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lunedì 9 settembre 2013

CAOS DENTRO E FUORI LE CARCERI A NAPOLI


Napoli: botte tra detenuti durante la messa, feriti gli agenti del carcere di Poggioreale

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Il Mattino, 9 settembre 2013

Il sindacato Osapp: c'è stata "una vera e propria colluttazione", "totale assenza di sicurezza dovuta alla gravissima carenza negli organici".
Botte tra detenuti durante la messa: nel carcere di Poggioreale restano feriti gli agenti di polizia penitenziaria intervenuti per fermare l'aggressione. Lo rende noto il segretario generale del sindacato Osapp, Pasquale Montesano, che racconta così l'episodio: "Durante la messa della domenica dove erano presenti i raparti Avellino, Torino e Firenze (circa 150 detenuti) con soli 4 agenti di polizia penitenziaria, per la sorveglianza, durante la celebrazione due detenuti del reparto Avellino, sono venuti alle mani, trasformandosi in una vera e propria colluttazione, gli agenti intervenuti per sedare l'atto violento e riportare il tutto nella normalità sono stati refertati per varie escoriazioni al corpo".
Montesano sottolinea: "Nella totale assenza di sicurezza, per la gravissima carenza negli organici, poteva degenerare una vera e propria rissa con conseguenza ancora più gravi. L'alto senso di responsabilità e doti non comuni d'intervento degli uomini della polizia penitenziaria hanno garantito ancora una volta il ripristino dell'immediata tranquillità ambientale". Oggi a partire dalle 10, il segretario generale Osapp Leo Beneduci e il segretario generale aggiunto Pasquale Montesano saranno "in visita negli istituti di Napoli, Poggioreale e Secondigliano, per ascoltare dalle voci di dentro dei poliziotti penitenziari sulle questioni attinenti il gravoso lavoro che sono costretti a fare nelle peggiori condizioni".








Napoli: domani mattina ci saranno due presidi all'esterno delle due prigioni cittadine

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Il Giornale di Napoli, 9 settembre 2013

Sempre alta l'attenzione sulle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri napoletane. Domani mattina ci saranno due presidi all'esterno delle due prigioni cittadine. L'Associazione Radicale per la Grande Napoli, che da sempre si occupa delle condizioni di vita dei detenuti e a gran voce reclama l'indulto, sarà impegnata a raccogliere firme per i referendum Radicali all'esterno del carcere di Secondigliano, mentre l'associazione Ex Don, Ex detenuti organizzati napoletani, manifesterà all'esterno del carcere di Poggioreale per protestare contro il sovraffollamento e l'invivibilità del carcere.
"Siamo impegnati da giorni - chiarisce Emilio Martucci, membro del comitato nazionale dei radicali Italiani - per la raccolta firme fuori al carcere di Poggioreale, domani ci sposteremo a Secondigliano. Sono molti i cittadini che stanno firmando, con la speranza che in questo paese possa finalmente cambiare qualcosa. Essere tra la gente ad ascoltare quelle che sono le vere istanze sociali, dovrebbe essere un dovere di chi dice di occuparsi della cosa pubblica". A Poggioreale, invece, a partire dalla prima mattinata, i parenti dei detenuti si uniranno all'associazione Ex don, per battersi a favore dei diritti dei detenuti.
"Saremo fuori al carcere più affollato d'Europa - spiega Pietro Ioia, presidente dell'associazione Ex don - per dare voce a quelli che non ce l'hanno". Sarà un presidio pacifico, per gettare nuova luce sulla piaga del sovraffollamento, che toglie dignità al detenuto.
"Faremo un appello anche contro il regime di 41 bis - prosegue Ioia - che, a nostro parere, è una tortura legale. Il carcere italiano è basato sul recupero e sul reinserimento sociale, queste persone, invece, restano sepolte vive in carcere e non hanno null'altro da fare che aspettare la morte per essere libere". Ioia fa notare anche un altro aspetto del carcere duro, legato alla possibilità di pentimenti e confessioni da parte dei boss.
"Molte volte il 41 bis è applicato per riuscire ad ottenere pentimenti e informazioni continua il presidente dell'associazione Ex don - Negli ultimi anni i boss si allenano a non cedere psicologicamente e quando si accorgono che per loro si mette male, cominciano la latitanza in dei veri e propri buchi, piccoli e stretti, per non cadere nella tentazione di pentirsi. Bisogna studiare altre misure per la rieducazione e il recupero dell'individuo, come previsto dalla Costituzione".
 

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