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martedì 22 ottobre 2013

I “numeri” del carcere, i costi della mala-giustizia, i dati sull’informazione negata…

Valter Vecellio

I “numeri” del carcere, i costi della mala-giustizia, i dati sull’informazione negata…


22-10-2013
Cominciamo con il dare i “numeri”, le cifre. Il Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri in una sede ufficiale, istituzionale, la Commissione Giustizia della Camera comunica che sono 64.564 i detenuti che vivono stipati nelle 205 carceri italiane, la cui capienza massima è, tecnicamente, di 47.599 posti, di fatto; dice poi che i posti effettivamente disponibili nelle carceri italiane sono inferiori di 4.500 unità, rispetto a quelli finora resi noti dallo stesso ministero, che quelli effettivamente disponibili sono 43.099. Dice in buona sostanza, che i predecessori ci hanno preso in giro. Ve la ricordate, per esempio, Paola Severino? Ogni volta che visitava un carcere, versava una lacrima, diceva che l’amnistia non era cosa, e che i posti disponibili in carcere, “magicabula”, aumentavano prodigiosamente di settimana in settimana. Balle e palle. Nel rapporto posti disponibili-posti occupati ci sono 21.465 persone in più. Da inizio anno i morti per suicidio in cella sono già oltre 40 I casi di proteste, risse e infezioni dovute alle scarse condizioni igieniche, si susseguono a ritmo quotidiano. Su un totale di 38.625 detenuti condannati, 9.598 hanno una pena residua inferiore ad un anno, 7.735 tra uno e 2 anni, e 5.689 da 2 a 3 anni, complessivamente sono, quindi, 23.022 quelli che devono scontare una pena residua inferiore ai tre anni. E’ la vita nelle prigioni italiane, honey! Qualcuno ne parla, è materia di dibattito, riflessione e mobilitazione, confronto e scontro? Niente. Meglio, molto meglio parlare e titolare dell’ “ombrello” di Maradona da Fabio Fazio…
Sandro Gozi, che d’accordo, è persona poco raccomandabile con quella sua doppia tessera in tasca, PD-Radicali; ma è anche vice Presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa; e ha la delega alle carceri. Questo poco raccomandabile personaggio definisce «L'Italia delinquente abituale, basti guardare le ripetute condanne ricevute per le stesse problematiche, in primis sovraffollamento delle carceri e lentezza dei processi. Su 47 Paesi del Consiglio d'Europa, noi "produciamo" l'11 per cento delle condanne corte, dietro solamente a Russia (22 per cento), e Turchia (13 per cento)». I costi di questa realtà sono altissimi: solo per la lentezza dei processi, infatti, dobbiamo alla Corte ancora 500 milioni di euro. Inoltre, se entro maggio 2014 non risolveremo l'emergenza carceri, la ripresa dei processi contro l'Italia ci costerà altre centinaia di milioni di euro, «avremo da pagare 100mila euro ogni 7 detenuti che fanno ricorso, ossia ogni anno dovremo pagare multe per 60-70 milioni». Pagheranno tutti i contribuenti italiani, obbligati a pagare per l'illegalità dello Stato. E’ lo stato della giustizia in Italia, honey! Qualcuno ne parla, è materia di dibattito, riflessione e mobilitazione, confronto e scontro? Niente. Meglio, molto meglio parlare e titolare dell’ “ombrello” di Maradona da Fabio Fazio…
Enrico Cisnetto sul “Messaggero” scrive, a partire dalla vicenda Scaglia, che uno dei problemi “non sta nella colpevolezza o meno, quanto nell’utilizzo smodato della custodia cautelare, troppo spesso utilizzata come strumento di pressione per ottenere confessioni. Bisognerebbe dunque modificare la legge imponendo limiti di utilizzo e di tempo molto più contenuti”; aggiunge che il pessimo funzionamento della giustizia italiana è “un grosso ostacolo che allontana gli investitori stranieri dall’Italia”, e che si tratta di una questione “sempre più avvertita dalle imprese, non solo per il carico economico che devono sopportare, ma soprattutto perché il cattivo funzionamento della giustizia costituisce un grosso ostacolo per gli investimenti”. Meglio non poteva dire, per dire e dirci quello che da anni, in solitudine perfetta dicono, inascoltati, Marco Pannella, e i radicali, inascoltati. “Il Messaggero” o altri riprendono la questione, ne fanno oggetto di dibattito, riflessione, confronto e scontro, conoscenza e consapevolezza comune? Lo vedete, lo leggete e non lo leggete bene. E’ la stampa, honey! Meglio, molto meglio, parlare e titolare dell’ “ombrello” di Maradona da Fabio Fazio…
