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mercoledì 13 febbraio 2013


QUINTA   PUNTATA

PROCESSO COSENTINO  ESCUSSIONE DEL TESTE 

LORENZO DIANA


(L’ex Ministro Mario Landolfi,  in una intercettazione telefonica. Chi? Lorenzo Diana? Quella faccia da “marjuolo?”).



P.M.: senta, lei ha fatto cenno in una scorsa udienza alla
discarica Bortolotto, poi siamo andati in altro
argomento, vorrei comprendere: lei ha detto già che era
una discarica del consorzio CE4, ha parlato di questioni
di pericolo che riguardavano questa discarica, discarica
Bortolotto, le volevo chiedere se ha informazioni di
come fu chiusa e se fu riaperta e quando.
Teste: la discarica Bortolotto nasce originariamente come
discarica privata di Diana Giacomo. Io conosco benissimo
quella situazione, quella vicenda, quel territorio,
perché era il territorio di un mio zio, ma
originariamente dei miei nonni. Io ero piccolo e già
conoscevo quel territorio. So come nasce. Nasce come
discarica privata per iniziativa di Diana Giacomo al
servizio del Comune di Mondragone. Va per lungo tempo
avanti fin quando non ci sarà la requisizione delle
discariche e poi successivamente passerà a discarica del
CE4. Di tanto in tanto si usava intervenire per colmare,
in realtà quando non si poteva scaricare rifiuti altrove
si utilizzava Bortolotto per aumentarne il livello e si
faceva una nuova colmata sopra, anche perché col tempo i
rifiuti si abbassano, con il processo di putrefazione e
produzione di biogas, si abbassava il livello e ci si
portava altri rifiuti. E questa era la soluzione un po'
banale e stupida che si trovava ad ogni emergenza: dove
portiamo un po' di rifiuti? A Bortolotto. E così viene
utilizzata anche dal CE4 in più occasioni. Ci fu anche
un ampliamento, perché c'è l'originaria discarica
privata di Diana Giacomo, poi c'è stato l'ampliamento, è
utilizzata in più occasioni fin quando non si arrivò al
decreto di bonifica, di messa a punto, ma secondo me è
sempre una bonifica parziale, perché le discariche
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originarie venivano assolutamente avviate non con le
procedure di oggi, si prendeva un terreno e ci si
versava rifiuti sopra, rifiuti di ogni genere, e poi i
collaboratori di giustizia hanno aiutato a capire che
cosa sia avvenuto lì e in altre discariche.
P.M.: mi scusi, senta, l'utilizzo della discarica Bortolotto
lei ricorda se fu di nuovo attuato dopo il blocco della
Saurino?
Teste: sì, come no! È stato in più occasioni. Già nel 2001, e
allora fu il primo momento di differenziazione tra me e
Bassolino. Nel 2001 il Commissario di Governo trova un
accordo con i personaggi politici opposti, e cioè quelli
del centro-destra, ma mentre trovano l'accordo ed arriva
una lunga colonna di automezzi da Napoli a scaricare
rifiuti si fanno trovare avanti i Sindaci del posto, tra
cui anche quelli del centro-destra, per bloccare. E
vengo chiamato dal capogruppo alla Regione all'epoca, il
consigliere Tonino Amato, alle cinque del mattino della
domenica per chiedermi se volessi andare sul posto.
Siccome io avevo detto che ero contrario al riutilizzo
di quella discarica mi rifiutai di andarci.
P.M.: quindi parliamo di che anno?
Teste: 2001. Fu il momento in cui nasce...
P.M.: vi fu un contrasto alla prosecuzione di questa discarica
nel 2001?
Teste: sì, perché io dissi che era un errore ed era un errore
confrontarsi con quegli ambienti che sfoceranno
successivamente nel CE4, dissi: "questo ambiente...",
usai l'espressione: "non stiamo parlando con
Montezemolo, io parlo con tutti gli imprenditori pur di
risolvere un problema, ma questi ambienti non sono
affidabili, meglio starci lontano" e poiché ritennero di
proseguire il dialogo con questi ambienti, che saranno
quelli del CE4, io presi le distanze. Ed inizia il mio
lungo percorso di battaglie contro quel...

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P.M.: senta, il Sindaco all'epoca era Antonio Scalzone, il
Sindaco di Castel Volturno?
Teste: Scalzone, sì.
