. Accanto a Maria Falcone che racconta il fratello Giovanni e a Manfredi Borsellino che racconta il padre Paolo, i parenti degli agenti di scorta rivelano storie nelle quali si intravede quasi l’ombra del destino.
Edna Cosina parla del fratello Eddie, uno degli agenti morto con il giudice Borsellino. Un uomo che crede nella Patria, parla poco del suo lavoro e non vuole dare preoccupazione ai suoi cari che vivono a Trieste. Parte il 2 luglio per Palermo e il 17 luglio in una telefonata dice alla sorella che ha un biglietto per il 21, torna a casa. Ma il 19 luglio viene ucciso dalla bomba e non si salva solo per una questione di attimi. Era più lontano rispetto ad altri dal punto dell’esplosione, era sceso dalla macchina in un momento successivo: se fosse rimasto dentro l’abitacolo qualche istante ancora, sarebbe sopravvissuto. O Emanuela Loi, descritta dalla sorella, originaria della Sardegna, che inizia a fare la poliziotta per caso, viene mandata a Palermo, chiede di essere trasferita ma finisce di scorta a Borsellino.
Oppure la storia di Angelo Corbo, agente sopravvissuto alla strage di Capaci che, ricordando quel 23 maggio, trasmette immagini di straordinaria intensità e drammaticità. Corbo viaggiava allora nella macchina che seguiva quella del giudice Falcone. Oggi ricorda: «A un tratto sento che volo, che mi alzo da terra e ricado giù con tutto il peso della macchina corazzata. I miei due colleghi urlano: ‘Cazzo, cazzo, ma che cosa sta succedendo?’». Si riprendono, raggiungono la macchina con Falcone, vedono l’autostrada devastata. «Allora ci mettiamo intorno alla macchina con le pistole puntate, a proteggere il nostro obiettivo fino alla morte, questa è la regola». Giustamente, Laura Anello aggiunge: «Eccola, l’istantanea di Capaci, il racconto di un testimone quasi dimenticato, rimasto nelle pieghe della tragedia. Tre uomini bianchi di polvere, sanguinanti, stravolti, armati solo di tre pistole, a presidiare il fortino in mezzo al deserto. A fare la guardia a due giudici morenti e al loro autista...»
Molte storie sono nel libro: Antonio Montinaro e suo figlio, Rocco Dicillo e la sua storia d’amore con Alba Terrasi, la madre di Vincenzo Li Muli che come in trance si mette a lavare la camicia del figlio appena viene a sapere della sua morte, e ancora tanti altri sguardi ed episodi dolorosi e commoventi.
Un libro da leggere per coloro che nel 1992 c’erano, perché ricordino, e per coloro che allora neppure erano nati, perché possano conoscere. Il racconto di un avvenimento o di una emozione spesso può imprimersi nell’animo più di un’analisi o di una cerimonia.
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