Lettera
aperta alla Ministra della Giustizia Annamaria Cancellieri
Signora
Ministra, sono ininterrottamente detenuto dal ventuno ottobre 1991, in
esecuzione della pena dell’ergastolo. Sono entrato in carcere con la quinta
elementare, mi sono laureato in Scienze Giuridiche prima, in Giurisprudenza
dopo.
Attualmente
sono iscritto alla Facoltà di Filosofia di Padova (in sei mesi ho dato cinque
esami, con voto: ventisette, ventisette, trenta, ventotto, trenta e lode).
Ho ricevuto tre encomi, in data 24 maggio
2010, 19 maggio 2011 e 20 giugno 2012.
Ho
pubblicato quattro libri: “Zanna Blu: Le avventure”, Gabrielli Editore, 2012;
“Undici ore d’amore di un uomo ombra”; Gabrielli Editore, 2012; “Gli uomini
ombra e altri racconti” Gabrielli Editore, 2010; ed è appena uscito “L’urlo di un uomo ombra”
Edizioni Smasher, 2013. Inoltre sono tra i 20 finalisti del concorso “Racconti
dal carcere”, patrocinato dal DAP, e i cui racconti sono stati pubblicati da
Arnaldo Mondadori Editori.
Ho
usufruito di un permesso di necessità da uomo libero, maggio 2011, e sono
regolarmente rientrato in carcere.
Collaboro
attivamente da tanti anni con l’Associazione Antigone e la Comunità Papa
Giovanni XXIII .
Sono
detenuto a Padova dal 30 luglio 2012 e da quasi un anno faccio parte della
Redazione di Ristretti Orizzonti, diretta da Ornella Favero, e collaboro con il
progetto “Scuola-Carcere”, con frequenti
incontri con i ragazzi delle scuole.
Da tanti
anni scrivo per l’abolizione dell’ergastolo, in particolare quello ostativo,
che chiamiamo “La Pena di Morte Viva”, (vedesi
www.carmelomusumeci.com curato da alcuni
volontari).
Prima del
mio trasferimento qui dal carcere di
Spoleto, la Direzione di quell’Istituto,
Dottor Ernesto Padovani e Dottor Pantaleone Giacobbe, di propria iniziativa,
aveva proposto richiesta di declassificazione, in seguito confermata dal parere
favorevole anche del Direttore del carcere di Padova, Dottor Salvatore Pirruccio.
Inoltre in una richiesta di permesso premio il Dottor
Ernesto Padovani del carcere di Spoleto si era così espresso: “Parere favorevole sull’affidabilità
individuale anche esterna”.
Ciò
nonostante sono classificato AS1 (E.I.V.) da circa diciassette anni. In questi
anni di carcere ho dimostrato il mio cambiamento e la mia crescita con fatti
concreti, eppure non sono riuscito a essere declassificato in media sicurezza e
neppure, in subordine, conoscere i motivi della necessità di continuare ad
essere detenuto in circuiti AS1.
Signora Ministra, spogliarsi della
subcultura di tutta una vita non è facile.
Poi quando uno
ci riesce rimane deluso se scopre che i “buoni” sono più cattivi di lui. E non Le nascondo che, sinceramente, stavo
meglio quando pensavo che il cattivo ero io, perché migliorare una persona e continuare a
tenerla all’inferno è una contraddizione che sa di punizione un po’ vendicativa.
Signora Ministra, mi sento di non
appartenere più a questo mondo dei circuiti di Alta Sicurezza, a questo tipo di
cultura. Per questo motivo Le chiedo di togliermi da questo circuito AS1 ed
essere finalmente declassificato, oppure mi spieghi che senso hanno avuto tutti
questi anni per la mia “rieducazione”.
Buon lavoro.
Carmelo
Musumeci della Redazione di Ristretti Orizzonti.
Padova, Ottobre
2013
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