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martedì 17 settembre 2013

GIUSEPPE GAROFALO NOMINATO AVVOCATO DELL'INDIFENDIBILE SETOLA

CHIESTA UNA NUOVA PERIZIA PER SETOLA E LA LIBERTA' PER FRONTERRE' 
IL PROCESSO AGGIORNATO A LUNEDI 23 PER INCARICO PERITALE 






 Lo sciopero dei penalisti non fa slittare la prima udienza del processo che vede alla sbarra uno spietato killer come Giuseppe Setola, lo stragista del clan dei casalesi, ed un noto professionista, un barone della medicina come il professore Aldo Frontarré oculista. Questi è in carcere da ben nove mesi per aver certificato la cecità del boss attraverso una falsa perizia. Il dibattimento si è aperto nella mattinata di ieri, dinanzi al collegio giudicante presieduto dal dottor Luigi Picardi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, perché a volere il processo sono stati proprio i difensori di Frontarré gli avvocati Pasquale Coppola e Mario Imbimbo per conto del loro assistito anche se ha rinunciato a presenziare. Al banco dell’accusa il pm Giovanni Conzo della distrettuale di Napoli. Setola è difeso per questo procedimento non solo dall’avvocato Elena Schiavone, ma anche dall’avvocato Giuseppe Garofalo, lo stesso legale che in prima battuta assisteva anche il giovane collega Girolamo Casella per il quale si procede in separata sede con giudizio abbreviato dinanzi al gup Ferri del tribunale partenopeo. Tante le richieste dei mezzi di prova articolate dal pm e dalla difesa. Per quanto riguarda Setola la difesa ha formalizzato una richiesta di una visita medica per accertare allo stato attuale la capacità visiva del boss detenuto nel carcere di Milano Opera. Non è proprio una richiesta di una perizia ma di un accertamento in merito al quale il Tribunale si è riservato di decidere così come si è riservato sull’istanza di revoca della misura cautelare a carico del dottore Frontarrè. Nel caso di rigetto di quest’ultima istanza, la difesa potrà ricorrere dinanzi al riesame per la libertà. Per quanto concerne il capitolato di prova presentato dal pm Conzo la lista testimoniale è lunghissima: una sfilza di pentiti a cominciare da Emilio Di Caterino, Oreste Spagnuolo, Luigi Tartarone, Francesco Cantone, Luigi Guida, Francesco e Luigi Diana, Luigi Grassia. Tra i pentiti citati vi è anche Michele Froncillo in merito a due verbali che non compaiono dell’ordinanza di custodia cautelare che venne eseguita il 23 dicembre del 2012.  A testimoniare per l’accusa ci sarà anche lo stesso  Gerry Casella, come imputato di reato connesso e gli altri coimputati Gabriele Brusciano e Massimo Alfiero, nonché il direttore sanitario del carcere di Milano,  dell’ospedale San Raffaele e di Città di Milano. 


L’accusa inoltre sfodera come teste chiave il dottore Paludi, il medico consulente della DDA che smantellò le perizie effettuate da Frontarrè.  Per non parlare dei faldoni delle intercettazioni telefoniche e ambientali la cui acquisizione non è stata fatta ieri,perché non c’è stato accordo tra le parti. L’incarico per il conferimento delle perizie verrà fatto alla prossima udienza del 23 settembre prossimo. Una perizia collegiale per sbobinare e trascrivere tutto ciò che la Dda ha intercettato tra Setola, i familiari e il suo avvocato dell’epoca Casella. Tantissimi anche i testimoni della difesa come tutti i medici che dal 2007 hanno avuto in cura Setola. Un processo dunque che si prospetta molto più lungo di quello che si pensasse, per questo motivo forse l’avvocato Casella ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato, la cui udienza camerale è fissata per il prossimo 27 settembre. Tutto ciò che Casella, difeso dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Alessandro Barbieri,  avrebbe voluto lasciare solo tra le carte della procura comunque uscirà nel dibattimento ora in corso per lo stralcio che è stato fatto.  Setola grazie a quella certificazione di Frontarrè venne scarcerato e diede inizio alla sua strategia del terrore seminando panico e morti. Le contestazioni sono quelle di associazione a delinquere di stampo mafioso e falso. Casella e Frontarrè  vennero tratti in arresto per aver redatto una relazione tecnica attestante una patologia oculistica di Setola “in continuo peggioramento” e per averla poi confermata, rendendo così false dichiarazioni, durante il processo per la strage di Castelvolturno (ritenendo l’incompatibilità con il regime carcerario per il superkiller). I fatti contestati permisero a Setola di beneficiare, dalla fine del 2007, degli arresti domiciliari a Pavia da cui evase il 7 aprile del 2008. Da quel momento, fino al suo arresto del gennaio 2009, Setola si pose a capo dell’ala stragista del clan dei Casalesi che nell’arco di poco più di 7 mesi si rese protagonista di una vera e propria strategia del terrore commettendo ben 18 omicidi e ferendo 8 persone.  


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