DIFFAMAZIONE:
EMENDAMENTO
'SALVA DIRETTORI',
no al carcere, ma
multa fino a 50mila euro.
Siddi: "Rattoppi impossibili"
Roma, 20 novembre 2012. "Salva la responsabilità dell'autore della
pubblicazione" per la diffamazione a mezzo stampa con attribuzione di un
fatto determinato, "il direttore o il vice direttore responsabile che
abbia partecipato con questi nella commissione del reato è punito con la pena
della multa da euro 5 mila a 50 mila". E' quanto prevede l'emendamento del
relatore - il presidente della commissione Giustizia Filippo Berselli - al ddl
sulla diffamazione all'esame del Senato. Resta dunque il carcere fino a un anno
in alternativa alla multa per i giornalisti sul quale l'aula di Palazzo Madame
si era già pronunciata, con voto segreto e favorevole. L'emendamento di Filippo
Berselli incide sull'articolo 13 della legge sulla stampa ma comporta
l'eliminazione delle modifiche all'articolo 57 del Codice Penale, che è norma a
carattere generale. Nel testo appena depositato per l'esame d'aula si
stabilisce anche che salva la responsabilità dell'autore della pubblicazione,
il direttore o il vice direttore responsabile che omette di esercitare sul
contenuto del periodico da lui diretto il controllo necessario a impedire che
attraverso la pubblicazione sia commessa la diffamazione e' punito "a
titolo di colpa, se tale reato e' commesso, con la pena della multa da 2 mila a
20 mila euro. Qualora l'autore sia ignoto o non identificabile, ovvero un
giornalista professionista sospeso o radiato dall'Ordine, si applica la pena
della multa da 3 mila a 30 mila euro. All'emendamento appena presentato si e'
giunti dopo la lunga querelle sul caso del direttore del Giornale Sallusti. Il
presidente della Commissione Giustizia del Senato e relatore del ddl sulla
diffamazione Filippo Berselli tenta con questo emendamento l'ennesima
mediazione. ''Mi aspetto ora - dichiara - che la Lega e l'Api si riconoscano in
questo emendamento e ritirino la richiesta di voto segreto per le altre due
proposte di modifica che restano e per l'intero articolo 1 del provvedimento''. Nell'emendamento
Berselli si dice in sostanza che il carcere per il giornalista accusato di
diffamazione resterà. ''Questo non ho potuto cambiarlo - spiega il senatore del
Pdl - perchè l'aula si era gia' espressa in tal senso. L'assemblea ha detto sì
al carcere per i giornalisti e quindi io, benché personalmente contrario, non
ho potuto cambiare le cose su questo fronte''. Ma si salva il direttore: per
quest'ultimo si dovrà applicare solo la pena della multa da cinquemila a
cinquantamila euro. Se invece nella commissione del reato non c'e' il dolo, ma
solo la colpa, la multa sara' dai duemila ai ventimila euro. Ma oltre ad aver
dato un nome e un cognome al nuovo articolo 1, cioe' quello di Alessandro
Sallusti quando si toglie il carcere per i direttori, si ritaglia anche una
norma sul caso di Renato Farina, come del resto spiega lo stesso Berselli.
''Qualora l'autore sia ignoto o non identificabile, ovvero sia un giornalista
professionista sospeso o radiato dall'ordine, si applica la pena della multa da
tremila a trentamila euro''. Questo emendamento, appena depositato, dovrà
essere esaminato dall'aula del Senato giovedì prossimo, quando la conferenza
dei capigruppo ha messo all'ordine del giorno il ddl diffamazione. (ANSA).
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Diffamazione. Siddi (Fnsi): “Ora
rattoppi impossibili, evitare nuove figuracce a livello
internazionale”
Roma, 20 novembre 2012. “Liberi i direttori, in galera i giornalisti?
Un rattoppo con il buco. Impraticabile. Basta con una legge “deviata” e
irrecuperabile. Andando avanti cosi, con una sorta di asta sulle sanzioni
ai giornalisti per i procedimenti di diffamazione a mezzo a stampa, non solo si
sfiora il ridicolo ma si arriva al disastro e a una figuraccia internazionale.
Il rinvio in aula a giovedì della ripresa dell'esame del provvedimento in aula
serva a far maturare la sola scelta, a questo punto, sensata: il ritiro, la
cancellazione dall'ordine del giorno. La generosità e la pazienza del
presidente della commissione Giustizia del Senato, Berselli, per evitare che un
giornalista e direttore, Sallusti, finisca in carcere è fuori discussione.
