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giovedì 26 settembre 2013

Detective & Crime Magazine: Le slides della conferenza stampa di Carmelo Lavor...



                   - CE.S.CR.IN. -   



 Centro Studi Investigazione Criminale - Criminologia Investigativa   

 Direttore Prof. Carmelo Lavorino   



       OMICIDIO KATIA TONDI  

        “Il punto della situazione delle indagini e le  

investigazioni del Pool di Difesa di Emilio Lavoretano,  

 marito della vittima.  

 Il profilo criminale dell’assassino.   

  Le piste investigative da seguire.  

Confutazione dell’ipotesi accusatoria degli Inquirenti.  

 Chiarimenti e comunicazioni.”  

PRODROMICA ALL’INVESTIGAZIONE   

  GLOBALE SISTEMICA  





  Per rispetto del segreto istruttorio  e degli  

         Inquirenti ci si riferisce soltanto a  

 documenti pubblicati/apparsi ufficialmente   

    e/o sulla stampa e a fotografie scattate  

 quando l’appartamento “scena del crimine”  

                 non era sotto sequestro.   

Non viene divulgata alcuna notizia riservata.  

  IL FATTO  

      Verso le ore 20 di sabato  20 luglio 2013,  

 personale della Volante Delta 33 viene inviato a  

San Tammaro Parco Laurus per segnalazione di  

una persona morta. Sul posto vi è già personale  

                                del 118.  

 La vittima è Katia Tondi, il corpo è scoperto dal  

   marito Emilio Lavoretano il quale  fornisce la  

                       seguente versione





“Sono uscito verso le ore 19 per andare  a fare la spesa  al  

   supermercato MD di Capua con la lista fattami da mia  

 moglie, ho pagato alle 19,25; poi alla ricevitoria tabacchi,  

  poi  alla farmasanitaria  per comprare il latte per nostro  

figlio ed altro. Tornato a casa ho portato con me tre buste,  

    una l’ho lasciata in macchina. Dalle scale ho sentito il  

 pianto del bambino, cosa rara. Ho trovato la porta di casa  

  aperta di circa 20 cm, sono entrato e ho visto il corpo di  

mia moglie a terra, ho notato la sua borsa a terra rovistata  

e la camera da letto a soqquadro. Ho preso il bambino che  

  piangeva, ho telefonato al 118, al 113, ho avvisato la mia  

      vicina Rosaria Rossi la quale ha allarmato altri…”  




• Emilio  Lavoretano  consegna  lo  scontrino  della  spesa  

fatta  al  supermercato  MD    h  19:25  per  euro  31,29;  lo  

scontrino della farmasanitaria  h  19:51  per euro  113,97 e  la  

lista della spesa fattagli dalla moglie.  

• Intervengono il medico legale e la polizia scientifica.  

• Katia è stata strangolata  ma  non è stata  repertata  l’arma  

del delitto.  

• Non       risulta      che      siano       state       prese       le    temperature  

cadaveriche e quelle ambientali.  

• Non tracce di difesa, non aggressione sessuale.   

• Non tracce papillari e/o Dna.  





Alla  vittima  mancano  la  fede  nuziale,  un  

anello  e  una  catenina,  circa  30  euro  dal  

portafoglio.   

Emilio          dichiara            che        verso          le     17,45         ha  

bevuto  una  birra  con  la  moglie,  poi  hanno  

fumato una sigaretta in terrazzo.  

La notte  l’appartamento viene liberato e per  

55 giorni la scena del crimine è inquinata.  

 PZ del   crimine  



BICCHIERI DOVE HANNO BEVUTO   

       H 17.45 KATIA  ED EMILIO  

Il   4   settembre   2013                Emilio        Lavoretano   viene  

iscritto  nel  registro  degli  indagati  per  il  reato  di  

omicidio ai  danni  della  moglie  perché  “cagionava  

la   morte  della   moglie   lasciandole   un  solco  al  

collo  dopo  averle  provocato  un’asfissia  mortale  

strangolandola  con  un  mezzo  a  superficie  non  

sottile,  di  consistenza  non  dura:  in  San  Tammaro  

il 20 luglio 2013”.   

E.L.       nomina            sin      dall’inizio          l’avv.        Natalina  

Mastellone   come   difensore. In   seguito   anche  

l’avv. Raffaele Crisileo.  



