SEXTORTION SEXTING
SESSO RICATTO ESTORSIONE WEB
Come
funziona la Sextortion e perché è meglio denunciare. Cinquemila casi in 4 anni
(solo in Italia) la dicono lunga sulla diffusione del fenomeno. E del perché
conviene mettere da parte la vergogna e reagire.
(Fonte: Agi/Cronaca) - Come funziona la Sextortion e perché è
meglio denunciare: SEXTORTION SEXTING
SESSO RICATTO ESTORSIONE WEB. Il Sextortion, o ricatto sessuale, consiste
nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a
meno che questa non paghi dei soldi all’estorsore. In un’era digitale come la
nostra, le informazioni potrebbero includere frammenti di messaggi di testo
sessuali (sexts), foto private e anche video. I criminali, spiega Kaspersky sul
suo blog generalmente chiedono denaro anche se a volte cercano materiale ancor
più compromettente (inviaci altro o rendiamo tutto pubblico). La maggioranza
delle vittime non sono adolescenti - secondo la polizia, nel 2017 a fronte di
più di mille vittime maggiorenni solo 25 hanno tra i 14 e i 18 anni, anche se
su questa statistica potrebbe pesare la tendenza dei giovanissimi a non
chiedere aiuto alla polizia - perché si tratta di quella parte della
popolazione che non ha soldi da gettare al vento. Nonostante questo restano
l'obiettivo perfetto perché nell'adolescenza ci si trova a coltivare nuovi tipi
di rapporti, solitamente senza alcun tipo di guida.
Come funziona la Sextortion e perché è meglio denunciare
Il risultato può essere il
sogno di un cybercriminale: tante informazioni che dovrebbero essere protette,
ma che non lo sono e che appartengono a gente vulnerabile dal punto di vista
emotivo e che si vergogna facilmente. Le vittime temono la condanna pubblica;
chiedere aiuto vorrebbe dire rivelare segreti che cercano di nascondere
disperatamente. E gli adolescenti sono molto vulnerabili. Il sextortion può provocare
seri danni psicologici o anche tentativi di suicidio (almeno quattro quelli
documentati in Italia).
Il caso svedese, dove la sextortion è equiparata allo stupro
Nel novembre 2017 un uomo di
41 anni in Svezia è stato condannato a 10 anni di carcere per aver violentato
26 minori in tre Paesi diversi, senza mai aver incontrato le giovani vittime.
Bjorn Samstrom, un uomo di Stoccolma, è stato dichiarato colpevole di aver
costretto 26 ragazze e un ragazzo che vivevano negli Stati Uniti, in Canada e
in Gran Bretagna a esibirsi in atti sessuali davanti alle loro webcam
minacciando di morte i loro parenti. Altra minaccia: la pubblicazione delle
loro immagini più intime su siti pornografici.
A partire dal 2013 sono stati
registrati oltre cinquemila casi, una media di quasi tre al giorno, e un
aumento delle denunce di oltre il 500% in tre anni. La Sextortion è in Italia
un reato in crescita esponenziale, le cui vittime sono generalmente persone di
sesso maschile (poco meno del 92% nel 2017) di ogni età ed estrazione sociale. La
Polizia postale e delle comunicazioni ha dedicato a questo fenomeno un pool
investigativo ad hoc sin dal 2015, arrestando 14 persone e denunciandone altre
30. Le denunce sono aumentate dalle 225 del 2013 alle 1.324 del 2016 passando
per le 1.190 del 2014 e le 1.288 del 2015. Nel 2017 si è registrata una prima
flessione, con 1.041 casi. Bologna nel 2016 - anno record - è la provincia in
cui è stata presentato il maggior numero di denunce (146); a seguire: Milano
(140), Roma (136), Napoli (125), Palermo (112), Firenze (82), Torino (82),
Genova (77), Bari (69), Perugia (66).
