Intervento
del sindaco di Santa Maria Capua Vetere
Avv. Antonio
Mirra
Rievocazione
del processo
per l’assassinio di Enrico Gallozzi
e
presentazione
del libro
“Delitti in bianco & nero a Caserta”
Sala del Teatro del
Dipartimento di Giustizia Minorile
"Andrea
Angiulli"
S. Maria
Capua Vetere
Giovedì 18 maggio
2017
Relatore Dott. G.
STANISLAO:
Bene, grazie,
Presidente. La scaletta a questo punto prevede l'intervento di saluto del
Sindaco che mi pare non sia ancora arrivato, per cui noi andiamo avanti. Prima
di entrare non merito di questo incontro desidero rivolgere un saluto ed un
ringraziamento alle autorità civili e militari che con la loro autorevole
presenza testimoniano l'interesse che iniziative di questo genere suscitano.
Una notizia di servizio: gli atti di questo evento saranno raccolti e
pubblicati. I servizi giornalistici, tv e web, sono curati dal giornalista
Biagio Salvati, i servizi radiofonici della Radio Libera Prima Rete sono curati
dal giornalista Gianfrancesco Coppa, i servizi fotografici sono di Raffaella
Minucci, l'impianto di amplificazione fonica è stato allestito dalla ditta
Gambardella di Santa Maria Capua Vetere, la registrazione fonica e sbobinamento
dell'evento è curato dalla Sediver di Caserta.
L'argomento del
convegno è la rievocazione del processo per l'assassinio di Enrico Gallozzi.
Nel mese di agosto del 1952 da dietro un cespuglio dalla tenuta Piglialarmi in
agro di Vitulazio uscì un individuo con un fucile da caccia caricato a
pallettoni ed uccise il dottor Enrico Gallozzi, chirurgo, 61 anni,
latifondista, nipote del Senatore Carlo Gallozzi, ed anche il suo fattore
Vincenzo Montesano di anni 52 da Grazzanise.
Il primo ad essere
sospettato fu il guardiano dell'azienda agricola, Pasquale Raimondo, 49 anni,
da Grazzanise, che si costituì e dichiarò di avere ucciso il Gallozzi perché
era l'amante della moglie ed il Montesano perché il figlio aveva sedotto sua
figlia Maria.
A Pasquale Raimondo
erano arrivate lettere anonime nelle quali si denunciava che sua figlia Maria,
una volta sedotta, era stata poi riparata -vedete che termine si usa- dal
ginecologo e che sua moglie, Giovannina Tessitore, di anni 46, era l'amante del
Gallozzi.
Le lettere anonime,
dopo esame calligrafico, furono attribuite alla sarta Angelina Fusaro, presso
la quale si recava la ragazza. La Fusaro, conosciuta in paese come una lesbica,
venne accusata di istigazione a duplice omicidio, ma nel processo, difesa
-udite, udite- dal qui presente Avvocato Garofalo, venne assolta. Dopo il
processo sia la sarta che la sua allieva presero i veli monacali e vissero,
come dicono le favole, felici e contente nello stesso convento.
Questo processo è
riportato, unitamente a tanti altri, nel libro "Delitti in bianco e nero a
Caserta", scritto dal nostro carissimo Ferdinando Terlizzi, e lo dico con
una punta di orgoglio, che viene ora qui presentato in anteprima nazionale.
(Applausi).
La premessa contenuta
nel libro è stata redatta dall'Avvocato Ugo Clemente, direttore editoriale dei
quotidiani Cronache di Napoli e Cronache di Caserta, al quale cedo molto
volentieri la parola. Ah, mi dicono che è arrivato il Sindaco di Santa Maria
Capua Vetere, io non lo vedo, perché vedo male, allora lo prego di intervenire
per i saluti. Sì, lui sarà pure alto, ma sta seduto e io c'ho gli occhiali da
vicino e quindi non lo vedo! Signor Sindaco, venga a fare i saluti.