  





La  sera  stessa  del  delitto   la  scena  del  crimine  viene  
liberata,         invece        di     essere         congelata           e     posta        sotto   sequestro.   Si  verifica  il  seguente  gravissimo  evento:  non  vengono   prese        le    temperature             della       vittima        e    le    temperature   ambientali.   Eppure   sono   decenni          che   diciamo,   scriviamo,   gridiamo,            indichiamo   e   decidiamo       in   convegni,   seminari,   trattati   forensi-investigativi   e           in   sedi   universitarie che  la "scena del crimine è sacra", "via tutti,  la scena diventa un   santuario a disposizione della  polizia scientifica",  "prendere  immediatamente   tutti  i  dati  di  temperatura  della  vittima  e  degli  ambienti",  "non  sottovalutare   nulla".  

In tal  modo è stato  impedito alla  "via  investigativa" di  individuare  il  momento   zero  e  il  segmento  zero:  momento  della  morte  e  segmento  temporale  di  30   minuti: un regalo al vero assassino: un regalo alla legge del sospetto!  

In  tal  modo  gli  inquirenti  possono  essere  condizionati  psicologicamente  a  valorizzare solo il proprio operato



PERCHÉ IL MARITO  È STATO  ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI?  

Non  penso che sia  un atto dovuto,  ho  la certezza che gli  inquirenti, allo stato dei fatti e  

degli  atti,  lo  ritengano  colpevole.  Ecco  i  presupposti  dell'impianto  del  sospetto  degli  

inquirenti,  fermo  restando  che  ora  non  posso  più  scoprire  tutte  le  carte,  lo  farò  al  

momento opportuno:  

1.   è regola regina sospettare  in primis del marito;  

2.   è regola sospettare di tutti, quindi anche del marito;  

3.   le statistiche degli ultimi anni portano a sospettare del marito, del convivente, dello  

     spasimante,  del  corteggiatore:  nella fattispecie  l'unica figura  esistente  ed  appurata  

     è solo quella del marito;  

4.   la  legge  statistica  criminologica  investigativa  del  femminicidio  spinge  a  puntare  il  

     marito;  

5.   il   marito   aveva   le   possibilità   esecutive,   spaziali,   temporali,   di   capacità   e   di  

     opportunità di uccidere la moglie;  

6.   esiste – in modo invisobile ma prepotenete e determinante - il modello  Parolisi;  

7.   esiste    la   regola   dell'ultimo   contatto         in   vita   della   vittima   e   della   contiguità  

     dell'aggressore;  

8.   seguire il principio del rasoio di Occam (la via  più semplice è sempre la migliore);  

9.   chi se non lui? (legge dell'esclusione);  

10. qualunque incertezza/contraddizione del marito diviene motivo di sospetto.  



  

  




CHIARIMENTI  



• NON È VERO QUANTO AFFERMATO DAL TESTIMONE CHE  



DICHIARA DI AVERE VISTO EMILIO LAVORETANO E IL PADRE  



GIOVANNI USCIRE ASSIEME ALLE 18:45 DAL PARCO LAURUS  



• NON È VERO CHE I CANI DELLA SIG.RA ROSSI ABBAIANO A  



OGNI MOVIMENTO ESTERNO (CONSTAZIONE DIRETTA,  



DEDUZIONE  LOGICA)  



• NON È VERO CHE EMILIO TENEVA LA MOGLIE  



“SEGREGATA” IN CASA  



• NON È VERO CHE L’ASSASSINO È NELLA FAMIGLIA DEL  



MARITO COSÌ COME INSINUATO  





    CONFUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DEL SIG. CARLO TONDI 

Non  è  vero  quanto  dichiara  il  sig.  Tondi  al  settimanale  

GIALLO  (pag.  16,  Nr 24):  "Io  e mia  moglie, infatti,  abbiamo  

avuto  sempre  avuto  un  sospetto:  a  uccidere  Katia  non  è  

stato  uno  sconosciuto,  bensì  una  persona  molto  vicina  

alla  nostra  famiglia.  Oggi i nostri sospetti sembrano  avuto  

conferma".  

