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domenica 28 luglio 2013
COSENTINO LIBERO DEFINITIVAMENTE?
Determinante la Cassazione che ha buttato a carte
quarant’otto le decisioni del Riesame
FARA’
APPELLO ANCHE ALESSANDRO MILITA DELLA DDA COME HA FATTO ANTONELLO ARDITURO PER
LA SCARCERAZIONE DI COSENTINO?
Sarà
presente l’on. Nicola Cosentino alla prossima udienza del 16 settembre? Un mese
di agosto pieno di decisioni e speranze
Caserta (
di Ferdinando Terlizzi ) – Farà appello il pubblico ministero della D.d.A. Dr. Alessandro
Milita, ( così come ha fatto il suo collega Antonello Ardituro,
per la decisione del Presidente Orazio Rossi,
che ha posto l’imputato agli arresti domiciliari per il processo “Il
Principe e la Scheda ballarina”) avverso il provvedimento del collegio “C”
della Prima sezione che, ha addirittura
scarcerato – rendendolo un uomo libero -
l’on. Nicola Cosentino?
La risposta è no! In considerazione del
buon senso, senza accanimento; dei risvolti della Suprema Corte di Cassazione (
con la singolare espressione:” I politici bruciati non fanno più gola alla
mafia”); delle decisioni del Presidente
Orazio Rossi, con la concessione dei domiciliari fuori
regione; ed infine, quello del collegio
della Prima “C”, (Presidente Giampaolo
Guglielmo, a latere Luigi
D’Angiolella e Rosaria
Dello Stritto ) che ha addirittura liberato
definitivamente Nicola Cosentino. No! La
Procura non farà appello. Ma non è detto. Fate attenzione, nei tribunali si dice che,
due cose replicano sempre: ”Il terremoto e il pubblico ministero”.
Intanto questa mattina – se ci sarà data
l’occasione – ci recheremo in cancelleria per visionare il provvedimento del
Presidente Guglielmo, che è andato bene
al di là di ogni previsione. Anche se qualche spiraglio si era aperto
allorquando – nel corso dell’ultima udienza ( come da noi riferito nel nostro precedente servizio ) - in
una pausa del processo, il Presidente
aveva chiesto “espressamente” agli avvocati difensori – Stefano Montone, Agostino De Caro e Nando Letizia, la motivazione della sentenza della Corte di Cassazione
che aveva dato ragione a Cosentino che però non era stata ancora depositata.
Resta quindi – ancora una incertezza –
sulla decisione di fare appello o meno alla piena scarcerazione, mentre la
Procura potrebbe rinunciare all’appello proposto dal piemme Antonello Ardituro,
contro la concessione dei domiciliari, processo già fissato per l’11 ottobre a Napoli, relativamente
al processo “Il Principe e la scheda ballerina” dove Nicola Cosentino è
accusato di corruzione.
Intanto nell’ultima udienza del 16
luglio, scorso, nel processo ECO4, dove Cosentino risponde di
“concorso esterno”, ed era prevista
l’audizione del collaboratore di giustizia Piero Amodio ( il quale si rifiutò per motivi
personali ), il Presidente ha ordinato
l’accompagnamento coatto del teste. Mentre è già calendarizzata una nuova
escussione del collaboratore Gaetano Vassallo ( definito dalla stampa il
signor “non ricordo” ) per la prossima udienza del 23 settembre.
Dunque, dopo 131 giorni trascorsi nel
“Grand Hotel a 5 sbarre” di
Secondigliano, Nicola Cosentino potrebbe iniziare nuovamente a frequentare le
udienze, per difendersi innanzi a quella
che “finora” appare una montagna di “panna giudiziaria”.
Cos’è il concorso esterno in
associazione di tipo mafioso? Che cha coinvolto tanti politici nostrani?
Ricorderete negli anni 80, Dante
Cappello, il Sen. Tamì Ventre l’on.
Tiberio Cecere? Non è niente ed è tutto. Cioè
è un reato che lo vede solo chi vuole accusare e coinvolgere una
persona. È un reato dai confini sottili
rispetto alla vera e propria partecipazione all’associazione per delinquere e
al favoreggiamento, e per questo è stato ed è tuttora oggetto di discussione
nella dottrina. Per la sua definizione risulta fondamentale l’elemento
soggettivo, ossia la consapevolezza e la volontà del soggetto di concorrere
insieme ad altri alla realizzazione di un reato e la consapevolezza che tale
aiuto viene dato in favore di una associazione di tipo mafioso. Una figura
penale ritenuta fondamentale per colpire la cosiddetta “zona grigia”, dalla
quale le mafie traggono forza e nella quale proliferano.
Nel nostro codice penale non esiste il
reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Indica una forma di
compartecipazione del reato di associazione di tipo mafioso punito
dall’articolo 416 bis del Codice penale, che rispetto al “semplice” reato di associazione
per delinquere (416) prevede che coloro che ne fanno parte si avvalgano della
forza di intimidazione del vincolo associativo. Il concorso esterno si realizza
con l’apporto di un contributo effettivo e consapevole al perseguimento degli
scopi illeciti dell’associazione di tipo mafioso senza però prendere parte al
sodalizio criminale. Si tratta quindi di concorso nel reato e come tale è
previsto all’articolo 110 del Codice penale.
Allora un politico che procura un posto di
lavoro ad un operaio, raccomandato da un
camorrista; o un imprenditore che, pressato e minacciato, cambia un assegno
post datato, può essere accusato di
concorso esterno? Sembra proprio di sì. Anzi. Dalle nostre parti, nella terra
dei kaki, basta essere nato a Casal di
Principe o Casapesenna, per essere
coinvolto in blitz di camorra. Per
taluni piemme: “Anche l’aria che respiriamo è camorra”.
Sì, perché molti inquisitori applicano
quello che io ho definito il “teorema del cornuto”. Un signore passa accanto ad
un altro e gli fa:”Miao…! E l’altro adirato risponde: “A me cornuto?”. E sì
chiarisce il primo… perché miao… è il verso del gatto, il gatto si mangia il
formaggio, il formaggio è fatto con il latte, il latte lo produce la mucca, la
mucca è la moglie del toro, il toro ha le corna… ergo… tu mi hai chiamato
cornuto.
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