P.M.: e la stessa Amministrazione Comunale poi agirà in modo
diverso rispetto alla riapertura della Bortolotto?
Teste: sì, siamo alle solite, dichiarare pubblicamente
qualcosa e farne privatamente un'altra.
P.M.: quindi poi successivamente non vi fu alcun ostacolo alla
riapertura della Bortolotto?
Teste: no, no. Di tanto in tanto veniva riaperta e
riutilizzata con la scusa della messa a regime e
sistemazione della discarica.
P.M.: con la scusa della messa in sicurezza?
Teste: messa in sicurezza.
P.M.: senta, lei ha parlato durante la sua deposizione di
gruppo Vassallo. A chi si riferisce in particolare,
persone fisiche?
Teste: Vassallo di Cesa, erano più fratelli, venivano da noi
alternandosi i due fratelli Vassallo, di cui faccio
fatica a ricordare i nomi, forse uno Gaetano e l'altro
non so come altro si chiamasse, venivano da noi per
questo servizio, ma poiché erano stati portati nel
comune di San Cipriano d'Aversa da una Amministrazione
che era stata sciolta per condizionamenti camorristici
io non mi fidavo, e del resto raccoglievo pessime
notizie su questo gruppo Vassallo, per cui ce ne
liberammo immediatamente e aderimmo al CE2.
P.M.: quali erano le pessime notizie che circolavano sui
fratelli Vassallo?
Teste: che questo gruppo avesse contiguità con il clan sia
referente locale dei casalesi, clan Mazzara, e che fosse
un gruppo che avesse contatti con il clan dei casalesi.
Del resto, io che ero all'opposizione, avevo visto che
era stato portato questo gruppo dal cugino di Antonio
Iovine "'o ninno", che era Sindaco di San Cipriano e
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vice Sindaco successivamente.
P.M.: senta, queste informazioni su questi soggetti erano
diffuse sul territorio?
Teste: erano più che diffuse, erano soggetti iper noti.
P.M.: iper noti.
Teste: anche perché nel fare non erano lord inglesi, appariva
immediata la loro natura.
P.M.: senta, per quanto riguarda invece il Ferraro Nicola lei
ne ha già parlato sui rapporti, sul suo atteggiamento
rispetto a Ferraro Nicola, di tenerlo distante dal
consorzio CE2. Quale era il motivo per cui aveva questi
atteggiamenti di repulsione rispetto al soggetto e alle
iniziative da parte di costui?
Teste: allora, Nicola Ferraro mi fu accompagnato anche da
qualche ambiente dei DA, dei PD, e anche su questo si
comprenderà il percorso e la natura del contrasto che ho
avuto con ambienti del PD, ovviamente le valutazioni
politiche le lasciamo a ben altra sede, ma c'era chi
diceva che noi dovevamo quanto prima privatizzare il
CE2. Se fossi stato a Stoccolma sarei stato d'accordo,
ma poiché non eravamo a Stoccolma capivo che
l'imprenditore socio privato qui sarebbe stato
immediatamente qualche ditta della camorra, associata
alla camorra. Nicola Ferraro si candidava a gestire il
ruolo del privato in una futura società mista e si
candida a tal cosa, lui che era con l'UDEUR, si propone
anche a noi che eravamo maggioranza nel CE2, ma nel
resto non mi convinceva perché vedevo che già nelle
elezioni comunali, laddove l'UDEUR aveva rotto con il
centro-destra e doveva essere schierato col
centro-sinistra, non era mai col centro-sinistra nelle
elezioni locali, ed era evidente la sua volontà di
impossessarsi di questa funzione che avevano acquisito
gli Orsi nel CE4, quasi un bilanciamento, Orsi nel CE4 e
lui nel CE2. Io fui il più fermo oppositore di questi
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disegni di privatizzazione, ma Nicola Ferraro, al di là
delle valutazioni che spettavano alla Magistratura, per
chi vive il territorio, chiunque di noi sa bene
sicuramente che non stava parlando con gli ambienti
nazionali della Confindustria o... sapeva bene che per
lo meno erano ambienti che vivevano a confine. Per
questo io...
P.M.: al confine con che cosa, nella migliore delle ipotesi?