Nemmeno  corrisponde a verità  l'affermazione  riportata  dal  

settimanale  GIALLO  a  pag.  17  ed  attribuita  alla  mamma  di  

Katia  "...  per  questo  siamo  sempre  stati  convinti  che  a  

ucciderla sia stata una persona di cui si fidava molto".  

L'avverbio          "SEMPRE"            intende         riportare        una      realtà  

soggettiva, temporale e di sospetto in realtà MAI avvenuta.  


    CONFUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DEL SIG. CARLO TONDI  

Affermo  ciò  con  chiara  conoscenza  di  causa  perché  la  

sig.ra  assunta  Giordano,  moglie  di  Carlo Tondi  e  madre  di  

Katia,  mi  ha  dichiarato  di fronte  a testimoni  (1)  di  avere  la  

certezza  che si trattava  di  omicidio  in seguito  a  rapina,  (2)  

che  era  sicura  al  100%  dell'innocenza  del  genero  Emilio.  

Tale dichiarazione è stata  proferita di fronte al sottoscritto,  

all'avv.  Natalina  Mastellone,  al  dott.  Enrico  Delli  Compagni  

ed al figlio Antonio: eravamo a casa sua.  Ed anche  il figlio  

Antonio  si  è  sempre  dichiarato  convinto  dell'estraneità  di  

Emilio   e   di   qualcuno   della   famiglia.   Quindi   l'avverbio  

"SEMPRE"  non  corrisponde  a  realtà  e  rappresenta  una  

falsa realtà.   

 I TRE SCENARI OMICIDIARI  

1.  OMICIDIO IN SEGUITO A RAPINA/FURTO/ATTO CRIMINALE    
2.  OMICIDIO  IN SEGUITO A LITIGIO O ALTRO SCONTRO   EMOZIONALE    
3.  OMICIDIO PREMEDITATO O  SITUAZIONALE CON INTRUSIONE  



    ORGANIZZATA  


OMICIDIO IN SEGUITO A RAPINA/FURTO/ATTO CRIMINALE commesso da soggetto/i   della malavita predatoria itineranti, specializzata in furti  con intrusione, che agiscono in  bande, con pali, avanguardie e controllori.  
Il MOVENTE è per  tacitazione testimoniale, per perdita del controllo di fronte  ma all’imprevisto e per autosicurezza.  
La CIRCOSTANZA è per allarme e reazione della vittima.  



OMICIDIO  IN SEGUITO A LITIGIO O ALTRO SCONTRO EMOZIONALE agito da un   soggetto che in seguito ha organizzato staging, depistaggi e messinscena  



OMICIDIO PREMEDITATO O SITUAZIONALE CON INTRUSIONE ORGANIZZATA agito da  
un soggetto organizzato e motivato, che si era appostato, che aveva calcolato tempi,   opportunità, logistica e modalità per affettuare  il blitz intrusivo: esistono la firma   psicologica comportamentale e le tracce di un modus operandi speciale sulla scena del   crimine.  


SdC con le TRE zone del percorso omicidiario  




           PZ = Punto Zera    Epicentro della Scena  del Crimine L3=L4: Luogo distacco   SI/Vittima rinvenimento   cadavere   


 PZ = Punto Zera   Epicentro della Scena   del Crimine  


L3=L4: Luogo distacco   SI/Vittima rinvenimento   cadavere


 PZ = Punto Zera  

Epicentro della Scena del Crimine  


 L3=L4: Luogo distacco SI/Vittima  

     Luogo rinvenimento cadavere  





Il corpo visto dalla porta d’entrata



Ricostruzione e stilizzazione del corpo visto dal lato  
 opposto al precedente  




Il cerchio rosso indica il Punto Zero = L3 = L4 = L2  







Panoramica zona SdC  



CIABATTE                AI       PIEDI,          con         altissima  

probabilità             infilate       alla   vittima            dal      SI  

dopo  l’uccisione,  vero  e  proprio  atto  di   matrice   psicologica   (messa   in   posa   +   “undoing”=“negazione                                      psichica”),  significativo             del   fatto          che   aveva             una   rapporto  di  frequentazione  psichica  con   la      vittima           (odio,          invidia,          vendetta,   rancore,            rapporti           rotti            per       motivi   personali ed emotivi…), immaginaria.  

Il   CAPO  è  verso   la   porta   d’entrata,   il  

corpo è stato così disposto / adagiato dal  

SI  ,  come  forma  di  provocazione  e  di  

sfida verso  i soccorrittori e il marito.  

