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venerdì 16 maggio 2014

LECTIO MAGISTRALIS DELLO SCRITTORE CASERTANO FRANCESCO PICCOLO AL CARCERE DI S. MARIA C.V.

Nell’Ambito della  Settimana Nazionale della Letteratura in Carcere promossa dal Ministro della Giustizia

LECTIO MAGISTRALIS DELLO SCRITTORE CASERTANO FRANCESCO PICCOLO  AL CARCERE DI S. MARIA C.V.
Lo scrittore Francesco Piccolo durante il suo intervento al carcere di Santa Maria Capua Vetere 



Sceneggiatore per Moretti  e Virzì è finalista al Premio “Strega” con il suo ultimo lavoro:” Il desiderio di essere  come tutti”.  Gli scrittori  raccoglieranno e faranno proprie le impressioni vissute nel corso di questi incontri, trasformandole in un racconto corale da scrivere insieme ai detenuti che sarà poi pubblicato nel sito del Ministero della Giustizia. –  Gli applausi dei detenuti – Il  plauso della direttrice -




     Santa Maria Capua Vetere  -  Nell’ambito della Settimana Nazionale della Letteratura in Carcere, promossa dal Ministro della Giustizia si è tenuta l’altro giorno, presso il carcere di S. Maria C.V., una “lectio magistralis” dello scrittore casertano Francesco Piccolo. Accolto con la rituale cordialità, dalla direttrice, dott.ssa Carlotta Giaquinto e dal suo staff, nella grande sala numerosi detenuti ( molti giovanissimi) hanno applaudito e fatto domande allo scrittore.
     Francesco Piccolo – che si è detto emozionato dalla singolare esperienza – che è sceneggiatore per registi importanti come  Nanni Moretti e  Paolo Verzì, ed è finalista, tra l’altro, con il suo ultimo libro “Il desiderio di essere come gli altri” del  Premio Strega, ha riportato all’esterno le sue emozioni e  le sue esperienze di scrittore affermato.
     In particolare ha detto che “lo scrivere è comunque una passione che porta innanzitutto a narrare le esperienze personali e che osservando la vita degli altri si possono trarre delle conseguenze e dei paragoni per stilare un romanzo”. Ha spiegato il “segreto e le difficoltà della sceneggiatura” ed ha risposto a molte domande dei detenuti presenti.
     “Questo è il luogo più adatto -  perché avete tempo e tranquillità per scrivere-  non è importante che poi lo scritto non venga pubblicato, l’interessante è cimentarsi, confrontarsi”. Infine,  ha consigliato di leggere molto ed ha promesso che pregherà la sua casa editrice di arricchire la biblioteca del carcere con le sue opere.
     Nel suo libro – finalista allo Strega ha scritto – “Il 22 giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista”.  Un critico ha scritto “Ogni uomo vive almeno una storia d’amore che dura tutta la vita: quella con il proprio tempo e il proprio Paese, il matrimonio (burrascoso) tra la vita privata e la vita pubblica. La grande scommessa del romanzo personale e politico, divertente, serissimo, provocatorio, è raccontare tutto ciò che concorre a fare di noi quello che siamo”.
     Francesco Piccolo è uno dei Sessanta scrittori, noti al grande pubblico, che ha messo  a disposizione il proprio tempo e il proprio sapere per dialogare con i detenuti. L’iniziativa si inserisce nella “Settimana Nazionale della Letteratura in Carcere”, promossa dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando per dare visibilità e concretezza alle tante esperienze che, in tempi e modi diversi, si svolgono nelle carceri italiane e al rapporto tra carcere e cultura.
     Gli scrittori che hanno aderito all’iniziativa hanno dato vita ad un progetto di grande visibilità sui percorsi risocializzanti dei detenuti, incentrati sull’importanza della lettura e della cultura in un momento particolarmente critico per il mondo carcerario. Sessanta autori che sono  impegnati in una serie di incontri in cui illustreranno ai detenuti le loro opere, il loro modo di scrivere, il genere letterario a cui si ispirano o più semplicemente presenteranno un capolavoro della storia della letteratura a cui sono molto legati.
     Inoltre, raccoglieranno e faranno proprie le impressioni vissute nel corso di questi incontri, trasformandole in un racconto corale da scrivere insieme ai detenuti che sarà poi pubblicato nel sito del Ministero della Giustizia. L’iniziativa rientra fra le “attività trattamentali” che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria intende rilanciare grazie a interventi tesi a formare o a consolidare nei detenuti quelle attitudini utili ai fini del loro reinserimento nella società civile. 





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