Teste: al confine con gli ambienti della camorra e per questo
non siamo riusciti mai a trovare alleanza, al punto tale
che una persona a lui vicina si candidò con noi in una
lista comunale e questa persona non ebbe il benché
minimo aiuto da parte di Nicola Ferraro, anzi perdemmo
le elezioni perché il suo amico pensava di portare dei
voti in più che non portò, noi perdemmo le elezioni per
220 voti. E ovviamente nel mondo dei rifiuti, sapendo in
quale mondo a rischio ci muovevamo, io volevo le massime
garanzie. La mia proposta al Commissario di Governo, e
non solo al Commissario di Governo, è che bisognava
mettere fuori gran parte dell'imprenditoria locale,
oltre tutto avevo avanti chiara l'immagine di Cipriano
Chianese a Parete, di Orsi, di Nicola Ferraro, non ci
vuole molto a capire che gli ambienti imprenditoriali
che si occupavano di rifiuti nel nostro territorio non
erano sicuramente in odor di santità. E questo mi
portava ad essere contrario all'ingresso di questi soci
nel consorzio su cui noi avevamo una maggiore incidenza
politica, il CE2.
P.M.: sa se vi fossero stati o vi fossero all'epoca rapporti
tra Nicola Ferraro e Nicola Cosentino?
Teste: be', ci sono stati rapporti anche altalenanti, perché
Nicola Ferraro aveva anche la pretesa di aver lui la
leadership, era quasi una contesa cittadina a chi avesse
la leadership a Casal di Principe nel territorio, Nicola
Ferraro pensava di non essere secondo a nessuno, però
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non disdegnava anche di avere rapporti... e di fatto in
più occasioni ci metteranno in minoranza nel CE2 al
punto tale che una volta Nicola Ferraro ci fa fare una
cosa incredibile. Noi avevamo la delega nelle mani del
vice Sindaco di San Cipriano, che era dentro
l'Amministrazione di centro-sinistra, poiché era morto
il Sindaco, che era dei DS, ci va il vice Senato, che è
dell'UDEUR. Nicola Ferraro utilizza quella delega del
vice Sindaco per votare contro il centro-sinistra.
Quindi era evidente che aveva rapporti con il
centro-destra. Ma veniva da quel mondo e aveva legami.
P.M.: in concreto in questa altalenanza di rapporti, mi scusi,
se può concretizzare, sapeva che vi fossero rapporti
diretti con Nicola Cosentino?
Teste: Nicola Ferraro parlava con tutti, parlava con me, con
Nicola Cosentino, con... forse meno con Coronella ed
altri, ma perché lui dice che parlava ai capi, non
parlava ai gregari.
P.M.: può spiegare che vuol dire "parlava con me, parlava con
Nicola Cosentino"? Se è un rapporto analogo al suo
oppure difforme?
Teste: no, per carità!
P.M.: quindi se spiega che intende dire?
Teste: nella mia vita non ho mai fatto l'imprenditore.
P.M.: quindi se può spiegare che cosa intende dire per
"parlare con Nicola Cosentino"?
Teste: nel senso che sicuramente anche quando era in
collocazioni politiche diverse lui non disdegnava di
trattare ai fini del raggiungimento dei suoi interessi
imprenditoriali e per arrivare a stringere affari e
ovviamente con me cercava, attraverso ambienti dei DS
che gli erano vicini e che sono stati portati alla luce
anche da indagine che hanno riguardato il Comune di
Villa Literno e alcuni ambienti dei DS, lui aveva un
noto legame con il signor Fabozzi dei DS, e attraverso
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questo tentava in più occasioni di ragionare
politicamente come esponente dell'UDEUR, ma non esitava
un minuto a passare dal ruolo di politico UDEUR a
imprenditore, era un (incomprensibile), questi erano i
rapporti che aveva con noi e con me, ed erano rapporti
assolutamente non facili al punto tale che lui vide in
me l'ostacolo per l'ingresso nel CE2 come socio privato.
P.M.: senta, che avesse rapporti con Nicola Cosentino da cosa
le ha desunto, visto che lei ha detto sicuramente? È
stato detto o ha sperimentato direttamente personalmente
circostanze fattuali indicative di ciò?
