PRESIDENZA NAZIONALE AIGA, SOLO DUE
CANDIDATI IN ITALIA: L’AVVOCATO ALFONSO QUARTO UNICO DALLA CAMPANIA HA
PRESENTATO UFFICIALMENTE LA SUA CANDIDATURA
di Ferdinando
Terlizzi
Non un libro dei sogni ma
un’Agenda delle Priorità fissata in dieci punti da poter poi elaborare dopo una
consultazione con tutta la giovane avvocatura italiana. Ha esordito così,
l’avvocato Alfonso Quarto, alla
presentazione ufficiale della sua candidatura a presidente nazionale
dell’Associazione nazionale giovani avvocati (under 45) di cui è attualmente
vice presidente. Per la presidenza nazionale dell’Aiga che si voterà a Padova
il prossimo ottobre, corrono soltanto due toghe, un avvocato di Foggia e il penalista
del foro di Napoli Nord, Alfonso Quarto che – nel corso di un cocktail a La
Spelunca di Santa Maria Capua Vetere, comune del prestigioso foro dove ha mosso
i primi passi – ha illustrato a tanti colleghi (presenti anche i vertici
dell’ordine forense sammaritano) la sua «mission». «A mio avviso – ha spiegato
il penalista - avere la responsabilità di presiedere un’associazione come Aiga
significa proporre, ascoltare, coordinare,
e, poi, decidere. Di qui la necessità del confronto con tutte le sezioni
Aiga d’Italia, diverse per realtà, storia, esperienze e condizioni
economico-sociali, per individuare un programma in cui tutti si possano
ritrovare. E’ per questo motivo – ha concluso - che, in questa sede, mi sono
limitato ad indicare solo le tematiche principali che intendo sviluppare,
rinviando all’esito dei confronti con le singole Sezioni, la stesura definitiva
del programma operativo per il prossimo biennio». Un programma racchiuso in una
rosa di dieci punti con i relativ i approfondimenti: liberare risorse con una
spending review per favorire la giovane avvocatura; inserire la figura dell’avvocato a pieno
titolo nei boards decisionali aziendali ed imprenditoriali e dargli una
dimensione sociale; aprirsi a nuovi modelli organizzativi per concorrere al
rilancio del Paese in sinergia con altre professioni e per una ventata di
rinnovamento; prestare attenzione alla formazione definendo nuove regole di
accesso alla professione aggiornando le competenze universitarie ed educando
alla gestione del nuovo con percorsi universitari che fino a oggi hanno
fallito; intraprendere, ed, ove esistenti, a potenziare, i processi di
interazione professionale con le realtà sovra nazionali attraverso forum e
giornate di studio che vedano i giovani avvocati confrontarsi ed unirsi in un
progetto comune a vantaggio della libera professione insistendo sulla
formazione legale e linguistica di tipo internazionale; definire un nuovo
modello di previdenza assistenza forense, tariffe e liquidazioni giudiziarie;
ripensare ai modelli di governance per garantire unità e coesione
dell’Avvocatura con la separazione dei ruoli istituzionale e politico;
agevolare economicamente chi inizia la professione con un’associazione come
l’Aiga a presidio dei diritti della giovane avvocatura; snellire e far
diventare meno autoreferenziale l’associazione; accreditare la Fondazione
Bucciarelli, protagonista indiscussa nel settore, nell’organismo di formazione
del Consiglio nazionale forense attraverso un progetto politico ambizioso.
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