Le      BRACCIA                   hanno          una        posizione  

incompatibile                con        una       caduta,           bensì  

sono  il  risultato  di  una  messa  in  posa  e  

composizone  della  vittima  e  della  scena:  

il   SI   si   è   attardato   a   contemplare   la  

propria opera.  

         AZIONE ESECUTIVA + RITUALE  

                    ALMENO 20 MINUTI  


 La vittima avrebbe dovuto usare  

la piastra per i capelli  portatagli  

dalla madre verso le ore 16:30-17.  

     

La posizione delle braccia è il  

     



risultato di un’azione del SI che  

ha composto la scena e il corpo.  

Il SI ha avuto il bisogno di  

attardarsi sulla scena e questo lo  

ha messo in stato di pericolo, ma  

ha dovuto/voluto farlo per la  

motivazione, il movente e la  

gratificazione dei bisogni intimi.  

La zona di contatto del corpo è    

la zona centrale dell’  

appartamento, non battuta dal  

sole, quindi la più fresca.  




  CIABATTE AI PIEDI, con altissima probabilità infilate alla vittima dal  

SI dopo l’uccisione, vero e proprio atto di matrice psicologica (messa  

  in posa e undoing = negazione psichica), significativo del fatto che  

  aveva una rapporto di frequentazione psichica con la vittima (odio,  

     invidia, vendetta, rancore, rapporti rotti  per motivi personali ed  

 emotivi…) e del tipo immaginario:  ATTO DI CHIUSURA DEL MOTIVO   DEL CONTENDERE E DI USCITA DI SCENA COL SIPARIO    ABBASSATO.  


CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  
  Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  

 CONTESTO – MOVENTE – INTENTO   PRIMARIO  
 • Omicidio in seguito a rapina     • Per  tacitazione testimoniale    • Per allarme e reazione della vittima   • Per autosicurezza    • Per perdita del controllo di fronte  all’imprevisto  

Soggetti  della malavita predatoria itineranti, specializzati  


  in furti  con intrusione, che agiscono in bande, con pali,  

               avanguardie e controllori. BMW sospetta  


CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  


  • Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  
• Per  tacitazione testimoniale  
 • Per allarme e reazione della vittima    • Per autosicurezza  
 • Per perdita del controllo di fronte all’imprevisto  



 DICHIARAZIONE CHE SI VA A CONFUTARE  

 "L'ipotesi          di    una   rapina            finita   in        tragedia         ci   risulta   inverosimile:   i   malviventi,   per   entrare   nell'abitazione,   avrebbero  dovuto  scavalcare  il  cancello  condominiale,   salire  al  terzo  piano  del  palazzo  e  suonare  il  campanello   per farsi aprire“.  


CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  


                                • Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale    • Per  tacitazione testimoniale    • Per allarme e reazione della vittima    • Per autosicurezza    • Per perdita del controllo di fronte all’imprevisto   Soggetti    della  malavita  predatoria  itineranti,  specializzati  in  furti    con  intrusione,  che  

agiscono in bande, con pali, avanguardie e controllori.  

Diversi  omicidi  tramite  strangolamento  sono  stati  effettuati  da  rapinatori  e/o  ladri  che,  

trovatisi   di  fronte   a   un   imprevisto,   un   pericolo,   una   reazione  –   hanno   scelto   la  via  

dell'assassinio con il mezzo costrittore portato seco;  

rapinatori e  predatori  professionisti entrano dove, quando e come vogliono, certamente  non  

suonano  al  campanello  e,  se   lo  fanno,   lo  fanno  fare  a   una  donna  o  a   una   persona  

insospettabile,  fanno  abbassare   le  difese  alla  vittima,   usano  stratagemmi   ingegnosi  e  

fantasiosi;  

sicuramente chi vuole entrare in casa altrui conosce e  usa espedienti  pratici e  psicologici di  

tipo diverso, dal doppione di chiavi al passepartout, alla lastra, alla forzatura: decine di modi  

per entrare; inoltre la porta presentava evidenti segni di manomissione;  

il   problema   dello   scavalcare   il   cancello   condominiale   non   esiste,   perché   il   cancello  

posteriore  del  condominio  aveva  la  serratura  divelta,  serratura  che  è  stata  aggiustata  in  

seguito.  



CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  

 Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  



Soggetti    della  malavita  predatoria  itineranti,  specializzati  in  furti    con   intrusione, che agiscono in bande, con pali, avanguardie e controllori.  

Diversi omicidi tramite strangolamento sono stati effettuati da  rapinatori   e/o   ladri   che,  trovatisi   di  fronte   a   un   imprevisto,   un   pericolo,   una   reazione  –  hanno  scelto  la  via  dell'assassinio  con  il  mezzo  costrittore   portato seco;   rapinatori   e   predatori   professionisti   entrano   dove,   quando   e   come  
vogliono, certamente non suonano al campanello e, se lo fanno, lo fanno   fare  a  una  donna  o  a  una  persona  insospettabile,  fanno  abbassare  le   difese alla vittima, usano stratagemmi ingegnosi e fantasiosi;   sicuramente  chi  vuole  entrare  in  casa  altrui  conosce  e  usa  espedienti   pratici     e    psicologici        di   tipo     diverso,      dal     doppione        di    chiavi     al   passepartout,  alla  lastra,  alla  forzatura:  decine  di  modi  per  entrare;    inoltre la porta presentava evidenti segni di manomissione;  
 il  problema dello scavalcare  il  cancello  condominiale  non esiste,  perché   il  cancello        posteriore       del    condominio           aveva      la   serratura       divelta,   serratura che è stata aggiustata in seguito

CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  

                                • Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale   • Per  tacitazione testimoniale   • Per allarme e reazione della vittima  • Per autosicurezza    • Per perdita del controllo di fronte all’imprevisto   Soggetti    della  malavita  predatoria  itineranti,  specializzati  in  furti    con  intrusione,  che  

agiscono in bande, con pali, avanguardie e controllori.  



    CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  


• Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  
• Soggetti  della malavita predatoria itineranti,   specializzati in furti  con intrusione, che agiscono in   bande, con pali, avanguardie e controllori.  


       Serratura divelta:  

fotografia di Carmelo   Lavorino  



CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  



    Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  


ZONA AGGREDIBILE E VULNERABILE: PORTONE APERTO  



    CONTESTO – MOVENTE – INTENTO PRIMARIO  


• Omicidio in seguito a rapina/furto/atto criminale  



•LA SERRATURA PRESENZA SEGNI DI FORZATURA   


OMICIDIO  IN SEGUITO A LITIGIO O ALTRO  



SCONTRO EMOZIONALE agito da un soggetto che   in seguito ha organizzato staging, depistaggi e  messinscena  
La vicina Rosaria Rossi non ha sentito urla o rumori,   mentre un litigio è sempre animato e rumoroso.   L’uccisione per strangolamento non avviene quasi   mai durante un litigio, nella casistica non risultano   esistere “scontro emozionale – litigio – uccisione   tramite mezzo costrittorio”, mentre esiste “litigio –  strozzamento”.  


OMICIDIO PREMEDITATO O SITUAZIONALE   



• agito da un soggetto organizzato e     fortemente motivato,   
• che si era appostato,    •  che aveva calcolato tempi, opportunità,  logistica e modalità per affettuare il blitz   intrusivo: esistono la firma psicologica   comportamentale e le tracce di un modus  
operandi speciale sulla scena del crimine.  

OMICIDIO PREMEDITATO O SITUAZIONALE  



• L’intrusione è stata del tipo silenziosa e   organizzata, prevista e stabilita.  
• L’appartamento sottostante alla SdC era   vuoto; SI lo sapeva: controllore.   • Emilio Lavoratano si è assentato.   • Il soggetto ignoto era in  stato di   controllo e di appostamento della vittima e  
del marito. All’esterno è stato invisibile,   calcolatore ed efficiente 

OMICIDIO PREMEDITATO O SITUAZIONALE  




• All’interno della SdC si è mosso con abilità, destrezza,  


conoscenza territoriale, sicurezza e calma.   




