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sabato 26 gennaio 2013


redazione N.R.

Dottor Sansa, ma davvero, come scrive, il carcere non può essere fuori legge, e nessuno dei candidati ne parla? Ma via!!!

25-01-2013
Su “Famiglia Cristiana” il magistrato Adriano Sansa pubblica una nota intitolata: “Giustizia: il carcere non può essere fuori legge… nessuno dei candidati ne parla”. Non è una forzatura del titolista. Sansa parte dalla condanna della Corte di Strasburgo per il trattamento subito da sette detenuti. Sansa non si chiede come mai si è arrivati a quella condanna, chi è andato a cercare il giudice in Europa al pari del famoso mugnaio che lo trovò a Berlino. E chiude la sua nota con questa frase: “Sono passate due settimane, nessuno dei candidati ne parla”. Ma davvero dottor Sansa? Ma da dove viene, e dove è stato, finora, su Marte?
La nota di Andriano Sansa su “Famiglia Cristiana”:
Siamo stati condannati, noi italiani, e pagheremo di tasca nostra 100 mila euro per avere inflitto, secondo quanto attesta la Corte di Strasburgo, un trattamento inumano e degradante a sette detenuti nelle nostre carceri.
Meno di tre metri quadrati a testa, avevano a disposizione, E quello è il nostro "primato" condiviso con la Serbia, in Europa: 148 detenuti per 100 posti, contro i 99 della media europea.
Altre 500 cause pendono, altre centinaia arriveranno. Spenderemo così quel denaro che abbiamo finora lesinato - da ultimo tagliato ulteriormente ai fondi per il lavoro dei detenuti nel dicembre scorso - per mettere umanità e decenza nelle carceri e sostenere le misure alternative con i loro ottimi frutti; torna, per loro effetto, al crimine solo la metà di quanti vi ricadono dopo il carcere.
Ripenso a tutto questo mentre corro in macchina intorno al muro di cinta del carcere di Marassi a Genova, uno dei peggiori d’Italia per sovraffollamento. Ma non ho voglia di pensare a ciò che in concreto vi avviene in quel preciso momento: promiscuità soffocante, scontro di corpi, di odori e umori, impassibilità di muoversi, esasperazione, violenza fisica e sessuale, Grande disagio del personale, impedito nell’azione rieducativa, spinto dai fatti alla ruvidità e alla perdita di fiducia.
Eppure tutto si lega. La giustizia è accettabile se si muove nell’ambito delle leggi, in ogni sua fase. Il carcere, misura estrema, non può essere fuori della legge. Se lo è, fa perdere legittimità all’intero sistema penale, anzi allo statuto della cittadinanza e dei diritti. Tanti anni fa avevo provato a dire che per gli stessi giudici diventa arduo pronunciare condanne sapendo che la loro esecuzione avverrà fuori della legalità e dell’umanità. Ne era nata una vivace polemica, avevo sperato che un pò servisse. A ogni amnistia, del resto, si prometteva di cambiare. Ora abbiamo un anno per rimediare, dice la Corte: assai poco per tanta opera, da cominciare quindi immediatamente. Sono passate due settimane, nessuno dei candidati ne parla.
 

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