Giustizia: Raffaele Cantone; la corruzione peggio della camorra, punizione è confisca utili
Il magistrato Raffaele Cantone con la senatrice Rosaria Capacchione
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Adnkronos, 13 agosto 2014
"La corruzione è peggio della camorra". Così Raffaele Cantone, ex pm anticamorra a Napoli e da marzo presidente dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione), in un'intervista al settimanale Oggi.
"Lo è - spiega Cantone - perché la società tende a sottovalutarla. Il corrotto viene visto come un furbo capace di aggirare gli ostacoli, non come un bandito. Serve uno scatto culturale. Il salto di qualità, nella lotta alle mafie, c'è stato quando è passata l'idea che "mafia uguale male".
Per la corruzione, questo salto non è ancora avvenuto". "Anche la corruzione uccide - aggiunge Cantone- in modo meno visibile, ma forse più vasto. Uccide l'economia, la concorrenza, gli investimenti. Uccide il futuro dei ragazzi, che infatti fuggono all'estero. Si può sconfiggere con un mix complesso di prevenzione, trasparenza e repressione".
Per l'ex pm, "i fatti corruttivi devono essere puniti in modo rigoroso. Io non sono un amante del carcere", ma "credo che la vera punizione per i corrotti non sia la prigione ma la confisca degli utili -rimarca il presidente dell'Anac - e soprattutto l'espulsione dal mondo sociale che conta: l'impossibilità di continuare a fare il pubblico amministratore o a fare l'imprenditore. Quanto meno per un certo tempo".
"Non credo che la stima di 60 miliardi l'anno bruciati dalla corruzione sia un numero credibile -prosegue il presidente dell'Anac - ma essa ha un livello di pervasività amplissimo. Se riusciamo a ridurla, l'economia riparte. E senza le temutissime stangatine di cui si sente parlare in questi giorni". "Individuare tutti gli episodi delinquenziali è impossibile - sottolinea ancora Cantone - in materia di corruzione ancora di più, perché è un reato in cui nessuna delle due parti ha interesse a far emergere il fatto corruttivo. Il corrotto ha ottenuto soldi o altro, il corruttore un vantaggio. Ci vorrebbero strumenti rivoluzionari".
"Io - anticipa - auspico di poter introdurre in questo ambito un istituto che si è utilizzato per lo spaccio di droga: l'agente provocatore. Lo usano in alcuni Stati di elevatissima democrazia -conclude l'ex pm anticamorra - perché noi non dovremmo?".
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