Come
difendersi dalla sextortion
È importante capire
che qualsiasi cosa viene condivisa online può essere resa pubblica, pubblicata
dagli hacker, da destinatari considerati affidabili o da qualcuno che ha
hackerato la lista dei destinatari del computer o del telefono (tutto quello
che si trova su Internet può essere condiviso). Chattare con sconosciuti
amplifica i rischi, ma tenete a mente che, solitamente, qualsiasi cosa voi
inviate online può essere pubblica e può esser letta da chiunque, dal vostro
migliore amico, ai vostri insegnanti e nonni.
Navigate in maniera sicura.
Utilizzate password efficaci e attivare la verifica in due passaggi per
proteggere i vostri social network, i programmi di messaggistica e le e-mail.
Aggiornate sempre i software di sicurezza. State all’erta e informatevi sulle
nuove minacce. Crimini come il sextortion sono un problema per tutti. Condividete
informazioni sulle minacce. Parlate con i vostri figli sulle truffe e sui
cybercriminali. Può essere difficile parlare di sesso e sextortion ai ragazzi, ma devono sapere. Cercate di
scoprire come la loro scuola gestisce questioni come la sicurezza informatica .
Se avete correzioni,
suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it
Estorsione a sfondo
sessuale a cittadini italiani, 23 persone arrestate in MaroccoEstorsione a
sfondo sessuale a cittadini italiani, 23 persone arrestate in Marocco
Al termine di conversazioni su video chat sempre più intime,
giovani donne chiedevano il pagamento di somme di denaro. Se le vittime non
pagavano, scattava la minaccia di pubblicazione dei filmati sui profili
Facebook personali, di familiari o amici o su Youtube. L'inchiesta partita da
Firenze
ROMA - "Sextortion", estorsione
sessuale via internet. È un fenomeno che ha già colpito migliaia di utenti del
web. Ecco come funziona: al termine di conversazioni su video chat sempre più
intime, giovani donne chiedono il pagamento di somme di denaro. Se le vittime
non pagano, scatta la minaccia di pubblicazione dei filmati sui profili
Facebook personali, di familiari o amici o su Youtube. Questo è accaduto ad
alcuni cittadini italiani e oggi - nel corso dell'operazione
"Strikeback" - sono stati arrestati i responsabili dalla Gendarmerie
Royale del Marocco, in collaborazione con la Polizia italiana: in manette sono
finiti 23 cittadiini marocchini - una vera e proprio organizzazione
specializzata in questo tipo di ricatto via internet - con l'accusa di
estorsione a sfondo sessuale.
Gli approfondimenti - svolti in
Italia dalla Polizia Postale - hanno
inoltre consentito di individuare i dati utilizzati dagli estorsori: nickname,
nominativo o indirizzo di pagamento della somma estorta, indirizzo di posta
elettronica, numero della transazione effettuata. Tutti elementi che hanno
permesso di individuare i responsabili delle estorsioni in diversi paesi, tra i
quali proprio il Marocco che è il paese dove confluivano le richieste di
denaro. L'indagine è partita dalla polizia postale di Firenze con l'inchiesta
aperta dalla procura fiorentina e dal pm Massimo Lastrucci che ha autorizzato
la condivisione dei dati con le polizie della Costa d'Avorio e del Marocco.
ll sistema scoperto è tanto banale
quanto efficace. Ci sono bande criminali dell'Est Europa e dell'Africa (Marocco
e Costa D'Avorio) che arruolano belle ragazze e ragazzi nei loro paesi, li
fanno navigare con dei profili fasulli sui siti per incontri e, da un po' di
tempo, anche su Facebook e LinkedIn. Quando agganciano qualcuno in chat, parte
la solita manfrina: o si fingono perdutamente innamorati dopo poche
chiacchierate, oppure sciorinano storie strappalacrime per ottenere la fiducia
dell'interlocutore. Lo convincono poi a farsi vedere nudo o durante atti sessuali,
come "pegno d'amore". A quel punto hanno il malcapitato in pugno e
vogliono uno o più versamenti da fare attraverso il circuito Western Union, che
rende le transazioni difficili da tracciare. Il resto lo fa il senso di
vergogna di chi c'è cascato.
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