Il Centro d’Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva guidato da Gianni Betto ha prodotto ed elaborato un dossier estremamente significativo. Il periodo preso in esame è il mese di settembre di quest’anno. Cominciamo con l’analisi degli argomenti trattati nelle edizioni principali dei vari telegiornali. Per quel che riguarda il “Tg1” la notizia principe è stata la “decadenza di Berlusconi”, 49 notizie, pari a 2 ore e 41 minuti. Ascolti per 214,5 milioni. Seguono le notizie relative al “femminicidio”, la Siria, la Costa Concordia, il Vaticano… Le notizie relative a Marco Pannella al Quirinale (la prima riconducibile direttamente ai radicali) figura al 120esimo posto, due notizie per 32 secondi e 8,5 milioni di ascolti. Meglio (o meno peggio, se si preferisce) al “Tg2”. Anche qui le notizie leader sono la decadenza di Berlusconi, il femminicidio, la Siria, la Costa Concordia, il pontefice. Al diciannovesimo posto troviamo “Referendum radicali”, sei notizie, per sei minuti e 57 secondi, pari a 15 milioni di ascolti. Seguono una quantità di altre questioni e notizie, fino ad arrivare al 169esimo posto: “Pannella incontra Letta”, una notizia, 36 secondi, 2,6 milioni di ascolti. Pannella sul tema dell’amnistia è al 215esimo posto: una notizia, un minuto e 26 secondi, 2,1 milioni di ascolti. Passiamo ora al “Tg3”: anche qui, poche variazioni, per quel che riguarda la testa della classifica: decadenza di Berlusconi, Siria, crisi di governo, femminicidio, attività di governo. I referendum radicali sono al 91esimo posto, due notizie pari a 4 minuti e 28 secondi, 2,7 milioni di ascolti. Vediamo ora i programmi di approfondimento politico. Non risultano presenze radicali a “Speciale Tg1”, “Porta a porta”, “TV7”, “Domenica in l’arena”, “Virus”, “Tg2 Punto di vista”, “Tg3 linea notte”, “Agorà”, Ballarò”, “In mezz’ora”, “Tg3 speciale”, “Che tempo che fa”, “Report”. Presenti a “Rai Parlamento” (1,8 di ascolti), “Uno mattina estate” (0,9 milioni di ascolti), “Uno mattina” (0.6 milioni di ascolti). La classifica degli esponenti e dei leader “invitati” nei vari salotti televisivi, vede in testa il presidente del Consiglio Enrico Letta con complessivi 35,7 milioni di ascolto. Seguono Silvio Berlusconi (26 milioni di ascolti); Matteo Renzi (19,4 milioni di ascolto), Guglielmo Epifani (18,9 milioni di ascolto); e ancora Renato Brunetta, Stefano Dario, Stefano Fassina, Andrea Augello, Maurizio Gasparri, Angelino Alfano… Per trovare un radicale tocca andare al 102esimo posto: Mario Staderini, che presente a “Rai Parlamento” e “Uno mattina”, raggranella 2,4 milioni di ascolto. Rita Bernardini è al 221esimo posto: grazie a una presenza a “Uno mattina estate” e a “Rai Parlamento” arriva a un milione di ascolti. Marco Pannella risulta al 409esimo posto grazie a uno 0,1 di “Rai Parlamento”; e idem Emma Bonino. Sotto personaggi di indubbio calibro come Nicola Morra, Altero Mattioli, Mario Michele Giarrusso, Paola De Micheli. E adesso l’analisi degli ascolti consentiti di esponenti istituzionali e politici nelle principali edizioni dei telegiornali. Al primo posto Enrico Letta, complessivamente tra “Tg1”, “Tg2”, “Tg3”, 287,5 milioni di ascolti. Seguono Guglielmo Epifani, Matteo Renzi, Angelino Alfano, Renato Schifani. Il primo radicale è Emma Bonino, al 63esimo posto: 10,8 milioni di ascolto, 3,7 assicurati dal “Tg1”, 7 milioni dal “Tg2”. Marco Pannella è al 96esimo posto, grazie a 6,7 milioni di ascolti assicurati dal “Tg2”; Rita Bernardini figura al 114esimo posto, con 5,1 milioni di ascolti sempre “Tg2”; e infine al 148esimo posto Giuseppe Rossodivita, 3 milioni di ascolti grazie al "Tg2". E’ lo stato dell’informazione, honey! Meglio, molto meglio parlare e titolare dell’ “ombrello” di Maradona da Fabio Fazio…
E noi, carissime compagne, carissimi compagni?

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