• Aggressione, soqquadro, ricerca, messinscena, messa in  

posa: almeno 20 minuti: motivato/organizzato  

  

• Aveva i guanti, non avendo lasciato proprie impronte  

papillari  

  

• La camera da letto è volutamento a soqquadro  

  

•  Sparpagliamento inutile da collegare alla ricerca di denaro  

  

•  Lettere del matrimonio trattate con disprezzo e odio  



   



OMICIDIO PREMEDITATO O SITUAZIONALE  



• Fede nuziale con impressa la data dell’evento e il nome del  

marito sfilata e rubata                                 





• Violazione della camera matrimoniale con intenzione e tutto  



a soqquadro: rabbia distruttiva  



• Messa in posa e composizione della scena e della vittima  



• Ha espresso l’odio profondo e la rabbia distruttiva che lo  



hanno animato contro la vittima, contro il marito e contro la  



loro unione  



• Ha voluto colpire la coppia e il matrimonio che li ha uniti  




L’omicidio viene agito esattamente un anno dopo la  

scadenza per proporre opposizione al matrimonio  

con pubblicazione dell’11 luglio 2012 e termine del 19  

luglio.  

SI agisce esattamente un anno dopo, dopo avere   



ruminato la ferita narcisistica ed avere deciso,  

lentamente, la vendetta tramite l’uccisione di Katia   Tondi.  

L’arma del delitto, mezzo costrittorio per strangolare,  

è venuta col SI e con lo stesso è scomparsa.  

Un SI organizzato prepara il piano d’attesa,  

d’intrusione, di aggressione e di fuga: agisce in tal  

senso.  

Atto di negazione psichica e di chiusura di scena,  

certo di aver fatto quel che doveva essere fatto…  

UNDOING  



L’omicidio viene agito  

esattamente un anno  

dopo la scadenza per  

     

proporre opposizione al  

   matrimonio con  

pubblicazione dell’11  

luglio 2012 e termine del  

19 luglio.  

SI agisce esattamente un  

anno dopo, dopo avere   

ruminato la ferita  

narcisistica ed avere  

deciso, lentamente, la  

vendetta tramite  

l’uccisione di Katia Tondi.  



L’arma del delitto, mezzo  

costrittorio per  

strangolare, è venuta col  

     

SI e con lo stesso è  

   scomparsa.  

Un SI organizzato  

prepara il piano d’attesa,  

d’intrusione, di  

aggressione e di fuga:  

agisce in tal senso.  

Atto di negazione  

psichica e di chiusura di  

scena, certo di aver fatto  

quel che doveva essere  

fatto… UNDOING  

                                         


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                   ATTIVITÀ INVESTIGATIVE RICHIESTE AGLI INQUIRENTI  

   



1. ricerca del Dna mitocondriale nel capello repertato  

                                                    

    fra le dita della mano destra della vittima;  



                                                    

2. ricerca di Dna sulla molletta per i capelli repertata dal  

    sottoscritto ct prof. Lavorino sulla scena del crimine  

    in occasione dei tre sopralluoghi effettuati,  

    verbalizzati e documentati e dal dr Denti col prof.  

    Lavorino  

3. ricerca di Dna sui due capelli repertati dal prof.  

    Lavorino in occasione dei tre sopralluoghi effettuati,  

    verbalizzati e documentati, e comparazione fra i loro  

    Dna e seguenti;  

4. comparazione del Dna del capello punto 1) con il Dna  

    dei capelli del punto 2) e seguenti;  

                                                    


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                            ATTIVITÀ INVESTIGATIVE RICHIESTE AGLI INQUIRENTI  

   

1.    ricerca del Dna mitocondriale nel capello repertato fra le dita della mano destra della vittima;  

2.    ricerca di Dna sulla molletta per i capelli repertata dal sottoscritto ct prof. Lavorino sulla scena del crimine in occasione dei tre sopralluoghi effettuati, verbalizzati e  

      documentati e dal dr Denti col prof. Lavorino  

3.    ricerca di Dna sui due capelli repertati dal sottoscritto prof. Lavorino in occasione dei tre sopralluoghi effettuati, verbalizzati e documentati, e comparazione fra i loro Dna e  

      seguenti;                                                           

4.    comparazione del Dna del capello punto 1) con il Dna dei capelli del punto 2) e seguenti;  



5.    acquisizione delle telefonate agganciate fra le ore 18 e le 21 del 20.07.2013 da  

