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domenica 24 settembre 2017


QUEL GIORNO ERO SULLA 
TRIBUNA STAMPA AL VIALE CARLO III°
 AVEVO 30 ANNI ED ERO INVIATO DI "STADIO" IL QUOTIDIANO SPORTIVO DI BOLOGNA 
CORSI IMMEDIATAMENTE IN VIA DOMENICO MONDO... 
QUELLE IMMAGINI MI HANNO FATTO PASSARE NOTTI INSONNE... 
SULLO STESSO TRACCIATO 
ORGANIZZAVO PER IL MOTO CLUB DI SANTA MARIA CAPUA VETERE IL CIRCUITO MOTOCICLISTICO DI VELOCITA'.....













Grande affluenza di equipaggi provenienti da tutta Italia e dall'estero e di pubblico nel week end tra Caserta e provincia


«COPPA DEI BORBONE» CON RIEVOCAZIONE DEL «CIRCUITO AUTOMOBILISTICO DI CASERTA»: L'AUTOMOBILE CLUB SVELA UNA TARGA IN MEMORIA DEI PILOTI RUSSO, FEHR E PERDOMI ALLA PRESENZA DELLE FIGLIE DEL CAMPIONE 'GEKI'  
LE DUE  FIGLIE DEL CAMPIONE GEKI RUSSO


Caserta, 24 settembre 2017 - Ricordi, emozioni e commozione con le auto storiche esposte come opere d'arte con lo sfondo dello splendido scenario della Reggia di Caserta. L'edizione 2017 della Coppa dei Borbone appena terminata all'ombra del Palazzo Vanvitelliano ed alla quale hanno partecipato decine di equipaggi da tutta Italia e dall'estero, è stata anche l'occasione per rievocare con un diverso animo il 18° Circuito Automobilistico di Caserta del 1967. 

Al termine della manifestazione organizzata dall'Automobile Club di Caserta (presieduto dall'avvocato Antonello Salzano con la direzione del dottor Marino Perretta) e Aci Storico, è stato proclamato vincitore di quella gara di 50 anni fa, il pilota di Formula 3 Antonio Maglione, nativo di Napoli e romano d'adozione: una coppa che all'epoca non fu assegnata a causa della tragica conclusione dello storico evento sportivo nato nel 1928. «Avevamo un conto aperto con questa triste pagina casertana che speriamo di aver alleggerito in qualche modo con ricordi ed emozioni», ha dichiarato il presidente Salzano, a margine della manifestazione durante la quale è stata svelata anche una targa nel tratto di strada in cui avvenne il tragico incidente. 

Una cerimonia toccante, svoltasi alla presenza di Beatrice e Daniela Russo, figlie del pilota Geki Russo, oggi residenti rispettivamente a Parigi e Milano. La kermesse, alla quale hanno partecipato auto storiche ante-guerra, del dopo-guerra, degli anni '60, '70  i cui titolari sono stati premiati per le varie categorie ha fatto tappa anche a Capua, Pietramelara e San Leucio per poi concludersi con la premiazione del Concorso d'Eleganza e della gara di regolarità tenutisi domenica davanti alla Reggia di Caserta.

Presidenza Automobile Club Caserta
Avv. Antonello Salzano


LA STORIA DEL CIRCUITO


Ancora oggi i tifosi dell’epoca non hanno dimenticato l’ultimo giro che si è rilevato fatale per Geki Russo in quel lontano 18 giugno 1967 su un circuito che, in pratica ,altro non era se non un triangolo con tre curve ad angolo acuto e tre lunghi tratti sostanzialmente diritti, seppur inframmezzati da curve cieche rese tali dalle costruzioni che delimitavano la carreggiata. La sicurezza era un ‘optional’ in quanto si correva tra marciapiedi, muri, cancelli, lampioni, con soltanto alcune balle di paglia come protezione nei punti più pericolosi. Nel corso del settimo giro avvenne una collisione tra la vettura di Saltari e quella di Fehr, proprio in quel momento sopraggiunse un altro pilota, Franco Foresti, che per evitare le due vetture si intraversava finendo contro il muro di cinta della ferrovia e ritornando in pista fermandosi in un punto cieco. Nell’ottavo giro se il gruppo di testa riusciva a schivare l'ostacolo, la vettura di Dubler in sbandata urtava contro due pali della luce per finire in un campo. Nel frattempo Fehr tornava in pista per segnalare la presenza di una grossa macchia d'olio sull’asfalto: un gesto generoso che purtroppo gli sarebbe risultato fatale. Giro nove: ad oltre 200 km/h, e senza la presenza di commissari di percorso che segnalassero il pericolo, transitarono incolumi Brambilla e Maglione, ma Regazzoni, Manfredini e lo stesso Geki non riuscivano ad evitare l'ostacolo. Fehr investito muore sul colpo, mentre Russo sbalzato fuori dalla vettura perdendo la vita dopo aver colpito il muro della sottostazione dell'Enel. La sua Matra prese fuoco con il fumo che disturbava la visibilità dei piloti che sopraggiungevano: Tiger (pseudonimo di Romano Perdomi), Saltari e Natili finiscono nel mucchio. Tiger rimase incastrato nel telaio della vettura che si era accartocciata (morirà un settimana dopo in seguito alle ferite riportate), mentre Dubler tentò di spegnere la Matra di Geki in fiamme, pensando che il pilota fosse ancora a bordo. Ma non finì qui: nel giro seguente anche Brambilla e Maglione piombano nel gruppo di auto ridotte a rottami, restando però incolumi. Solo a quel punto venne sventolata una bandiera rossa che mise fine alla disgraziata gara. Da quel giorno, il circuito di Caserta non avrebbe ospitato mai più una competizione automobilistica, fino ad oggi.


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