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martedì 17 settembre 2013

INTERVISTA A DOMENICO LETIZIA DEL PARTITO RADICALE DI CASERTA

Incontriamo Domenico Letizia, collaboratore dell’Istituto di Politica e membro dei Radicali Italiani; membro dell’Associazione Radicale “Legalità e Trasparenza” di Caserta, già candidato alla Camera dei Deputati per la lista di scopo radicale “Amnistia Giustizia Libertà”, per discutere con lui della questione carceri, giustizia e referendum radicali.

Il Presidente dell'Ordine degli Avvocati Alessandro Diana con il Presidente dell'AIGA di Santa Maria Capua Vetere Alfonso Quarto 


Santa Maria Capua Vetere ( di Ferdinando Terlizzi )  

Prosegue la raccolta firme per i 12 referendum radicali, quali sono le difficoltà nella provincia di Caserta?

Le difficoltà nella provincia di Caserta si stanno rilevando numerosissime. Da quello che i cittadini ci segnalano e contemporaneamente tutta la burocrazia che stiamo affrontando, le maggior difficoltà riguardano la mala gestione dei comuni nel rendersi disponibili alla sottoscrizione dei referendum radicali per i cittadini. Emblematico è il caso “Caserta”, dopo un mese di richieste siamo riusciti ad incontrare il presidente del consiglio comunale che ci ha alleggerito della marca da bollo che noi pagavamo per poter svolgere i nostri banchetti ma per quanto riguarda le figure degli autenticatori viviamo innumerevoli difficoltà poiché manca un albo degli autenticatori predisposti a svolgere tale servizio e possiamo svolgere i nostri tavoli referendari solo grazie alla disponibilità di alcuni consiglieri comunali che si mettono al servizio dei cittadini svolgendo tale compito di autentica.

Perché i cittadini dovrebbero sottoscrivere i 12 quesiti referendari dei radicali?
Avvocati con i presidenti dell'Ordine e dell'Aiga in attesa di firmare i 12 referendum dei radicale 


Con le condizioni dell’attuale governo, continuamente in bilico e quindi senza la forza di poter proporre davvero delle radicali riforme, i 12 referendum radicali restano e sono l’unica proposta concreta di azione di governo. I cittadini stanno sottoscrivendo i quesiti referendari poiché in gioco vi sono le libertà civili (divorzio breve, depenalizzazione per il consumo delle droghe leggere, abolizione della Bossi-Fini, riforma dell’ 8 x mille  ) e la riforma urgentissima della giustizia italiana che ricade sulle spalle dei cittadini per l’innumerevole tempo di svolgimento di un processo sia civile che penale, a ciò va aggiunto la criminale situazione delle nostre carceri ove a causa del sovraffollamento, l’Europa continua a condannarci anche per violazione dei diritti umani e ciò per un paese che è inserito in una democrazia “europea” è soltanto una vergogna. La giustizia ha urgentemente bisogno di una radicale riforma che si avrebbe con la separazione delle carriere dei magistrati, la responsabilità civili per quest’ultimi e il rientro dei magistrati fuori ruolo, tutti quesiti che invitiamo a sottoscrivere con i referendum radicali. Tale riforma va assolutamente accompagnata ad un provvedimento di Amnistia.

Di quale riforme ha urgentemente bisogno la giustizia italiana?


La giustizia e la legislatura italiana ha un carattere troppo penalizzante producendo una marea di burocrazia e rendendo invivibile lo svolgersi dell’esistenza dei cittadini italiani. Con i referendum radicali chiediamo il ripristino della certezza del diritto e delle libertà civili, liberando la propria vita e liberando la giustizia che da decenni è bloccata perché non riformata. La nostra società chiede a gran voce più libertà e meno burocrazia, più laicità e fine delle caste, anche quella della magistratura intoccabile, riuscendo a sveltire i processi e concretizzando la certezza del diritto, per tutti, non solo per coloro che possono permettersi facoltosi avvocati.

Il ministro Cancellieri insiste sulla necessità di un’amnistia. Siamo sulla strada giusta?

Per liberale la giustizia e per riuscire ad ottenere davvero una giustizia giusta ed uguale per tutti oltre alla riforma della giustizia non può che non aversi un procedimento di “Amnistia per la Repubblica” per liberare le “patrie galere” da detenuti rinchiusi per leggi scellerate e per errori giudiziari, riuscendo ad ottenere anche la certezza della pena per coloro che sbagliano e che dignitosamente e umanamente devono scontare la loro pena.
Abolizione dell’ergastolo, una battaglia di civiltà?


Una vera società democratica deve porsi come compito della giustizia quello del reinserimento del cittadino  nel tessuto sociale preservando le idee e la libertà di ogni cittadino. Non solo ritengo che l’ergastolo sia un atto criminale di pura e sana violenza verso la vite e la dignità umana ma penso che la nostra società debba porsi davvero il problema dell’ abolizione delle carceri, come con i manicomi, seguendo modelli nordici più vicini alle comunità e alle case famiglia rispettando la dignità di ogni individuo, qualsiasi sia il crimine da lui compiuto. 


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