Incontriamo
Domenico Letizia, collaboratore dell’Istituto di Politica e membro dei Radicali
Italiani; membro dell’Associazione Radicale “Legalità e Trasparenza” di
Caserta, già candidato alla Camera dei Deputati per la lista di scopo radicale
“Amnistia Giustizia Libertà”, per discutere con lui della questione carceri,
giustizia e referendum radicali.
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Il Presidente dell'Ordine degli Avvocati Alessandro Diana con il Presidente dell'AIGA di Santa Maria Capua Vetere Alfonso Quarto |
Santa Maria Capua Vetere ( di Ferdinando Terlizzi )
Prosegue la raccolta firme per i 12
referendum radicali, quali sono le difficoltà nella provincia di Caserta?
Le difficoltà nella provincia di
Caserta si stanno rilevando numerosissime. Da quello che i cittadini ci
segnalano e contemporaneamente tutta la burocrazia che stiamo affrontando, le
maggior difficoltà riguardano la mala gestione dei comuni nel rendersi
disponibili alla sottoscrizione dei referendum radicali per i cittadini.
Emblematico è il caso “Caserta”, dopo un mese di richieste siamo riusciti ad
incontrare il presidente del consiglio comunale che ci ha alleggerito della
marca da bollo che noi pagavamo per poter svolgere i nostri banchetti ma per
quanto riguarda le figure degli autenticatori viviamo innumerevoli difficoltà
poiché manca un albo degli autenticatori predisposti a svolgere tale servizio e
possiamo svolgere i nostri tavoli referendari solo grazie alla disponibilità di
alcuni consiglieri comunali che si mettono al servizio dei cittadini svolgendo
tale compito di autentica.
Perché i cittadini dovrebbero sottoscrivere i 12 quesiti referendari
dei radicali?
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Avvocati con i presidenti dell'Ordine e dell'Aiga in attesa di firmare i 12 referendum dei radicale |
Con le condizioni dell’attuale governo, continuamente in
bilico e quindi senza la forza di poter proporre davvero delle radicali
riforme, i 12 referendum radicali restano e sono l’unica proposta concreta di
azione di governo. I cittadini stanno sottoscrivendo i quesiti referendari poiché
in gioco vi sono le libertà civili (divorzio breve, depenalizzazione per il
consumo delle droghe leggere, abolizione della Bossi-Fini, riforma dell’ 8 x
mille ) e la riforma urgentissima della
giustizia italiana che ricade sulle spalle dei cittadini per l’innumerevole
tempo di svolgimento di un processo sia civile che penale, a ciò va aggiunto la
criminale situazione delle nostre carceri ove a causa del sovraffollamento,
l’Europa continua a condannarci anche per violazione dei diritti umani e ciò
per un paese che è inserito in una democrazia “europea” è soltanto una
vergogna. La giustizia ha urgentemente bisogno di una radicale riforma che si
avrebbe con la separazione delle carriere dei magistrati, la responsabilità
civili per quest’ultimi e il rientro dei magistrati fuori ruolo, tutti quesiti
che invitiamo a sottoscrivere con i referendum radicali. Tale riforma va
assolutamente accompagnata ad un provvedimento di Amnistia.
Di quale riforme ha
urgentemente bisogno la giustizia italiana?
La giustizia e la legislatura
italiana ha un carattere troppo penalizzante producendo una marea di burocrazia
e rendendo invivibile lo svolgersi dell’esistenza dei cittadini italiani. Con i
referendum radicali chiediamo il ripristino della certezza del diritto e delle
libertà civili, liberando la propria vita e liberando la giustizia che da
decenni è bloccata perché non riformata. La nostra società chiede a gran voce
più libertà e meno burocrazia, più laicità e fine delle caste, anche quella
della magistratura intoccabile, riuscendo a sveltire i processi e
concretizzando la certezza del diritto, per tutti, non solo per coloro che
possono permettersi facoltosi avvocati.
Il ministro
Cancellieri insiste sulla necessità di un’amnistia. Siamo sulla strada giusta?
Per liberale la giustizia e per riuscire ad ottenere davvero
una giustizia giusta ed uguale per tutti oltre alla riforma della giustizia non
può che non aversi un procedimento di “Amnistia per la Repubblica” per liberare
le “patrie galere” da detenuti rinchiusi per leggi scellerate e per errori
giudiziari, riuscendo ad ottenere anche la certezza della pena per coloro che
sbagliano e che dignitosamente e umanamente devono scontare la loro pena.
Una vera società democratica deve porsi come compito della
giustizia quello del reinserimento del cittadino nel tessuto sociale preservando le idee e la
libertà di ogni cittadino. Non solo ritengo che l’ergastolo sia un atto
criminale di pura e sana violenza verso la vite e la dignità umana ma penso che
la nostra società debba porsi davvero il problema dell’ abolizione delle
carceri, come con i manicomi, seguendo modelli nordici più vicini alle comunità
e alle case famiglia rispettando la dignità di ogni individuo, qualsiasi sia il
crimine da lui compiuto.
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