“Il mondo di Sofia”
Rivisitazione del romanzo di
Jostein Gaarder
a cura di Augusto
La Torre
"La vita è breve, l'arte è
lunga, l'occasione fuggevole, l'esperimento pericoloso, il giudizio
difficile"
“Un vero filosofo è colui che non smette mai di fare e farsi domande”
Alcuni libri rimangono impressi nella
mente anche a distanza di decenni. Sono molti i libri che ho amato al punto da
ricordarli quasi a memoria. Il mondo di Sofia è sicuramente uno di questi.
Consiglio vivamente di leggerlo per molteplici motivi. Il primo motivo è perché
nessun scrittore, che io abbia letto, spiega la filosofia come fa Gaarder. Il
secondo motivo è perché l’intero narrato è scritto in maniera molto semplice,
oserei dire elementare, che rende comprensibile a tutti anche i concetti e le teorie
filosofiche più complesse. Il terzo motivo è perché ogni domanda che viene
posta da Alberto Knox a Sofia Amundsen, una ragazzina di 14 anni, è una
domanda alla quale il lettore, completamente immerso nel racconto, vuole
rispondere.
The last but not the least, perché alla fine del libro giungeremo alla conclusione che la filosofia non è qualcosa che si impara, perché quello che si impara è invece come pensare filosoficamente. Ed è proprio questa, a mio avviso, la peculiarità di questo romanzo filosofico: “Riuscire a coinvolgere il lettore nello stesso viaggio di Sofia e a far riflettere su tematiche esistenziali in maniera molto profonda”. Un viaggio alla scoperta di se stessi e del mondo, una riflessione continua che capitolo dopo capitolo ogni lettore si accorgerà di aver arricchito la conoscenza e la consapevolezza di se stessi.
Augusto La Torre nel carcere di Ivrea sta scrivendo le sue memorie che usciranno in libreria tra non molto con il titolo "IL CAMORFISTA" da Kriminale a Criminologo... |
Due sono le domande inziali che l’autore
pone a Sofia: “Chi sei tu? Da dove viene
il mondo?”. Due domande apparentemente semplici ma che stimoleranno il
lettore attraverso un viaggio nel proprio vissuto e nel proprio mondo reale,
conscio e inconscio, “camminando” in
parallelo con i protagonisti del racconto fino a fargli chiedere: “io sono veramente libero? Mi conosco? Da
dove vengo? E altre domande che, ad ogni capitolo, nascono spontanee “.
Perché
siamo sulla Terra, come vivere una buona vita, e tutte le altre domande
filosofiche sono, secondo Gaarder, le domande più importanti che ci possiamo porre.
Anche se non ci renderà la vita più semplice o non sarà facile rispondere a
queste domande, la filosofia suscita in noi meraviglia e stupore per la
meravigliosa complessità del mondo e per il mistero che circonda la nostra
esistenza.
I personaggi principali del romanzo
filosofico sono: Sofia Amundsen, una ragazzina di 14 anni. Alberto Knox
che è l’insegnante di filosofia di Sofia.
Hilde Mǿller Knag che è la figlia di Albert Knag. Albert Knag,
padre di Hilde, che è un Maggiore dell’ONU nonché autore della storia di Sofia
e Alberto. La storia è ideata da Albert Knag come regalo di compleanno per la
figlia Hilde.
Il mondo di Sofia è un
libro nel libro. Alberto insegna a Sofia la filosofia ma in realtà le lezioni
non sono per Sofia ma per Hilde. Io dico che in realtà le lezioni di Gaarder
sono per ogni singolo lettore poiché il lettore già dal primo capitolo
comprende che “Sofia” è lui stesso e quindi le lezioni filosofiche sono dirette
a lui. Dobbiamo tener presente che in un solo libro Gaarder spiega il pensiero
e le teorie filosofiche iniziando dai presocratici per giungere fino ai nostri
giorni.
Gaarder ci spiega l’importanza dei miti,
il pensiero di Spinoza, di Socrate, di Cartesio, di Platone, di Aristotele, di
Democrito; spiega l’Ellenismo, il Medioevo, ci parla di Agostino d’Ippona e di
Tommaso d’Aquino, del Rinascimento, del Barocco, dell’Illuminismo, del
Romanticismo, di Locke, di Hume, di Berkeley, di Kant, di Hegel, di
Kierkegaard, di Marx, di Darwin, di Freud, di Sartre e dell’esistenzialismo e
di molte altre tematiche affascinanti. Non c’è argomento filosofico e
scientifico che Gaarder non spieghi (molto bene) ai suoi lettori.