Teste: nei comuni di Casal di Principe e San Cipriano
conosciamo quasi tutto di tutti, sappiamo quali sono gli
ambienti, persone, le mosse, le alleanze, i riferimenti,
e sappiamo anche gli appuntamenti elettorali per le
elezioni comunali di Casal di Principe, dove avverrà, è
vero, una competizione poi ad un certo punto tra due
schieramenti, uno faceva riferimento all'onorevole
Cosentino e l'altro a Nicola Ferraro, ma era come mai un
gioco col centro-sinistra e quando prende qualcosa,
(pare dica: infeudato) qualche personaggio che è finito
anche in malo modo, qualche personaggio del
centro-sinistra, ma per il resto le alleanze di Nicola
Ferraro a Casal di Principe... lo dichiarava anche lui,
faceva: "io devo vincere, devo stare in maggioranza",
quando gli veniva chiesto: "ma tu se è vero che non stai
col centro-destra perché non fai alleanze politiche
diverse?", "io devo vincere", diceva lui, "devo stare
dalla parte di chi comanda". E quindi da qui desumo che
i rapporti ci fossero.
P.M.: senta, è a conoscenza di rapporti, se lo sa, tra quelli
che ha indicato gruppo Vassallo e Nicola Cosentino?
Teste: con i Vassallo noi rompiamo al Comune di San Cipriano
nel '94-95, penso fine '94, perché vincemmo le elezioni
a metà anno, pochi mesi dopo lo cacciamo e dopodiché non
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ho seguito più, perché Vassallo lo avevamo messo fuori e
quindi sono 18 anni che non li... li vedevo solo sul
Comune quando venivano da imprenditori aggiudicatari del
servizio di raccolta rifiuti e trasporto rifiuti,
dopodiché non saprei se e quali rapporti vi siano stati.
P.M.: sapeva se vi fossero rapporti tra i fratelli Orsi,
Sergio e Michele, e Nicola Cosentino?
Teste: gli Orsi stessi se ne vantavano dicendo che parlavano
con tutti e trovavamo accordi con tutti, però se
fossero...
P.M.: se ne vantavano direttamente con lei?
Teste: anche con me, dicendo: "ma noi siamo in grado di
mettere d'accordo tutti".
P.M.: nel mettere d'accordo tutti si riferivano alla persona
di Nicola Cosentino direttamente oppure indirettamente?
Teste: no no, è ovvio, ma so e mi riferivano che andavano
anche... del resto venivano visti anche recarsi
all'abitazione di Nicola Cosentino, che è sul corso
principale di Casal di Principe. Anche perché una volta
persona a me vicina mi riferì di averlo visto proprio
fisicamente. Ma questo penso... cioè gli Orsi andavano a
bussare a tutte le porte, anche in porte istituzionali
dove era meglio non si presentassero.
P.M.: senta, lei ha avuto mai modo di sostenere personalmente
Nicola Cosentino in qualche contesa elettorale?
Teste: Nicola Cosentino è stato prima nel PSDI, con una breve
parentesi in Alleanza Democratica, che aveva una
colorazione di centro-sinistra, e tranne quella volta io
personalmente non ho avuto mai modo di sostenere o
votare Nicola Cosentino, eravamo in schieramenti
diversi. In Alleanza Democratica...
P.M.: stringendo anche alleanze? Questa è la domanda.
Teste: no, tranne con Alleanza Democratica, quando il PSDI...
dopo Tangentopoli crollano i partiti, Nicola Cosentino
aderisce per un breve periodo ad Alleanza Democratica di
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Bordon e non ricordo chi altri fosse... Ayala, Ayala e
Bordon, e a quel punto la colorazione di Alleanza
Democratica che era del centro-sinistra... avviene
l'incontro di Nicola Cosentino, soprattutto nel secondo
turno per le elezioni del Sindaco di Casal di Principe,
Renato Natale, nel '93, al ballottaggio, perché pur
senza aver -come dire?- fatto liste o candidato, nel
secondo turno salirà sul palco con Renato Natale per il
ballottaggio. Di lì a pochi mesi Nicola Cosentino
partecipa alle manifestazioni dei sostenitori della
squadra Albanova che contestavano Renato Natale. Lì ci
vidi una strumentalità, perché non poteva assolutamente
essere praticabile l'assegnazione di finanziamenti
all'Albanova, come avveniva prima, la legge lo impediva,
e Nicola Cosentino non poteva non sapere, però ci
saranno manifestazioni anche sotto la casa di Renato
Natale e lì ci furono ambienti non rassicuranti che
gridavano contro la morte anche di Renato Natale,
nonostante ci fossero i genitori molto anziani in casa.
P.M.: gridavano per la morte?
