Translate

martedì 4 dicembre 2012


Italia “maglia nera” in Europa per condizione istituti penitenziari

05-12-2012
L’Italia si conferma maglia nera in Europa per la condizione degli istituti carcerari. Il tasso di sovraffollamento delle carceri italiane è infatti del 142,5 per cento, ci sono dunque oltre 140 detenuti ogni 100 posti, mentre la media europea è del 99,6 per cento.
I detenuti sono così oltre 66mila con una disponibilità di 45558 posti. Per non parlare dei suicidi, in forte crescita Il quadro emerge dal monitoraggio della situazione nelle carceri italiane dell’associazione Antigone da sempre attenta alla realtà carceraria, che quest’anno, in collaborazione con il service giornalistico “Next New Media”, ha dato vita a un web-doc sulla condizione delle prigioni italiane.
Il sovraffollamento - Rispetto ai numeri record a livello nazionale, ci sono regioni che stanno anche peggio. La Liguria ha infatti un tasso di sovraffollamento del 176,8 per cento, la Puglia al 176,5 per cento, il Veneto del 164,1 per cento. E ci sono casi limite in cui il numero dei detenuti è più che doppio rispetto ai posti regolamentari, come nel carcere messinese di Mistretta (269 per cento), Brescia (255 per cento) e Busto Arsizio (251 per cento). In questi due istituti, come in altre carceri del Nord la presenza di stranieri è superiore a quella degli italiani. A San Vittore (Milano) su 100 detenuti 62 sono stranieri, a Vicenza 65. Le percentuali più alte di stranieri tra i detenuti si registrano in Trentino Alto Adige (69,9 per cento), Valle d’Aosta (68,9 per cento) e Veneto (59,1 per cento). Le più basse in Basilicata (12,3 per cento), Campania (12,1 per cento) e Molise (11,8 per cento).
L’identikit dei detenuti - Ma chi sono detenuti nelle carceri italiane? Il detenuto tipo è uomo, le donne sono solo il 4,2per cento della popolazione carceraria. Uno su tre è straniero e quattro su dieci hanno meno di 35 anni e i reati più comuni sono quelli contro il patrimonio, e subito dopo quelli legati agli stupefacenti. Gli ergastolani sono 1.567, mentre a fine 2005 erano 1.224. Per quanto riguarda la provenienza geografica dei detenuti: gli italiani vengono dalla Campania per il 26,3 per cento, dalla Sicilia per il 17,9 per cento, dalla Puglia per il 10,5 per cento, dalla Calabria per l’8,6 per cento, dalla Lombardia per il 7,3 per cento e dal Lazio per il 6,5 per cento. Gli stranieri sono 23.789 (su 66.685), e rappresentano il 35,6 per cento dei detenuti, una percentuale stabile ormai da tempo, nonostante la direttiva rimpatri, che prevedeva il carcere in caso di mancata ottemperanza dell’ordine di espulsione sia stata bocciata ad aprile 2011 dalla Corte di Giustizia europea. Le nazionalità più rappresentate sono quella marocchina (19,4 per cento), romena (15,3 per cento), tunisina (12,7 per cento), albanese (11,9 per cento) e nigeriana (4,4 per cento).
Suicidi in crescita - E a rendere ancora più drammatico il quadro, il dato sui suicidi. Dieci persone in più dell’anno scorso si sono tolte la vita in carcere nel 2012: sono 53 in tutto. Sono 93 i detenuti morti in carcere, di questi 50 per suicidio in cella, uno per sciopero della fame (Lecce), uno per overdose (Regina Coeli), uno per omicidio (Opg di Aversa), 31 per cause ancora da accertare e 9 per malattia. A questi numeri si devono aggiungere altri quattro morti nelle camere di sicurezza, di cui 3 per suicidio: tutti giovani stranieri, tra i 26 e 31 anni. Nello stesso periodo dello scorso anno erano morti 91 detenuti, 43 dei quali per suicidio. Tra i suicidi anche due donne: una madre tossicodipendente di 36 anni che si è impiccata nella sua cella nel carcere di Sollicciano sei mesi prima di uscire; l’altra era un’etiope di 55 anni, condannata a 18 per omicidio. Il suo avvocato ne aveva chiesto l’assoluzione per infermità mentale. Inside Carceri, il web-doc - Ad accompagnare i dati di “Antigone”, il web doc visitabile a partire da 19 novembre sul sito Inside Carceri, che documenta, con filmati dentro gli istituti penitenziari, info grafiche e materiale inedito, la condizione dei detenuti italiani.
 

Nessun commento:

Posta un commento