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venerdì 10 maggio 2013


La storia non deve ripetersi, quando è storia di illegalità e di scarsa umanità

10-05-2013
Carmelo Musumeci è uno degli ergastolani improvvisamente trasferiti dal carcere di Spoleto alla fine di luglio 2012 quando, con una decisione che è stata da più parti criticata, il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria ha deciso di chiudere la sezione Alta Sicurezza 1 di quell'istituto, interrompendo bruscamente l'esperienza forte e significativa degli ergastolani di Spoleto, che da anni portavano avanti con volontari e operatori tante iniziative.
Carmelo Musumeci, da anni promotore di una campagna contro l'ergastolo, due lauree, diversi encomi e un percorso importante di rieducazione, confermato anche da eccellenti relazioni trattamentali, è stato trasferito nel carcere di Padova.
Appena arrivato Carmelo ha chiesto con forza che venisse rispettato il diritto alla cella singola per i condannati all'ergastolo, ma si è scontrato con una situazione di grave sovraffollamento che non prevedeva il rispetto di quanto stabilito in materia dall'art. 22 del Codice penale, e ha passato le prime settimane nella sezione di isolamento. Solo con la mediazione e il dialogo stabilito con la direzione dell'istituto padovano Carmelo ha ottenuto di poter stare in una cella singola.

Ora la storia sembra ripetersi perché, in una situazione che nonostante le condanne e i richiami della Corte Europea non sembra destinata a migliorare in alcun modo, il sovraffollamento ha raggiunto livelli tali da richiedere anche agli ergastolani di Padova di stare in due o più all'interno di celle, che dovrebbero contenere una sola persona.

Carmelo e altri suoi compagni hanno chiesto di restare nelle loro celle, nel pieno rispetto della legge e delle disposizioni in materia penitenziaria, confermate anche da un'ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Padova, n. 2012/1543 del 25/10/2012, che recita: "(...) Orbene osserva il Giudice che sussiste il diritto del detenuto all'allocazione in cella singola ai sensi dell'art. 22 c.p. in quanto condannato all'ergastolo con isolamento notturno".
Ciò nonostante la loro richiesta non è stata accolta, pur avendo Carmelo e i suoi compagni fatto una importante affermazione, che vogliamo qui riportare: "Ci teniamo però a dichiarare che quando ci sarà anche per noi il rispetto costituzionale della funzione rieducativa della pena e sarà data anche a noi una speranza dalla legge, una sola, di tornare un giorno uomini liberi, accetteremo di stare non in due in una cella, ma in quattro".

A Padova Carmelo ha faticosamente ripreso un buon percorso soprattutto all'interno della Redazione di Ristretti Orizzonti, grazie alle numerose e preziose occasioni di confronto e anche all'incontro con scolaresche e persone esterne al carcere.
I firmatari del presente appello credono fermamente che uno Stato, che non riesce a rispettare le sue stesse leggi e fa vivere le persone in condizioni di illegalità, perda il diritto di punire chi oppone resistenza pacifica ad un trattamento non rispettoso della legge, per cui chiediamo al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria di non prendere provvedimenti punitivi, ma di accettare un percorso di confronto e di mediazione ma abbiamo anche chiesto a Carmelo e ai suoi compagni di fermarsi e di condividere temporaneamente la cella in due, dimostrando così di essere più rispettosi della legge delle istituzioni stesse, che pensano di rieducarli usando l'illegalità.


Da parte nostra:

  • garantiamo l'impegno per una battaglia per l'abolizione dell'ergastolo, che ha per prima tappa il superamento dell'ergastolo ostativo, e che gli ergastolani non possono e non devono combattere da soli
  • confermiamo il nostro sostegno per il diritto dei detenuti a vivere in carceri rispettose della dignità di un essere umano, che consiste anche nel diritto alla cella singola per chi sconta pene lunghissime o senza fine
  • ci impegneremo al loro fianco, con tutte le energie e le risorse che abbiamo, ma nel frattempo chiediamo agli ergastolani di sospendere anche lo sciopero della fame annunciato per la prossima estate, e di accettare di non mettere a repentaglio la loro vita e di lottare insieme a noi e alle loro famiglie per il diritto ad un fine pena per tutti e alla possibilità di reinserimento e di rieducazione, senza esclusione alcuna, così come sancito dall'articolo 27 della nostra Costituzione.

Ristretti Orizzonti
Comunità Papa Giovanni XXIII
Associazione Antigone
Associazione Papillon di Rimini e Bologna
Memoria Condivisa - Familiari di vittime dei reati
Associazione Socialismo e Riforme
Don Marco Pozza, cappellano della Casa di Reclusione di Padova
Andrea Pugiotto (Ordinario di diritto costituzionale nell'Università di Ferrara)
Agnese Moro (Roma)
Francesco Ferrante (Senatore PD) (Roma)
Mariapia Garavaglia (Senatrice PD) (Roma)
Alfonso Papa (Politico)
Massimo Niro (Giudice civile, ex Magistrato di Sorveglianza) (Firenze)
Ersilia Salvato (Docente) (Roma)
Monastero Domenicane (Pratovecchio - AR)
Giovanna Donzella (Psicologa penitenziaria) (Padova)
Francesca De Carolis (Giornalista e scrittrice) (Roma)
Livio Ferrari (Garante dei diritti delle persone private della libertà) (Rovigo)
Agnese Pignataro (Saggista, studiosa di femminismo ed etica animale) (Lione - Francia)
Associazione Yairaiha Onlus (Associazione per i diritti dei detenuti) (Cosenza)
Giulio Petrilli (L'Aquila)
Umberto Grassi (Avvocato) (Pieve Fosciana - LU)
Pier Francesco Gasparetto (Docente di Letteratura Inglese, Università di Torino) (Biella)
Gianni Massa (Giornalista e Segr. Ass. Socialismo Diritti Riforme) (Cagliari)
Umberto Curi (Dir. Centro ricerche Storia e Fil. della scienza Univ. Padova) (Padova)
Roberto Segatori (Prof. di Sociologia politica Univ. Perugia) (Foligno - PG)
Giovanni Tavernari (Avvocato) (Varese)
Sandro Mezzadra (Prof. Filosofia Politica, Università Bologna) (Bologna)
Annamaria Cotrozzi (Ricercatrice, Università Pisa) (Pisa)
Antonio Vallini (Prof. Diritto Penale, Univ. Firenze) (San Giuliano Terme - PI)
 

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