Teste: dei manifestanti per la morte di Renato Natale, pochi
mesi dopo. L'esperienza di Renato Natale durerà in tutto
dieci mesi, perché dei consiglieri, in modo del tutto
pretestuoso, furono tra gli intimiditi e comprati
dall'altra parte e Renato Natale viene messo in
minoranza e cade da Sindaco.
P.M.: la può spiegare bene questa vicenda, che non è data per
scontata in alcuni passaggi, ma se può dettagliarla in
modo più comprensibile?
Teste: allora, alle elezioni di Renato Natale Alleanza
Democratica non fa la lista, ma nel secondo turno c'è un
atto pubblico di Nicola Cosentino che sale sul palco a
Piazza Villa, la piazza più vicina casa sua, una delle
due maggiori piazze di Casal di Principe, e quindi si
schiera per l'elezione di Renato Natale. Siamo...
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P.M.: elezioni?
Teste: 2003, non ricordo il mese, ma 2003.
P.M.: '93?
Teste: 1993! Ho sbagliato.
P.M.: sì.
Teste: 1993, non ricordo il mese.
P.M.: che elezioni erano?
Teste: elezioni comunali di Casal di Principe. C'era stata
Tangentopoli, c'è una grande spinta al cambiamento,
Renato Natale arriva al ballottaggio con una percentuale
che non supera il 37%, vincerà attorno al 60%, comunque
vince il ballottaggio...
P.M.: arriva al ballottaggio con chi?
Teste: chi era? Scalzone, Luigi Scalzone, medico di Casal di
Principe.
P.M.: il dottor Scalzone?
Teste: il dottor Scalzone, sì.
P.M.: quindi praticamente c'è al ballottaggio tra Scalzone che
rappresentava chi?
Teste: rappresentava all'epoca uno schieramento, nel '93...
faccio fatica a ricordare i simboli politici del '93, la
parte sicuramente avversa. Renato Natale con queste
liste civiche arriva al ballottaggio.
P.M.: era anche un candidato della sua corrente, del suo
partito?
Teste: Renato Natale è del mio stesso partito.
P.M.: e questo era implicito, però se lo poteva esplicitare.
Teste: e con lui ho avuto stretti rapporti di amicizia, perché
siamo stati penso i due maggiori rappresentanti del
movimento anticamorra degli anni '80, assieme abbiamo
mosso i passi, ci facevamo confidenze reciproche, aiuti
e via dicendo. Renato Natale arriva alle elezioni
comunali del 1993, supera il primo turno, al
ballottaggio Nicola Cosentino, come esponente di
Alleanza Democratica, si schiera con lui. Penso che
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fossimo sicuramente nella primavera, prima estate...
P.M.: scusi, Alleanza Democratica con chi era schierato prima
del ballottaggio?
Teste: non presentò lista e quindi si trattava di uno
schierarsi da parte di Alleanza Democratica e del suo
massimo leader lì a Casal di Principe, Nicola Cosentino,
che in questo comizio di ballottaggio si schiera con
Renato Natale. Pochi mesi dopo iniziano le prime
proteste, manifestazioni di protesta contro Renato
Natale e la prima scintilla nasce dal gruppo attorno
alla squadra Albanova, che -è notorio- fu poi
sequestrata per essere squadra collegata alla camorra, i
tifosi di questa squadra sapevano benissimo che il
Comune di Casal di Principe non aveva i soldi e non
poteva addirittura dare soldi per usare il campo, perché
l'uso del campo non può essere dato in comodato
gratuito, e nonostante gli impedimenti di legge si
manifestava perché si tornasse come ai bei tempi delle
Amministrazioni precedenti che foraggiavano questa
squadra. Renato Natale fa presente che non c'erano i
soldi né le possibilità, iniziano delle manifestazioni
di protesta che arrivano anche sotto casa sua con parole
d'ordine molto dure, parole d'ordine che invocavano
anche la morte di Renato Natale. E in quella occasione
Nicola Cosentino si schierò con questo gruppo di
sostenitori dell'Albanova e avvenne la rottura e lui di
lì a poco capì che ormai stava per lasciare Alleanza
Democratica e passerà a Forza Italia.
P.M.: che si schierò con i faziosi dell'Albanova lei lo ha
sperimentato pubblicamente?
Teste: lo fece pubblicamente, anche perché ci fu motivo di
discussione e polemiche tra me e lui a dire: "tu non
puoi a chiedere a Renato Natale ciò che è impossibile".
