Martedì
28 aprile al Corso Trieste ore 16,00
Al Corso di Alta Formazione in Criminologia
Giuseppe Garofalo, avvocato penalista, storico e scrittore per un dibattito sul libro
“L’Empia Bilancia”.
Da sinistra: il Dr. Gisondi della Ubi Banca, l'avv. Iannotti, penalista, il magistrato Pepe e l'avv. Garofalo, alla Mondadori di Caserta in occasione della presentazione del libro "L'Empia Bilancia" |
Nell’ambito delle lezioni
settimanali per V° Edizione del Corso di
Alta Formazione in Criminologia, organizzato dalla Scuola Formed di Caserta, diretta dalla Prof.ssa Vittoria Ponzetta, che si avvale della collaborazione del
Dipartimento di Giurisprudenza della SUN
di S. Maria C.V., il cronista giudizio Ferdinando Terlizzi, terrà una serie di
conferenze commentando alcuni efferati delitti della
Provincia di Caserta. Il terzo appuntamento settimanale in programma per martedì 28 aprile, alle ore 16.00, prevede la partecipazione straordinaria dello
storico e scrittore Avv. Giuseppe Garofalo, che risponderà alle domande dei discenti sulla
trama di una storia di sesso, lettere anonime e follia omicida e riguarderà il
processo per l’assassinio del medico sammaritano Enrico Gallozzi e del suo fattore.
Il cronista invece parlerà dei delitti di Salvatore Capoluongo, la
“Belva di Vico di Pantano”, che uccise 7 persone che lo avevano deriso,
perché aveva il “coso” piccolo e dell’emblematico delitto
della sorelle Panarella di Santa Maria Capua Vetere, accusate di aver impiccato
il fratello per rapporti incestuosi. In
tutti i tre processi è stato impegnato
come difensore l’avvocato Garofalo. L’avv. Giuseppe Garofalo – come è noto – è
autore dei tre libri di successo. Noto penalista, è scrittore dotato di
sorprendente ironia, che gli deriva forse dall’amara comicità che le vicende
giudiziarie spesso racchiudono, quelle contemporanee, nonché quelle storiche,
verso le quali egli mostra una dotta dimestichezza. Il primo libro, che risale quasi a venti anni or sono “La Seconda Guerra Napoletana alla Camorra”,
è uno spaccato della vecchia camorra e
analizza il famosissimo processo Cuocolo, celebratosi a Viterbo in una Chiesa
Sconsacrata. Da camorristi a poliziotti nel giro di una settimana, e da
poliziotti a carcerati qualche mese dopo: forse in nessuna città è mai accaduto
che, per assicurare l’ordine pubblico nel pericoloso momento del cambiamento di
regime, un Prefetto si rivolgesse ai capi della malavita organizzata
promettendo, per ottenere i favori, gratificazioni che di lì a poco sarebbero
state rinnegate. Accadde a Napoli nel settembre del 1860. Fu quella la “Prima guerra napoletana”, secondo la
definizione dell’avvocato Garofalo, il quale precisando che la Terza è tuttora
in corso - si occupa in questo libro della “Seconda
guerra”, quella che presenta incredibili analogie e singolari somiglianze
con eventi malavitosi e giudiziari più recenti. Il secondo libro di successo di
Giuseppe Garofalo è stato “Teatro di
Giustizia”. Per
motivi di donne Cesare Riccardi, un
prete di Cimitile, uccise, nel 1669, don Alessandro
Mastrillo, duca di S. Paolo di Nola. Dallo scontro con i giudici, che
accusò con pubblico manifesto di essere complici dei potenti e persecutori dei
deboli, finì a capo della delinquenza organizzata del Regno di Napoli. Generoso
e spietato, impose tangenti singole e collettive, rapinò, incendiò, sequestrò
cittadini e giudici a cui impose il prezzo del riscatto. Giustiziò con ferocia
i traditori, minacciò, e in parte eseguì, di interrompere i rifornimenti di
viveri alla Città. Legislazione e giudici di emergenza contribuirono a
rafforzargli la simpatia e la solidarietà dei napoletani. La narrazione della
sua storia oscilla come un pendolo tra passato e presente sul secolare teatro
di giustizia di Castelcapuano dove giudici, accusati, accusatori, difensori,
pentiti, carcerieri, carcerati, protagonisti e comparse hanno recitato copioni
spagnoli, borbonici, unitari, repubblicani. Senza novità. Alla ribalta è
tornato anche un personaggio che Napoli avrebbe voluto cancellare dalla sua
storia e dalla sua memoria: Onofrio
Viscardi. Per aver salva la vita venne a patti col giudice. Si pentì e
consegnò i figli innocenti alla giustizia e al boia. Il terzo libro – quello che
sarà discusso e dibattuto martedì prossimo è “L’Empia Bilancia”. Gaspare
Starace, cassiere maggiore del Banco dello Spirito Santo di Napoli, fu
arrestato e processato dalla Gran Corte della Vicaria e dalla Real Camera di S.
Chiara per spaccio di zecchini tosati (scarsi di peso), uso di bilancia e pesi
truccati, abusivo esercizio di finanziamento, reati punibili con la pena di
morte. La descrizione delle fasi e dei tempi dell’annoso processo ha richiesto
il richiamo della legislazione sulle monete, sui banchi, di eventi storici,
giudiziari e di cronaca collegati a coloro che, a vario titolo, si occuparono o
ebbero a che fare con la vicenda giudiziaria. Un elenco nutrito: il re Carlo di Borbone, il capo del
governo Gioacchino Montealegre, il
ministro della Giustizia Don Bernardo
Tanucci, i giudici, i testimoni, gli investigatori, gli avvocati, i
carcerieri. Una folla di personaggi che si mosse per il palazzo e per
Castelcapuano, secolare teatro di giustizia napoletana, in un sistema
legislativo-giudiziario che di frequente l’autore confronta con quello attuale
traendone conclusioni che il lettore giudicherà se giuste o non.
Nessun commento:
Posta un commento