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venerdì 22 novembre 2013

L'AULA DEL GUP FIERRO A NAPOLI

A NAPOLI  INNANZI AL GUP FIERRO  UDIENZA PER IL PROCESSO ALL’AVV. GERRY CASELLA  ACCUSATO DI AVER FATTO FALSIFICARE LA PERIZIA CHE PERMISE A GIUSEPPE SETOLA DI EVADERE –
HANNO DISCUSSO GLI AVVOCATI VITTORIO GIAQUINTO, ALESSANDRO BARBIERI  E ANGELO RAUCCI – LA SENTENZA PREVISTA PER L’11 PROSSIMO –

Aspra critica di Giaquinto sulla requisitoria del PM Milita – La Giudice Fierro prende la difesa di ufficio

( dall’inviato )






Napoli  - Si è tenuta l’altro giorno, presso il Gup del Tribunale di Napoli,  Dr.ssa Francesca Fierro,  la terza udienza del processo,   col rito abbreviato,  a carico dell’avv. Gerry Casella, detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino e tradotto per l’occasione ( non mi è sembrato molto abbattuto, anzi sorridente,  ha salutato  tutti dalla gabbia; indossava  un pantalone di velluto,  un pullover blu  ed un piumone ) il quale è accusato di aver partecipato al clan dei casalesi con la falsificazione della perizia che consentì a Giuseppe Setola di evadere dalla clinica di Pavia e di aver tramesso all’esterno pizzini di estorsioni.
Come si ricorderà,  nella precedente udienza – al termine della sua requisitoria – che non poche polemiche ha suscitato nell’ambito degli avvocati – il PM della DdA Dr. Alessandro Milite,  chiese per il professionista casertano 15 anni di reclusione. Ieri, però, la pubblica accusa  era rappresentata dalla Dr.ssa Anna Maria Lucchetta. Assieme al Casella  sono accusati di vari reati anche Gabriele Brusciano ( difeso dall’avv. Angelo Raucci che ha concluso la sua arringa per iscritto ) e
Massimo Alfiero ( detenuto a Cuneo, difeso dall’Avv. Giuseppe Stellato, sostituito dall’avv. Claudio Sgambato, che ha rinunciato all’udienza). Il primo a prendere la parola è stato l’avv. Alessandro Barbieri,  in difesa di Casella,  il quale ha tracciato un lungo “excursus” sulle attività svolte prima che il Casella prendesse la difesa.  Il primo difensore ha molto criticato la requisitoria del dr. Milita,  definendola “dura ed aspra”. Barbieri ha detto che la massima attività truffaldina sarebbe stata comunque opera degli avvocati precedenti: Camillo Irace, Alfonso Martucci e Salvatore Maria Lepre.
Ha preso quindi la parola Vittorio Giaquinto che ha esordito mettendo in rilievo la durezza della requisitoria e l’esagerazione delle accuse a Casella. Nel corso della sua arringa, però, Giaquinto è stato interrotto dal giudice Feirro,  la quale ci ha tenuto a precisare che certamente il Dr. Milita,  nella sua requisitoria,  non intendeva generalizzare sul comportamento  degli avvocati e non ha inteso minimamente offendere gli avvocati di Napoli o di Santa Maria. 
Giaquinto,  nel corso di oltre due ore,  - citando le famose sentenze della Corte di Cassazione che hanno fatto giurisprudenza in materia di 416 bis e concorso esterno ovvero  quella del Ministro Mannino e del sen.  Dell’Utri - ha smontato parzialmente l’accusa chiedendo alla fine una pena mite che comprendesse quantomeno il favoreggiamento e non già la partecipazione attiva al sodalizio dei casalesi. Ho detto che Gerry Casella è stato minacciato e che setola gli ingiunse di fare quello che lui voleva altrimenti sarebbe stato pestato a sangue come avvenne all’avv.  Camillo Irace
L’avv. Giaquinto ha poi fatto cenno alla condanna di Riccardo Iovine ( 4 anni ) indicandolo come vero fiancheggiatore e sminuito l’episodio della cocaina ( delazione di Francesco Cantone ) che Casella avrebbe introdotto nel carcere con l’orologio. In proposito l’Avv. Gerry Casella in una dichiarazione spontanea ha voluto ribadire che,  essendo padre di  2 figli,  ci  teneva a rimarcare la circostanza della cocaina come una falsa accusa.
Il processo è stato aggiornato all’11 dicembre allorquando dopo l’arringa di Giuseppe Stellato per Alfiero sarà emessa la sentenza.



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