E poiché conoscevo Nicola Cosentino, sapevo che quel
pronunciamento suo significa l'avvio della rottura con
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Renato Natale e quindi con noi.
P.M.: vinse le elezioni Renato Natale?
Teste: vinse le elezioni comunali e restò in carica per dieci
mesi, fin quando tre consiglieri comunali lo lasceranno
e lo mettono in minoranza, dopodiché si fanno nuove
elezioni e non tornerà mai più né Renato Natale né la
sinistra a governare Casal di Principe.
P.M.: nello sfiduciamento del Natale rilevò il comportamento
di Nicola Cosentino?
Teste: di Cosentino no, però noi all'epoca abbiamo gridato
contro le influenze e i condizionamenti evidenti della
camorra, perché tre consiglieri lasciano Renato Natale
con motivazioni risibili, uno dicendo che Renato Natale,
richiesto di fornire un camion di brecciame in una
strada, si era rifiutato, gli altri due trovarono
motivazioni pretestuose e dalla mattina alla sera si
dimisero, lo misero in minoranza, e qualcuno di questi
aveva legami e parentele con ambienti della camorra.
Presidente: la domanda del Pubblico Ministero era diversa
però.
Teste: mi dica.
P.M.: sì, era la stessa domanda che avevo posto prima, se sa
se vi fu una rilevanza dal punto di vista dei
comportamenti sullo sfiduciamento di...
Teste: sui tre, pensavo di aver risposto, chiedo scusa, sui
tre non mi risulta.
P.M.: senta, e invece vorrei comprendere, visto che ha parlato
di questo contrasto che era avvenuto su un fatto
significativo per varie ragioni in relazione alla
sponsorizzazione dell'Albanova da parte del Comune in
senso lato, come si concretizzò dal punto di vista
materiale rispetto a quello che era l'appoggio sul
ballottaggio questa frizione, rispetto ad un tema così
significativo?
Teste: la rottura... cioè il sostegno ai tifosi, ai
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sostenitori dell'Albanova si manifesterà con l'inizio,
settembre 1993, dopo le elezioni. La squadra -come
dire?-, arrivato Renato Natale Sindaco, si fa avanti per
ottenere gli stessi vantaggi e benefici di cui godeva
con le precedenti Amministrazioni. Per situazioni di
cassa e per impedimenti di legge, Renato Natale non
poteva concedere ed inizia un'azione, a mio parere, che
non era solo finalizzata al raggiungimento del
risultato, cioè di finanziamenti, ma fu l'occasione per
dare una spallata a Renato Natale, perché in quegli
ambienti dei sostenitori dell'Albanova c'erano anche
persone del gruppo della camorra e anche degli
Schiavone.
P.M.: senta, all'epoca, quando si creò questa alleanza al
ballottaggio, Nicola Cosentino aveva già rapporti, che
lei sapesse, di familiarità con la famiglia Russo?
Teste: sì, penso che il matrimonio di famiglia fosse
precedente a quell'anno, sì.
P.M.: era noto in Casal di Principe chi fossero i Russo?
Teste: meno, perché l'emersione di questi personaggi avverrà
nel tempo, tant'è vero... tengo a rappresentare un
aspetto di quei comuni: le tante relazioni familiari,
matrimoni, fidanzamenti, amicizie, portano ad ovattare,
a nascondere la gravità dei fenomeni e a mostrare la
singola persona interessata da provvedimenti di
giustizia come la persona che non ha nulla a che vedere
col resto della famiglia. Poi ovviamente stiamo parlando
all'epoca di inizio anni '90, si tenga conto che fino al
1995, il 5 dicembre 1995...
P.M.: cioè l'ordinanza Spartacus.
