La Corte di Cassazione cancella la condanna
a 8 anni di reclusione al Mandrillo di Dragone COSTRINSE LA
COGNATE, LE DUE FIGLIE MINORI E LA
NUORA AD AVERE RAPPORTI SESSUALI
Una storia
agghiacciante di degrado, di violenze, di tradimenti, di incesti,
una “Sodoma e Gomorra” di Provincia
- Il processo dovrà rifarsi innanzi la
Corte di Appello di Napoli – Accolte in
toto le doglianze difensive di Nicola Garofalo –
Caserta ( di Ferdinando Terlizzi ) – La terza sezione penale della Suprema Corte di
Cassazione, ha annullato la condanna a 8
anni di reclusione, inflitti a Paride Liberato Miranda, di anni 52
da Dragoni, dalla Prima Sezione
del Tribunale di S. Maria C.V. ( Presidente Giampaolo Guglielmo ) e
confermata anche in secondo grado,
accusato di aver abusato sessualmente della cognata, delle due
figlie minori di costei e di aver tentato di violentare perfino la
giovane nuora.
Il processo è quindi da rifare innanzi la
Corte di Appello di Napoli avendo la
Suprema Corte accolto totalmente la tesi giuridica dell’avv. Nicola Garofalo difensore
dell’imputato. La parte civile costituitasi è stata rappresentata dall’Avv. Italo Madonna. Una lunga camera di
consiglio, dunque, necessaria per
risolvere la questione di diritto,
sollevata dal difensore che farà discutere gli operatori del diritto per i
riflessi che avrà su molti casi simili i cui giudizi pendono innanzi ai
tribunali.
Liberato Paride Miranda era stato
condannato in primo grado – come detto – ad 8 anni di reclusione, per aver
compiuto violenza sessuale nei
confronti delle due nipoti ( G.M. e V.M., all’epoca dei fatti contestati le due
erano minori ) e della cognata N.A. Gli sconcertanti accadimento vennero alla
luce nella primavera del 2009 allorquando le tre donne decisero di denunciare
l’uomo. Ma quale fu il clic scatenante di tutta la vicenda? Perché la due
minori che da anni venivano costrette ad avere rapporti sessuali con il loro
zio non avevano denunciato i fatti?
E’ presto detto. Un giorno, la moglie del Miranda ( una prosperosa
campagnola V.T., di 45 anni confessò al marito di avere un
amante. La reazione fu violenta e immediata ( una sorta di “ A cunfessione e
Taniello e chesto va pe chello” ). Bene,
fu a qual punto che l’uomo confessò di aver stuprato la cognata e
sedotte le sue nipotine.
Il Miranda fu tratto in arresto e poi
posto ai domiciliari, dove attualmente
sta scontando la pena. Il processo è vero,
ha messo allo scoperto amori e passioni di provincia… - quasi una routine nelle nostre
campagne - ma quello che più interessa (
escluso coloro che hanno una morbosità da voyeur ) è la questione di diritto
sollevata dall’avv. Nicola Garofalo.
Al Miranda la Procura sammaritana aveva
contestato tre diversi capi di imputazione. Il primo. “approfittando di
circostanze di tempo e di luogo - così da non poter essere scoperto –
costringeva la nipote M.G. a subire atti sessuali in particolare – nel periodo
in cui la persona offesa era minore di età e segnatamente del compimento del
decimo anno di vita e fino al completamento del quattordicesimo anni della
stessa la costringeva a subire (omissis ) sono atti irripetibili che preferiamo
non citare ma che lasciamo alla immaginazione dei nostri lettori.
Ancora più drammatica la descrizione della
tentata violenza alla nuora: “nell’afferrarla per un braccio e nello
scaraventarla sul letto della camera del
figlio tentando di baciarla e palpeggiandola poneva in essere atti idonei
diretti in modo non equivoco a compiere
atti sessuali nei confronti della nuora A.N. non riuscendovi nel suo intento per
la ferma opposizione della parte offesa. In Dragoni nel 2008.
Secondo il legale del Miranda, l’art. 609
del codice penale, può essere letto in
un solo modo: i fatti che vedono quale persona offesa una minore di anni 16 possono
essere perseguiti solo a querela della parte offesa. Tra l’altro – caso
singolare – la tesi è stata fatta
propria anche dal Procuratore Generale Dr. Giovanni
Volpe, il quale condividendo
l’eccezione ha chiesto l’annullamento con rinvio del processo.-
Dopo una lunga permanenza in Camera di
Consiglio, la Suprema Corte ha ordinato di rinviare gli atti alla Corte di
Appello di Napoli. Tutto da rifare, quindi, e tutto da riscrivere in presunto
di diritto, vista la novità adottata dai giudici romani. Dove c’è accusa,
dunque, di molestie nei confronti di minori, d’ora in poi bisognerà fare
querela altrimenti si realizza una sorta di non punibilità.
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