“IL CASO TAFURI”
di Ferdinando Terlizzi
L’incipit del mio libro
( 4° Edizione )
Conoscenza fortuita, casuale.
Vorrei chiedere ad uno studioso di statistica: prendete un uomo ed una donna,
in una città di un milione di abitanti – l’uno sconosciuto all’altra – quali
probabilità vi sono di trovarsi insieme, in una fresca serata settembrina,
nella medesima trattoria? E lì, di incontrare per caso un conoscente comune, in
virtù del quale, la brigata diviene allegramente comune? Da questa
singolarissima combinazione è dipesa - ironica forza del fato - tutta una serie
di avvenimenti, che, a rivederli, hanno del fantastico, nel loro concatenarsi e
aggrovigliarsi. Tutto era scritto. Tutto. Sono stato sempre un fatalista, ma
ora sono solo un fatalista. Quella sera, qualcuno, già conscio, avrebbe potuto
dirmi: “Ti piace la cenetta? Ti piacciono gli amici? Ti piace la ragazza? Bene,
mangia pure e bevi e corteggia la donna e canta all’unisono col
posteggiatore”. Vuoi sapere come andrà a
finire? Fra due anni, nella squallida stanza di una Procura della Repubblica,
uno scocciato impiegato riempirà, a macchina, un modulo: “... Tafuri Aurelio,
imputato di omicidio volontario... premeditato... aggravato... per motivi
abbietti e di occultamento di... cadavere”.
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