Teste: l'ordinanza Spartacus, il clan dei casalesi ha goduto
di una sostanziale impunità. Non vado lontano anche nel
ricordare vicende che riguardarono arresti o imputazioni
di Magistrati anche di questo Tribunale e di oltre
cinquanta uomini di forze di polizia. Io sono stato
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tacciato di essere un infame da un ispettore di polizia
che non mi saluta più, io non lo conoscevo se non di
vista, perché identifica me come quello che ha scosso
l'albero, e poiché fu arrestato per aver fornito
informazioni su provvedimenti di cattura ce l'ha a morte
con me, ma quel '95, 5 dicembre 1995 segna uno
spartiacque: fino al 5 dicembre 1995 eravamo quattro
gatti infami che sollevavano un problema negato, che
veniva disconosciuto. Per questa ragione il 5 dicembre
1995 finalmente conferma e fa emergere un problema che
c'era, l'arresto di 152 persone tocca tante famiglie e
quindi non è più una questione che riguarda pochi
personaggi, perché fino a allora si parlava di camorra
come di Bardellino, Schiavone, Iovine, pochi altri,
l'ordinanza rende pubblico ciò che in molti ambienti si
conosceva e poi dal dicembre 1995 in poi saremo arrivati
in quel territorio di 50.000 abitanti ad oltre
1.200-1.400 arresti; facciamo l'incidenza a livello
nazionale come commissione antimafia abbiamo valutato
che l'incidenza e il rapporto arrestati, indagati,
condannati difficilmente va oltre lo 0,03-5; in quel
territorio 1.200-1.400 persone su 50.000 incidono
maledettamente. Per cui non sono tanto le relazioni
parentali, anche io ce ne ho, ma io non sono stato né al
funerale di mio zio, non mi saluto con le mie cugine,
non mi salutano, non mi salutano molti altri perché
ritengono che io sia stato l'infame. Come cercavo di
sottolineare l'altra volta, il problema non sono le
relazioni parentali, specie quando non si scelgono, è
soprattutto vedere i comportamenti e le alleanze e le
scelte. Da questo punto di vista io ho sottolineato che
parlamentari, compreso l'onorevole Cosentino, in quel
territorio, con atti parlamentari difficilmente hanno
sollevato problemi evidenti. Noi abbiamo avuto 28
decreti di scioglimento di Consigli Comunali in
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provincia di Caserta, ma l'infame, come viene confermato
anche da intercettazioni varie, sarei stato io, che
sollevavo il problema dei condizionamenti e delle
infiltrazioni della camorra. E quindi alla fine per me
non è stata mai dirimente la questione delle relazioni
di parentela, io ho rotto anche con qualche nipote
indiretta che ha deciso di sposare qualche persona
arrestata.
P.M.: quindi non è dirimente, lei dice, nel momento in cui in
qualche modo ci si allontana rispetto al contesto
familiare? In questo senso?
Teste: certo. È dirimente il comportamento, le scelte, le
alleanze, le cose che si sollevano, che portano rotture,
rotture anche di vita, familiari, che pesano anche sui
figli. I miei figli li ho dovuti portare ad Aversa
perché i figli di Schiavone in più occasioni li
provocarono a scuola e per strada.
P.M.: senta, vorrei comprendere, tornando un attimo indietro o
può anche finire, il discorso lo ha sostanzialmente
concluso, volevo comprendere: quindi nel '93, quando
matura questa alleanza al ballottaggio, cosa conosceva,
cosa sapeva per quanto riguardava la famiglia di Russo?
Teste: era noto il nome di questo Peppe...
P.M.: Russo Giuseppe "'o padrino".
Teste: Peppe detto "'o padrino", non nello spessore criminale
che è divenuto più noto successivamente, mentre gli
altri familiari erano inseriti nel tessuto sociale del
comune come persone che non avessero attinenza e
relazioni con la camorra. Col tempo stiamo sempre più
toccando il fenomeno della continuità familistica.
P.M.: continuità?
Teste: continuità familistica criminale, cioè quando viene
arrestato il numero uno di una famiglia proprio in
termini sanguinei, successivamente c'è quasi sempre o
spesso qualcun altro della famiglia che prende il
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testimone e prosegue l'attività o la rappresentanza in
nome e per conto di chi è dentro il carcere.
P.M.: cioè è accaduto anche per Russo Giuseppe "'o padrino"?
Teste: sì, se non sbaglio qualche altro suo fratello o
familiare è stato coinvolto in altri provvedimenti
giudiziari.
P.M.: senta, quindi questi rapporti familiari dell'epoca, se
ho capito bene, non incisero dal punto di vista della
alleanza al ballottaggio?
Teste: sì.
P.M.: e mutarono i rapporti di forza politica successivamente
all'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare
Spartacus, quando emerse con chiarezza chi fosse Russo
Giuseppe "'o padrino"?
Teste: no, i rapporti precipitarono pochi mesi dopo tra
settembre-ottobre 1993, due anni prima dello Spartacus.
