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martedì 14 maggio 2013

L'EDITORIALE di CIRO CENTORE 



Non paghino i più indifesi
Quando la coppia «scoppia» è necessaria una corsia preferenziale per i
procedimenti di separazione: solo così si garantiscono i diritti dei figli
minori che soffrono
CIRO CENTORE*
Vorrei segnalare al presidente Napolitano e al ministro Cancellieri che si va
sempre più consolidando una prassi nelle aule giudiziarie secondo la quale per
una coppia che «scoppia» occorre attendere mesi e mesi per i relativi
provvedimenti, costringendo i coniugi a una forzata convivenza, tale da non
garantire ai figli, particolarmente se minori o in età infantile, quella
necessaria serenità ambientale di cui hanno bisogno. I tribunali italiani, sia
pure con qualche eccezione, sono «sonnolenti e ritardatari» in rapporto alle
problematiche che vedono al centro la condizione della prole: udienze che
meriterebbero un calendario privilegiato con tanto di corsia «preferenziale».

Questa dovrebbe essere la prassi auspicabile, purtroppo per niente praticata,
per evitare turbamenti e difficoltà ai figli minori. Cosa fare allora, si
domandano schiere di padri e madri e di associazioni a tutela dei minori e
degli stessi genitori. La risposta è semplice: «Cambiare il calendario
consueto, il senso di marcia». Se una strada è intasata è evidente che si
cercano altri percorsi. Per chi ha buona volontà. E se una prassi, come quella
segnalata, non risponde alle necessità dei figli, i tribunali ne devono tener
conto.

Allineare, come tempi e calendario giudiziario, una vertenza condominiale o di
appalto di opere a una controversia che ha al centro «la persona», è una
bestemmia. Al proposito, non si possono dimenticare le degenerazioni come la
crescita di delitti collegati a liti pre o post separazione: indagini e
verdetti che seguono a distanza di anni, ne rendono testimonianza. Di qui il
mio grido: precedenza assoluta nelle cause di separazione alle sofferenze dei
«piccoli» in modo da garantire una trattazione rapida dei diritti e dei doveri
della coppia disgregata nei confronti della prole. Basterebbe una semplice
«circolare», caro Presidente, per contribuire a rendere più civile questo
Paese.

* Professore-avvocato, Caserta

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