APERTO UFFICIALMENTE IL CORSO DI SCIENZE CRIMINALISTICHE
DEL FORMED DI CASERTA
Il Prof. Alessandro Meluzzi
ha tenuto una lezione ex cathedra
sul tema della Follia ed ha presentato il suo libro “Follie” Storie di
Delitti e Castighi”. Sono intervenuti
il Prof. Gian Paolo Califano, il
Prof. Giuliano Balbi, l’Avv. Tiziana Barrella. Ha moderato il dibattito l’Avv. Raffaele Gaetano Crisileo
Caserta ( di Ferdinando Terlizzi
) La
Facoltà di Giurisprudenza SUN di Santa Maria Capua Vetere, è stata il palcoscenico di un importante
evento formativo che ha aperto ufficialmente il corso in scienze
criminalistiche e criminologiche promosse dal Formed di Caserta di cui è Preside la Prof.ssa Vittoria Ponzetta e dalla
SUN e la cui direzione scientifica ed il
cui coordinamento sono stati affidati al Prof. Giuliano Balbi ed all’ Avv. Tiziana
Barrella. Il Prof. Alessandro Meluzzi, noto psichiatra, e
docente nel corso, ha presentando il suo
libro “Follie, storie di delitti
e castighi”, argomentando sul delicato tema e cercando di far luce su tutti
quegli aspetti che possono esser sottesi a fenomeni criminali della più
diversificata natura.
Attraverso la disamina di single case, tutti
riconducibili a celebri casi di cronaca che hanno riempito le pagine dei media
negli ultimi anni, Il Prof. Meluzzi ha offerto ricchi spunti di riflessione
rispetto alle più differenziate tematiche. La follia infatti è espressione non
solo di un’accertata patologia, ma talvolta altre concause divengono complici
di un gesto che nella comune accezione viene considerato folle. Non sempre i
gesti più efferati e cruenti sono riconducibili ad un’infanzia traumatica o a
probabili abusi a sua volta vissuti dall’abusante. ”La mente può esprimere
improvvisi blackout, in cui senza che ci
sia una patologia psicotica pregressa, un eventuale disturbo post-traumatico
può “far saltare i circuiti della coscienza ed i bulloni della ragione”. La
sindrome post-traumatica da stress innesca in alcuni soggetti, uno stato di
disorientamento che può portare un soggetto, fino a quel momento, perfettamente
normale a gesti inconsulti ed a
comportamenti apparentemente incomprensibili e senza logica”.
Volendo sostenere tale assunto con un
esempio tipico di follia metropolitana e facilmente verificabile da tutti basti
pensare che “Alcuni comportamenti assumono una sproporzione assolutamente
sbilanciata rispetto all’azione scatenante, è ciò che è avvenuto ad esempio a
Milano quando, a causa di uno specchietto retrovisore incrinato un
cinquantenne, ha aperto con un cric la testa a due giovanissimi, dopo una breve
quanto banale, alterco stradale”. L’auto è simbolicamente percepita come una
parte di sé. Ci si trascorre dentro, tra code ed ingorghi, gran parte della
vita. Ciò l’ha resa nella realtà sempre più accessoriata ed accogliente, ma è
anche divenuta per tanti motivi, una sorta di feticcio intoccabile. Danneggiare
un auto è per qualcuno un po’ come sfregiare un volto o per meglio dire essere
sfregiati . All’interno dell’abitacolo della propria auto, il mondo ci appare
estraneo ed un ingresso nella propria sfera d’azione, delle volte ci appare
cosi’ invasiva che può far esplodere,come nel caso di Milano una rabbia
generante da personali frustrazioni ed insoddisfazioni. A tutti sarà capitato
di essere violentemente insultati dal finestrino da qualcuno che a torto o ragione
riteneva di aver subito uno sgarbo.
Bene, tutti possono fare un esperimento, e
verificare quanto sia disarmante per l’eventuale energumeno stradale, chiedere pazientemente scusa assumendovi con
mitezza la responsabilità dell’accaduto”. L’interessante giornata di studio si
è susseguita attraverso la disamina di moltissimi casi e molte sono state le
sollecitazione proposte al celebre ospite al fine di definire la follia. L’Avv. Tiziana Barrella, Responsabile
Scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano, presentando il libro ed
analizzando la serie di casi proposti, ha chiesto se la follia potesse in
qualche modo essere una forma deviata dell’amore. Nel libro infatti, continua
l’Avv. Barrella, in molti dei casi presi
in considerazione, sembrerebbe che ci sia
quasi un denominatore comune sebbene va da se, che ogni single case ha
elementi di assoluta unicità rispetto agli altri.
Il KamiKaze che si fa esplodere sulla
folla, superando anche il suo naturale istinto di sopravvivenza,giustifica tale
comportamento omicida in virtù del suo amore per la patria o per il suo credo.
Similmente, la madre depressa e frustrata che prima di organizzare il suo
suicidio,uccide i suoi bambini per non lasciarli da soli in questo mondo
crudele ,è mossa da una forma di amore deviato e malsano. Anche un partner
abbandonato dalla sua donna ed alla quale
è legato da una forma di dipendenza affettiva,in casi estremi si è visto che, una forma deviata dell’amore, ha
condotto ai tristi casi di cronaca che noi tutti conosciamo.
Senz’altro, ribadisce il Prof. Meluzzi, il
parallelismo tra la follia e l’amore
,l’uno come forma deviata dell’altro è un ‘osservazione calzante ed a ben
vedere,in molti casi questo binomio alleggerirebbe la mente o l’eventuale senso
di colpa del soggetto compiente atti lesivi di varia natura. Ovviamente,niente
di più vero è che ciò non rappresenti
una scriminante rispetto ad efferati crimini. Nella mente di un folle o
presunto tale c’è sempre una logica sottesa all’azione,sebbene non
condivisibile.
L’ Avv. Barrella chiede ancora al Professore di parlare del
caso della la
29enne inglese Sandie Craddock, che a
causa dello squilibrio ormonale legato alla sindrome pre-mestruale, ha ucciso a coltellate un suo collega di
lavoro. Il Giudice, in tal caso identificò a motivazione dell’aggressione, lo squilibrio psico-emozionale che una donna ha prima del ciclo mestruale e decise pertanto, di derubricare l’accusa da
omicidio volontario a omicidio colposo. Molti altri interventi sono provenuti
dal pubblico presente in sala, e nel corso dei lavori significativi sono i
momenti di riflessione suggeriti al fine di meglio comprendere il fenomeno
criminale.
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