Alberto
Knox si prende cura di Sofia, le insegna la filosofia. In effetti Gaarder si
prende cura di noi lettori e ci spiega la filosofia come saprebbe fare un
docente che ama la sua materia e i suoi allievi. Alberto/Jostein crede
fermamente nella ragione e usa la sua mente per controllare situazioni di cui
non ha il controllo. Sofia credeva di essere libera e autonoma. Quando però
Alberto le spiega la filosofia di Berkeley
diventa chiaro che non sono veramente liberi perché vivono le loro esistenze in
un libro e non sono quindi loro a decidere come comportarsi ma è lo scrittore a
farlo.
E qui è evidente che Gaarder tira in ballo
il conformismo e l’influenza sociale che “costringe”
le persone ad agire non secondo il proprio volere ma per non essere escluso e/o
rigettato dalla società.
Capisce che lui e Sofia non sono altro che pensieri
nella mente del Maggiore ed è lui che li manovra e quindi decide di utilizzare
l'inconscio del Maggiore per scappare.
Comunque, nonostante questo, entrambi
(come tutti noi) hanno una piccola autonomia dallo scrittore perché alla fine
Sofia e Alberto riescono a trovare un modo per scappare dal libro e a
conquistare la libertà. Sofia, grazie
alla filosofia insegnatale da Alberto Knox, riesce alla fine a fuggire dal
libro e a conquistare la libertà.
Ecco, a mio parere, la bellezza e
l’importanza di questo viaggio nel mondo filosofico regalataci da Gaarder, sarà
che alla fine del libro il lettore, anche se detenuto da 26 anni come me,
conquisterà la libertà perché riuscirà a vedere cose che prima gli
erano invisibili, riuscirà ad apprezzare la bellezza del mondo e della vita
anche se il posto in cui si svolge la propria esistenza è una prigione e
soprattutto imparerà a volgere lo sguardo verso il proprio mondo interiore
diventando consapevole e padrone di aspetti del proprio sé prima ignorati che
non si lasciavano dominare.
Sono sinceramente convinto che questo
libro, per coloro che vivono in carcere, prigionieri di subvalori e della
subcultura, e per questo motivo sono abituati ad adottare atteggiamenti tipici
di chi fa parte di bande e/o organizzazioni dedite al crimine, potrà aiutarlo a
liberarsi delle catene psicologiche e gli insegnerà che l’opinione, il
pensiero, i desideri, i sentimenti e gli affetti delle altre persone, quelle
definite outgroup, sono importanti
come le proprie e come quelle del proprio ingroup. Gaarder ci fa capire che è proprio il fatto che ci
poniamo domande filosofiche e tentiamo di dare una risposta a esse che ci rende
tutti umani.
Gaarder ci presenta la filosofia non come
semplice esercizio esoterico per pochi eletti ma come qualcosa di necessario
per l’esistenza umana. Sofia e Alberto hanno bisogno della filosofia per
comprendere il loro mondo e
tutti noi dobbiamo quanto meno provare a capire la meraviglia che ci circonda e
cosa ci spinge ad agire in determinati modi se vogliamo sentirci parte
integrante del mondo e della società. A differenza del lettore, dopo una
complessa ricerca filosofica, Sofia e Alberto, scoprono da dove viene il loro
mondo: il loro mondo è una creazione di Albert Knag.
Se il nostro mondo non è una nostra
creazione allora di chi è? Leggete “Il Mondo di Sofia” e se non riuscirete a
scoprire chi ha creato il vostro mondo, vi assicuro che saranno molte altre le
scoperte su voi stessi e su quello che vi circonda che resterete piacevolmente
stupiti. Infatti, come afferma Gaarder nel
romanzo, un vero filosofo non smette mai di fare domande.
Il mio consiglio è proprio questo: non
smettete mai di farvi domande. E se viaggiare in solitario non vi piace o vi
riesce difficile, allora per rispondere almeno alla sola domanda: chi sono io? Fatevi
aiutare da persone colte, vi piacerà avere una guida sicura.
Vi
saluto con l’augurio che presto possiate iniziare la ricerca che vi farà
scoprire “chi siete” e “da dove venite” e anche dove volete andare.
Augusto La Torre
Ivrea
ottobre 2017
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