                                                                          



      tutte le BTS che coprono a zona del delitto, in quanto si ritiene – se trattasi di  

      omicidio effettuato da un soggetto con un complice che gli faceva da “palo” -  

      che sia stato dato l'allarme al rientro del marito previa telefonata e che,  

      precedentemente, possa esserci stata attività di controllo e di comunicazione  

      per motivi di autosicurezza e di modus operandi;  

6.    ricerca – a cura della Polizia scientifica - tramite luci forensi di tracce  

      biologiche sul corridoio e il muro relative all'interazione della “diade  

      omicidiaria” vittima-assassino, in quanto il sottoscritto ritiene che sul muro  

      possano esserci tracce latenti d'interesse investigativo-criminalistico- 

      criminologico; ricerca tracce biologiche su tutti i mezzi costrittori della casa;  

7.    ricerca – a cura della PS- di tracce biologiche sulle scarpe della vittima  

      (specialmente ai lati) e sui vestiti, in quanto si ritiene che la stessa possa  

      essere stata messa in posa per motivi di ordine psicologici e tattici (atti di  

      matrice psicologica, atti esecutivi e di modus operandi, atti di autosicurezza);   

                                                                          


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                                 ATTIVITÀ INVESTIGATIVE RICHIESTE AGLI INQUIRENTI  

   

1.     ricerca del Dna mitocondriale nel capello repertato fra le dita della mano destra della vittima;  

2.     ricerca di Dna sulla molletta per i capelli repertata dal sottoscritto ct prof. Lavorino sulla scena del crimine in occasione dei tre sopralluoghi effettuati, verbalizzati e  

       documentati e dal dr Denti col prof. Lavorino  

3.     ricerca di Dna sui due capelli repertati dal sottoscritto prof. Lavorino in occasione dei tre sopralluoghi effettuati, verbalizzati e documentati, e comparazione fra i loro Dna e  

       seguenti;                                                                        

4.     comparazione del Dna del capello punto 1) con il Dna dei capelli del punto 2) e seguenti;  

5.     acquisizione delle telefonate agganciate fra le ore 18 e le 21 del 20.07.2013 da tutte le BTS che coprono a zona del delitto, in quanto si ritiene – se trattasi di omicidio  

       effettuato da un soggetto con un complice che gli faceva da “palo” - che sia stato dato l'allarme al rientro del marito previa telefonata e che, precedentemente, possa esserci  

                                                                                        

       stata attività di controllo e di comunicazione per motivi di autosicurezza e di modus operandi;  

6.     ricerca – a cura della Polizia scientifica - tramite luci forensi di tracce biologiche sul corridoio e il muro relative all'interazione della “diade omicidiaria” vittima-assassino, in  

       quanto il sottoscritto ritiene che sul muro possano esserci tracce latenti d'interesse investigativo-criminalistico-criminologico; ricerca tracce biologiche su tutti i mezzi  

       costrittori della casa;  

7.     ricerca – a cura della Polizia scientifica - di tracce biologiche sulle scarpe della vittima (specialmente ai lati) e sui vestiti, in quanto si ritiene che la stessa possa essere stata  

       messa in posa per motivi di ordine psicologici e tattici (atti di matrice psicologica, atti esecutivi e di modus operandi, atti di autosicurezza);   



 8.  ricerca – a cura della Polizia scientifica - sulla vestiti della vittima  

        zone del collo, in quanto si ritiene che la stesse possano contenere  

        sudore, tessuto epiteliale e liquidi biologici dell'assassino lasciati in  

        occasione dello strangolamento;  

 9.  controllare i filmati di cui al capo A) punto 6) lett. B per verificare se il  

        Lavoretano fosse pedinato, controllato ed attenzionato; verifica  

        atteggiamento e comportamento dello stesso;  

 10.attenzionare alcune persone interessanti  

 11.Armonizzazione dei risultati dei tabulati telefonici di TUTTI  

 12.MACREV/TAPEC  


Il lato esterno al condominio Laurus facilmente accessibile  







Il prof. Carmelo Lavorino e il  

 dott. Enrico Delli Compagni  




Parte del circondario  

   ripreso dalla scena  

                  del crimine  



   Parte del circondario  



ripreso dalla scena del   crimine

   Parte del circondario  



ripreso dalla scena del  

                         crimine   Il giorno del delitto sotto l’appartamento di Emilio  

Lavoretano non erano presenti i proprietari (segno  

            indicatore: assenza delle asciugamani)  

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