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giovedì 8 novembre 2012

IL SENATORE BERSELLI 
DDL DIFFAMAZIONE:
OK della COMMISSIONE
al DDL BERSELLI. MARTEDI'
dibattito in AULA. LEGA
E API VOTANO CONTRO.
RESTA IL NODO DELLE
RETTIFICHE INFINITE


FNSI: “SULLA BUONA STRADA MA SERVONO INTEGRAZIONI”

di Anna Laura Bussa-ANSA
Roma, 8 novembre 2012.  Il secondo accordo di maggioranza sul ddl Diffamazione regge alla prova del voto in commissione. Il testo, completamente riscritto dal presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl) viene approvato a maggioranza, con i soli voti contrari di Api e Lega. I 10 emendamenti che stamattina erano stati depositati al testo da Api, Idv e Vincenzo Vita (Pd) vengono ritirati per essere ripresentati probabilmente in Aula dove e' atteso per martedi' prossimo, 13 novembre.    Berselli e' molto soddisfatto: ''E' andato tutto molto bene - commenta sorridente dopo il voto in commissione - e credo che il voto di oggi possa essere di buon auspicio per l'esame dell'Aula fissato per martedi' prossimo''. ''L'accordo politico ha tenuto - aggiunge - e se ha tenuto oggi, al 100% terra' anche in Aula''. Il testo, cosi' com'e' stato riscritto dal senatore del Pdl, e' decisamente piu' snello, e' di 2 soli articoli e non comprende tutte le norme piu' controverse che erano state aggiunte in Aula: da quelle che consentivano la decurtazione dei rimborsi per l'editoria in caso di danno non risarcito a quella che avrebbe permesso di 'censurare' i libri sempre in caso di diffamazione. Il ddl ora, come spiega ironicamente un senatore del Pdl, ''e' piu' ritagliato sul caso Sallusti'': cioe' esclude solo il carcere per i cronisti; fissa a 50mila il tetto massimo per le sanzioni pecuniarie; prevede una disciplina piu' rigida per la rettifica.    Ed e' proprio su questo tema che resterebbe intatto uno dei 'nodi' principali. Per com'e' stata corretta la norma, infatti, la rettifica potrebbe non avere limiti di spazio. Berselli riscrivendo l'articolo 8 della legge sulla stampa del 1948 ha eliminato le parole ''purche' contenute entro i limiti di 30 righe'' per sostituirle con la frase ''con lo stesso rilievo e nella medesima collocazione''. Togliendo il limite delle 30 righe, per indicare il modo in cui dovra' essere collocata la rettifica in teoria elimina ogni 'paletto' al testo delle rettifica. In piu' stabilisce che dovra' essere pubblicata ''senza commento'' e nella sua ''interezza''. Il deputato del Pd Vincenzo Vita si riserva di presentare sul punto una sua proposta di modifica perche' altrimenti, ipotizza il direttore di una testata, si corre il rischio che ''saranno gli avvocati a decidere il menabo' del giornale'' e non i grafici insieme ai giornalisti.    Per quanto riguarda il capitolo sanzioni, nel ddl Berselli si fissano piu' tetti: per la diffamazione a mezzo stampa generica si dovra' pagare dai 3 ai 30 mila euro; per la diffamazione a mezzo stampa con l'attribuzione di un fatto determinato, la multa sara' dai 5 ai 50 mila euro; per la diffamazione semplice invece la forbice sara' dai 3 ai 15 mila euro. Multa fino a 5 mila euro per il reato di ingiuria. Per ridurre il tetto della diffamazione a mezzo stampa per fatto specifico si sono dovute rimodulare, infatti, tutte le altre sanzioni di reati della stessa natura. Nel caso in cui si adempia correttamente alle norme sulla rettifica, la pena verra' diminuita fino a due terzi. E questa diminuzione varra' anche nel caso dell'autore che abbia chiesto di pubblicare la smentita o la rettifica richieste dall'offeso. Pene piu' severe, invece, per il direttore che rifiuti di pubblicarle. L'obbligo della pubblicazione obbligatoria della sentenza si applica anche nel caso in cui il reato sia commesso in Tv o via Radio.    Per quanto riguarda la stampa periodica, l'omesso controllo del direttore e' punito, per colpa, con la pena prevista per il reato commesso diminuita non piu' di un terzo. Ma la riduzione non si applica se l'autore e' ignoto o non identificabile. La pena, invece, aumenta se l'autore e' un giornalista professionista o radiato dall'ordine. (ANSA).

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IL DIRETTORE SALLUSTI 



FNSI: "SULLA BUONA STRADA MA SERVONO INTEGRAZIONI"

Roma, 8 novembre 2012.  ''La nuova bozza di legge sulla diffamazione a mezzo stampa pare incanalata sulla buona strada ma richiede ulteriore attenzione e correzione''. E' quanto sottolinea in una nota la Federazione nazionale della stampa.

   ''Se davvero il cuore della iniziativa legislativa vuole corrispondere al ristoro del danno della persona offesa da un errore o orrore di stampa - fa notare la Fnsi - la rettifica deve essere fondata su documentati elementi di verita' e non generica esposizione di parte senza commento. Di conseguenza, la stessa rettifica, se cosi' prevista dalla legge, avra' una capacita' riparatoria che nessun'altra sanzione puo' assicurare. L'impossibilita', nella congiuntura politica che si vive, di apprezzare questo strumento, per renderlo veramente efficace, accompagnandolo con la previsione del giuri' per la lealta' dell'informazione (cosi' come formulato originariamente nell'emendamento Chiti-Gasparri), rende complicato scrivere una riforma armonica che liberi la stampa e ne accresca le responsabilita'. Altro punto dolente rimane il fatto che nulla viene previsto per le querele temerarie e - per come e' impostata adesso la nuova proposta - per le tante rettifiche 'temerarie' che saranno richieste senza aver obbligo di comprovare nulla a giornali e giornalisti e quindi senza certezza di un ristoro di verita' di cui ha diritto il pubblico nel caso di informazione sbagliata''.    Quanto alle sanzioni economiche, il sindacato dei giornalisti ''chiede che queste giornate sollecitino una riflessione sul loro contenimento, anche in considerazione che nulla viene fatto per riformare procedimenti civili sulla materia che possono essere intentati addirittura in un arco temporale di dieci anni. Anche in questo caso si tratta di dare pieno valore alla rettifica prevedendo che l'ottemperanza immediata e con il giusto rilievo a questa disposizione non puo' dar luogo al risarcimento del danno''. (ANSA).


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IN CODA IL “TESTO BERSELLI”.


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