non mi avevate visto perché sono piccolo, mi
mimetizzo facilmente! Solo e questo è un secondo problema, quello del microfono
di solito quando faccio il saluto... allora buonasera a tutti, scusate il
ritardo, che sta diventando nella mia vita uno spiacevole compagno di viaggio,
sono tendenzialmente un processo, ma purtroppo da quando ho l'onore di fare il
Sindaco di Santa Maria Capua Vetere il mio rapporto con l'orologio è diventato
un attimo conflittuale, però ci tenevo, ho fatto tutte le corse possibili
perché ci tenevo, ci tenevo a salutare il nostro carissimo Terlizzi, un decano del
giornalismo, tra l'altro per me, e vedo l'Avvocato Alberto Martucci, per noi
che frequentiamo le aule del Tribunale penale è un ospite fisso per raccogliere
quelle notizie ed appassionarsi ad un qualcosa che poi è diventato un prodotto
molto interessante, per il quale lo ringrazio per il regalo con una bellissima
dedica e con l'invito per oggi, un libro che tratta di una materia
particolarmente interessante, perché poi, diciamoci la verità, come hanno la
capacità di appassionare e scatenare una attenzione particolare questi casi di
omicidio è un qualcosa che poi diventa nella quotidianietà un qualcosa che fa
parte poi della nostra attenzione mediatica, e da questo punto di vista c'è una
particolarità, cioè mi pare che si definisce lui stesso da qualche parte, mi
correggerà, un antiquario da questo punto di vista... un archeologo, ecco qua!
Un archeologo.
È un qualcosa poi di
particolarmente simpatico e da approfondire, perché oggi che viviamo in un
mondo e in un momento nel quale la velocità dell'informazione è tale grazie a
tutti i nuovi strumenti da forse non superare neanche l'arco della giornata,
cioè la notizia ha una capacità di autoeliminarsi in tempo brevissimo, un
giornalista che si appassioni a casi degli anni '40, degli anni '50, è un
qualcosa di particolarmente interessante e ci fa vivere quel clima di quei
delitti con un racconto fluido e piacevole.
Io ci tenevo a essere
qui, portargli il saluto dell'Amministrazione Comunale, il saluto della città
che ho l'onore di rappresentare. Ed avrò il piacere di ascoltare i relatori.
Naturalmente noi siamo un poco di parte, noi penalisti, la nostra generazione
di penalisti, e parlavo prima di Alberto, è una generazione che è cresciuta a
passione e ad arringhe dell'Avvocato Martucci, dell'Avvocato Garofalo e dei
grandi Avvocati della scuola sammaritana, che è uno dei grandi simboli di
questa città.
Il Tribunale è legato
inscindibilmente ad una scuola dell'Avvocatura sammaritana che non ha nulla da
invidiare a nessuna scuola italiana, tanto da essere famosa in tutta Italia, e
che ha reso poi questi processi un qualcosa di veramente unico anche da un
punto di vista del momento in cui il soggetto imputato, accusato di quel
processo, vive il suo rapporto con il momento e la potestà punitiva da parte
dello Stato.
Quel processo in Corte
di Assise crea una atmosfera unica e quella atmosfera unica è una delle grandi
basi di questa città. Io dico sempre che il Tribunale, per il quale io faccio
una battaglia quotidiana affinché Santa Maria sia e resti sempre sede di Tribunale,
sede del Tribunale della provincia di Caserta e della Terra di Lavoro, è una
battaglia che è collegata ad un'idea: che il Tribunale non è solo e
semplicemente il luogo della giustizia, il Tribunale è un qualcosa che
rappresenta ed identifica la cultura di un territorio, la cultura di una città,
e noi in quella siamo cresciuti, e questi racconti ne rappresentano una
estrinsecazione veramente significativa, per questo lo ringrazio per il suo
impegno, gli faccio i complimenti per il libro, faccio il benvenuto ai relatori
che ascolteremo con grande piacere e buona serata a voi tutti, grazie.
(Applausi)
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