Da lunedì 22 in tutte
le librerie
NON
SOLO “DELITTI IN BIANCO & NERO” MA ANCHE
CRITICHE
SULLE SCORTE A ROBERTO SAVIANO E LORENZO
DIANA
E
I RETROSCENA DI UN MANCATO OMICIDIO POLITICO
Il libro “Delitti in Bianco
& Nero” del giornalista Ferdinando Terlizzi, che sarà in libreria da lunedì
22 maggio - non parla solo di vecchi
delitti, di casi irrisolti o di gialli
della nera. Terlizzi che è cronista “navigato” ha infilato tra le righe in alcuni capitoli
delle vere e proprie “rivelazioni” di eclatanti casi giudiziari e non solo. Nel
raccontare, per esempio, l’episodio di un assassinio, capitolo dal titolo: “Uccise
il cognato convinto che avesse sedotto la figlia”, (la quale era stata
effettivamente deflorata… ma dal socio del padre) sul punto che la polizia non
ritenne opportuno assegnare una scorta al minacciato Terlizzi scrive: “Siamo
alle solite. Le forze dell’ordine spesso sottovalutano le denunce, anche gravi,
e non riescono a concepire il pericolo di tali azioni. Spesso ci scappa il
morto. Come in questo caso, nonostante la grave denuncia. Ma quando interviene
la politica ed il clientelismo, anche di alcuni magistrati, allora scatta una
adeguata protezione. Come nel caso di Roberto Saviano il quale si è inventato
le minacce ed ha avuto come premio e riconoscimento del suo scopiazzato
“Gomorra” una adeguata scorta diventata poi per lui l’unica cosa da esibire.
Poi il “clown triste” della letteratura italiana a ottobre 2016 ha strombazzato
dalla colonne de “La Repubblica”, “che lui dopo 10 anni era ancora vivo e che i
boss della camorra avevano perso la guerra!”. Giusto, perché nessun vero boss
lo ha mai minacciato. La camorra non minaccia, uccide e basta. La stessa storia
potrebbe calzare a pennello per Lorenzo Diana, la faccia da marjuolo, che per
anni - trincerandosi dietro la facciata dell’anticamorra e usufruendo di soldi
e di scorta - ha commesso più reati di alcuni suoi compaesani”.
“Nel novero dei casi
giudiziari della Provincia di Caserta -
ha scritto ancora Terlizzi nel suo libro - vi sono precedenti di omicidi,
pagati con prestazioni sessuale (la Circe di Mondragone) o con partite di
droga. Mai si era saputo di un delitto pagato con cambiali
a favore dei killer come quello di Antonio Consales, medico di Sessa
Aurunca, e allora sindaco, negli anni Settanta il quale, con la complicità di
un impiegato comunale, detto “manomozza”, pagò a cambiali i presunti killer:
due cacciatori di Casal di Principe, per tentare di far uccidere, nelle Terme
di Fiuggi, il professore Franchino
Ianniello, uomo politico locale, assai influente, allora segretario provinciale
della Democrazia Cristiana. Difensore del mandante di questo odioso episodio
era l’avvocato Camillo Irace il quale, all’uscita di un mio articolo sulla
vicenda pubblicata da “Il Roma” tentò di farmi desistere dal pubblicare altri
articoli offrendomi una busta contenente vari milioni. Una sera mi invitarono all’Hotel della Baia a Baia Murena e il
Consales mi esibì una lastra di radiografia dalla quale risultava che lui era
affetto da leucemia e che doveva morire a breve. Si disse di lui che era stato anche il medico
che aveva tagliato un orecchio a Paul Getty III°, nipote del petroliere
americano, il miliardario Paul Getty I°, rapito dalla ndrangheta, e tenuto
ostaggio, su di un cargo, al largo di Gaeta, dal 10 luglio 1973 e fino al 15
dicembre dello stesso anno. Mandante e vittima designata sono entrambi morti
portando nella tomba i loro segreti politici.
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