La direttiva chiarisce che l’onere della prova spetta all’accusa,
invece che alla difesa. E ogni dubbio a riguardo va sciolto a favore della
difesa stessa. Sancito anche il diritto di rimanere in silenzio e di non
accusare se stessi.
di Paolo Bozzacchi
Fonte: Italia
Oggi, 22 febbraio 2016
Verso una normativa unica
europea sulla presunzione d'innocenza. Questo l'obiettivo della nuova direttiva
adottata nei giorni scorsi dai ministri della giustizia dei paesi membri, che
accoglie la proposta della Commissione del 2013, a garanzia dei diritti
fondamentali di tutte le persone coinvolte da procedimenti penali. Le nuove
norme proibiscono apertamente alle autorità giudiziarie di menzionare in ogni
forma la colpevolezza dell'imputato, prima che la colpevolezza stessa sia
sancita dal giudice con una sentenza.
E dunque spazio a una nuova
definizione unica europea della presunzione d'innocenza. Non solo. La direttiva
chiarisce che l'onere della prova spetta all'accusa, invece che alla difesa. E
ogni dubbio a riguardo va sciolto a favore della difesa stessa. Sancito anche
il diritto di rimanere in silenzio e di non accusare se stessi.
Che non può essere usato
contro sospettati o indagati. Anche il diritto di essere presente al processo è
definito "essenziale" per garantire un processo equo. "Ogni
violazione di questo diritto", precisa la direttiva, "garantirà
all'imputato il diritto a un nuovo processo". Il commissario europeo alla
giustizia, Vera Jourova, ha commentato: "Il diritto a un processo equo è
un diritto fondamentale e deve essere rispettato nella pratica ovunque in
Europa.
Oggi siamo di fronte ad alcune
differenze nazionali nella protezione della presunzione d'innocenza nell'Unione
europea. Le nuove regole comuni garantiranno che i diritti dei sospettati siano
rispettati dalla polizia e dalle autorità giudiziarie in modo omogeneo. Prima
della sentenza chiunque sia accusato dovrebbe essere protetto con la
presunzione di innocenza. E questo contribuirà a costruire un vero spazio
giudiziario unico europeo basato sul mutuo riconoscimento dei diritti
fondamentali".
Dal punto di vista giuridico
la nuova direttiva si basa sui diritti fondamentali sanciti dalla Carta europea
dei diritti fondamentali e sulla Convenzione europea dei diritti umani. Ora gli
stati membri avranno due anni per implementare le nuove norme negli ordinamenti
nazionali, e la Commissione lavorerà a stretto contatto con le autorità dei
paesi Ue per assicurare che venga rispettata questa tempistica. Faranno
eccezione la Danimarca e il Regno Unito, che potranno esercitare la clausola
dell'out-out. Il testo della nuova direttiva sul sito www.europa.eu/rapid.
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