Ma il rattoppo che propone alla bozza di legge sulla diffamazione a mezzo
stampa è inutile e impraticabile: può essere giusto una mozione di affetti non
una norma equa e efficace. Liberi i direttori, solo multati, in galera i
giornalisti: una soluzione impensabile, inaccettabile, offensiva anche per la
dignità del collega destinatario della pesante condanna a 14 mesi di carcere,
che aveva suscitato l'attivazione di un vasto movimento di riforma per una
legge liberale che chiamasse alla responsabilità fondata sul giornalismo etico
e sulle sue regole, con cancellazione del carcere. In linea di principio e di
fatto. E ciò, per la Fnsi, può essere assicurato con attenzione precipua alla
dignità della persona attraverso la rettifica documentata e il giurì per la
lealtà dell'informazione. Non si vuole fare? Allora si fermi subito questa
macchina fuori asse anziché provocare altri danni”. (www.fnsi.it)
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DDL SALLUSTI. PDL INSISTE, ECCO NORMA 'SALVA-DIRETTORI' . DOMANI TORNA IN
AULA al SENATO: PD: BASTA, ORMAI E' TESTO FRANKENSTEIN
di Anna Laura Bussa-ANSA
Roma, 20 novembre 2012. Il giornalista puo' andare in carcere. Il direttore
no. Lui, in caso di diffamazione, se la puo' cavare con una multa fino a 50mila
euro. E' questo l'ennesimo 'rilancio' del Pdl sul ddl Diffamazione per
tentare di evitare a tutti i costi il carcere al numero uno de ''Il Giornale''
Alessandro Sallusti. Filippo Berselli (Pdl), presidente della commissione
Giustizia del Senato e relatore del provvedimento che sta facendo discutere
Palazzo Madama dal 27 settembre scorso, oggi deposita l'emendamento 'salva
direttori'. Il meccanismo e' semplice: nel caso in cui ci sia una condanna per
diffamazione a mezzo stampa per l'attribuzione di un fatto specifico (la
fattispecie piu' grave) il giornalista autore dell'articolo incriminato andra'
in carcere fino a un anno. Mentre il direttore, in concorso di reato con il
cronista, verra' punito con una multa che potra' oscillare dai 5 ai 50mila
euro. Nell'ipotesi in cui si tratti invece solo di 'omesso controllo', cioe'
senza dolo, ma 'a titolo di colpa', la multa cala: dai 2 ai 20mila euro. Infine
la terza ipotesi, quella che piu' si adatta, come spiega Berselli,
''all'ipotesi Sallusti'': se l'autore dell'articolo diffamatorio resta ignoto o
non e' identificabile o e' stato sospeso o radiato dall'Ordine dei giornalisti,
al direttore si applichera' la pena dai 3 ai 30mila euro. Nel caso Sallusti,
infatti, l'ex collaboratore dei Servizi Renato Farina, ora deputato Pdl ed ex
cronista, si autodenuncio' come autore del pezzo costato la condanna al
direttore del 'Giornale'. ''Io sono assolutamente contrario all'ipotesi del
carcere per i giornalisti - commenta Berselli - ma ormai l'ipotesi di condanna
non si puo' piu' togliere dal ddl perche' l'Aula nella precedente seduta ha
votato l'emendamento della Lega che diceva 'si' al carcere per i cronisti pur
riducendolo a un anno''. La legge ora in vigore, infatti, prevede la detenzione
da 1 a 6 anni piu' la multa. ''Ma una volta che passa il principio - insiste
Berselli - non si puo' piu' cambiare''. Al massimo si puo' prevedere una
'deroga', che e' quella che si propone ora per i direttori. E' l'ennesimo
tentativo di mediazione, precisa Berselli, che chiede a Lega e Api di revocare
la richiesta di voto segreto'' Nel centrosinistra il
coro di proteste e' unanime. ''Ormai e' un corpo morto - commenta il presidente
dei senatori Pd Anna Finocchiaro - dobbiamo staccare la spina. Quello che sta
uscendo fuori e' un 'testo-Frankenstein'''. E il Pd ci prova a tirare il freno
a mano presentando in serata una questione sospensiva che verra' messa ai voti
domani in Aula alle 10. ''A seconda di come andra' il voto - avverte Gasparri -
verra' riconvocata un'altra Capigruppo per decidere il da farsi. Ma noi
ovviamente speriamo si possa continuare con l'esame''. ''La
norma 'salva-direttori' - interviene il responsabile Giustizia Idv Luigi Li
Gotti - e' invotabile anche perche' stravolge completamente l'articolo 110 del
codice penale sul concorso di persone nel reato''. ''Ormai e' diventata una
barzelletta parlamentare'', assicura Salvatore Lauro (Pdl). Basta. Neanche il
''miracolo di Lazzaro lo resuscitera'''. Anche il primo firmatario del ddl
Vannino Chiti (Pd) dice no all' 'accanimento terapeutico' sul ddl. Si inserisca
piuttosto nel ddl sulle messa alla prova, ora alla Camera, il 'no' al carcere
per i giornalisti e si chiuda il capitolo diffamazione. La norma che mette ''in
galera i cronisti e lascia liberi i direttori'', commenta il segretario Fnsi
Franco Siddi, e' ''un rattoppo con il buco. Impraticabile''. Andando avanti
''con una sorta di asta'' sulle sanzioni ai giornalisti ''non solo si sfiora il
ridicolo - insiste - ma si arriva al disastro e alla figuraccia
internazionale''. (ANSA).
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