P.M.: prima ancora.
Teste: cioè praticamente, diciamo, la vicinanza politica, il
sostegno di Nicola Cosentino a Renato Natale dura pochi
mesi, dal ballottaggio al settembre '93. Non so se si è
votato tra aprile, maggio, diciamo dalla primavera '93 a
settembre '93. Dopodiché Nicola Cosentino aderisce,
diviene subito leader provinciale di Forza Italia, il
destino diventa ben altro.
P.M.: e fu un portato di quella che fu la scelta di Cosentino
di aderire a Forza Italia o sostanzialmente ciò era già
emerso evidente nel momento in cui vi era stata la fine
dell'esperienza della Giunta Natale?
Teste: ci veniva manifestata la disponibilità, l'interesse ad
una candidatura alla Regione, ma Nicola Cosentino capiva
che nel nostro schieramento è sempre stato impossibile,
per cui io penso che questo abbia influito a decidere, a
far decidere in lui di passare all'altro campo.
P.M.: senta, vorrei comprendere: lei ha parlato più volte, non
solo per il significato politico della cosa,
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dell'atteggiamento di confliggenza di un politico in
terra di camorra rispetto all'organizzazione criminale
dei casalesi come un dato significativo; lei, per quello
che lei sa direttamente, per quanto riguarda
manifestazioni pubbliche, iniziative parlamentari,
iniziative sul territorio, ha avuto cognizione di
comportamenti di Nicola Cosentino in apparente quanto
meno contrasto rispetto a quelli che erano gli interessi
del clan dei casalesi?
Teste: su questo, ecco, l'ho ribadito pubblicamente anche
recentemente in interviste pubbliche, Nicola Cosentino è
stato pressappoco sempre in uno schieramento di
maggioranza tranne quella breve parentesi di Renato
Natale, nei modi in cui l'ho chiarita, sempre in
maggioranza con le Amministrazioni Comunali di Casal di
Principe, non mi risultano atti parlamentari tesi a
porre problemi di scioglimento di Consigli Comunali per
condizionamenti camorristici, ricordo una cosa che mi
fece veramente male, quando acquisimmo il primo bene
confiscato a favore del Consorzio Pubblico Agro-Rinasce,
demmo la gestione di attività alla Associazione Libera,
ci fu una interrogazione parlamentare del Senatore
Giuliano contro questa adesione nostra, che io avevo
fatto maturare col Prefetto. La Presidente del Consorzio
Agro-Rinasce, era la dottoressa Fedele, funzionario
della Prefettura. In quei luoghi, quando prendiamo il
primo bene confiscato, nasce una interrogazione
parlamentare, guarda caso quando c'erano cose spinose
non c'erano mai atti dell'onorevole Cosentino, ma
c'erano atti dei parlamentari diversi e opposti, tra
l'altro una volta ci fu un'altra interrogazione
parlamentare abbastanza esilirante del Senatore
Giuliano, il quale chiedeva al Ministro degli Interni se
il furto dell'auto di Enrico Martinelli fosse legato
alla sua attività di opposizione all'Amministrazione di
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cui ero membro, tanto che non mi sono sottratto
all'epoca a dire al Senatore Giuliano: "ti risulta che
io sia capo dei rapinatori di auto?", "ma ti chiedo
scusa, non intendevo dire questo" e quant'altro. Ciò per
dire cosa? Gli atti spesso erano in funzione contraria
alle organizzazioni che si muovevano per la legalità.
Agro-Rinasce, di cui tutti ora riconoscono il merito, fu
contrastato fino ad una interrogazione parlamentare che
contestava l'assegnazione alla Associazione Libera di
Don Luigi Ciotti per quella che veniva chiamata
l'Università della Legalità. Ecco, in quei territori
questi atti parlano in modo chiaro: contro un consorzio
che si muoveva per la legalità e la gestione dei beni
confiscati. Appena noi annunciammo l'uso del primo bene
confiscato, quel bene confiscato fu vandalizzato di
notte, devastato. E allora a quegli atti della camorra
far seguire atti politici, parlamentari, che
contestavano addirittura l'assegnazione del bene e
dell'attività all'Associazione Libera di Don Luigi
Ciotti, io la considero una cosa grave. E quindi, quindi
deduco segnali che andavano in direzione opposta
rispetto al contrasto alla camorra.


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