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domenica 25 marzo 2018


SEXTORTION  SEXTING  SESSO  RICATTO  ESTORSIONE WEB


Come funziona la Sextortion e perché è meglio denunciare. Cinquemila casi in 4 anni (solo in Italia) la dicono lunga sulla diffusione del fenomeno. E del perché conviene mettere da parte la vergogna e reagire.

(Fonte: Agi/Cronaca)  - Come funziona la Sextortion e perché è meglio denunciare:  SEXTORTION  SEXTING  SESSO  RICATTO  ESTORSIONE WEB.  Il Sextortion, o ricatto sessuale, consiste nel minacciare di rendere pubbliche le informazioni private di una vittima a meno che questa non paghi dei soldi all’estorsore. In un’era digitale come la nostra, le informazioni potrebbero includere frammenti di messaggi di testo sessuali (sexts), foto private e anche video. I criminali, spiega Kaspersky sul suo blog generalmente chiedono denaro anche se a volte cercano materiale ancor più compromettente (inviaci altro o rendiamo tutto pubblico). La maggioranza delle vittime non sono adolescenti - secondo la polizia, nel 2017 a fronte di più di mille vittime maggiorenni solo 25 hanno tra i 14 e i 18 anni, anche se su questa statistica potrebbe pesare la tendenza dei giovanissimi a non chiedere aiuto alla polizia - perché si tratta di quella parte della popolazione che non ha soldi da gettare al vento. Nonostante questo restano l'obiettivo perfetto perché nell'adolescenza ci si trova a coltivare nuovi tipi di rapporti, solitamente senza alcun tipo di guida.
Come funziona la Sextortion e perché è meglio denunciare

Il risultato può essere il sogno di un cybercriminale: tante informazioni che dovrebbero essere protette, ma che non lo sono e che appartengono a gente vulnerabile dal punto di vista emotivo e che si vergogna facilmente. Le vittime temono la condanna pubblica; chiedere aiuto vorrebbe dire rivelare segreti che cercano di nascondere disperatamente. E gli adolescenti sono molto vulnerabili. Il sextortion può provocare seri danni psicologici o anche tentativi di suicidio (almeno quattro quelli documentati in Italia).
Il caso svedese, dove la sextortion è equiparata allo stupro

Nel novembre 2017 un uomo di 41 anni in Svezia è stato condannato a 10 anni di carcere per aver violentato 26 minori in tre Paesi diversi, senza mai aver incontrato le giovani vittime. Bjorn Samstrom, un uomo di Stoccolma, è stato dichiarato colpevole di aver costretto 26 ragazze e un ragazzo che vivevano negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna a esibirsi in atti sessuali davanti alle loro webcam minacciando di morte i loro parenti. Altra minaccia: la pubblicazione delle loro immagini più intime su siti pornografici.
A partire dal 2013 sono stati registrati oltre cinquemila casi, una media di quasi tre al giorno, e un aumento delle denunce di oltre il 500% in tre anni. La Sextortion è in Italia un reato in crescita esponenziale, le cui vittime sono generalmente persone di sesso maschile (poco meno del 92% nel 2017) di ogni età ed estrazione sociale. La Polizia postale e delle comunicazioni ha dedicato a questo fenomeno un pool investigativo ad hoc sin dal 2015, arrestando 14 persone e denunciandone altre 30. Le denunce sono aumentate dalle 225 del 2013 alle 1.324 del 2016 passando per le 1.190 del 2014 e le 1.288 del 2015. Nel 2017 si è registrata una prima flessione, con 1.041 casi. Bologna nel 2016 - anno record - è la provincia in cui è stata presentato il maggior numero di denunce (146); a seguire: Milano (140), Roma (136), Napoli (125), Palermo (112), Firenze (82), Torino (82), Genova (77), Bari (69), Perugia (66).
Come difendersi dalla sextortion
È importante capire che qualsiasi cosa viene condivisa online può essere resa pubblica, pubblicata dagli hacker, da destinatari considerati affidabili o da qualcuno che ha hackerato la lista dei destinatari del computer o del telefono (tutto quello che si trova su Internet può essere condiviso). Chattare con sconosciuti amplifica i rischi, ma tenete a mente che, solitamente, qualsiasi cosa voi inviate online può essere pubblica e può esser letta da chiunque, dal vostro migliore amico, ai vostri insegnanti e nonni.
Navigate in maniera sicura. Utilizzate password efficaci e attivare la verifica in due passaggi per proteggere i vostri social network, i programmi di messaggistica e le e-mail. Aggiornate sempre i software di sicurezza. State all’erta e informatevi sulle nuove minacce. Crimini come il sextortion sono un problema per tutti. Condividete informazioni sulle minacce. Parlate con i vostri figli sulle truffe e sui cybercriminali. Può essere difficile parlare di sesso e sextortion ai  ragazzi, ma devono sapere. Cercate di scoprire come la loro scuola gestisce questioni come la sicurezza informatica .


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Estorsione a sfondo sessuale a cittadini italiani, 23 persone arrestate in MaroccoEstorsione a sfondo sessuale a cittadini italiani, 23 persone arrestate in Marocco
Al termine di conversazioni su video chat sempre più intime, giovani donne chiedevano il pagamento di somme di denaro. Se le vittime non pagavano, scattava la minaccia di pubblicazione dei filmati sui profili Facebook personali, di familiari o amici o su Youtube. L'inchiesta partita da Firenze

 ROMA - "Sextortion", estorsione sessuale via internet. È un fenomeno che ha già colpito migliaia di utenti del web. Ecco come funziona: al termine di conversazioni su video chat sempre più intime, giovani donne chiedono il pagamento di somme di denaro. Se le vittime non pagano, scatta la minaccia di pubblicazione dei filmati sui profili Facebook personali, di familiari o amici o su Youtube. Questo è accaduto ad alcuni cittadini italiani e oggi - nel corso dell'operazione "Strikeback" - sono stati arrestati i responsabili dalla Gendarmerie Royale del Marocco, in collaborazione con la Polizia italiana: in manette sono finiti 23 cittadiini marocchini - una vera e proprio organizzazione specializzata in questo tipo di ricatto via internet - con l'accusa di estorsione a sfondo sessuale.
Gli approfondimenti - svolti in Italia dalla Polizia Postale  - hanno inoltre consentito di individuare i dati utilizzati dagli estorsori: nickname, nominativo o indirizzo di pagamento della somma estorta, indirizzo di posta elettronica, numero della transazione effettuata. Tutti elementi che hanno permesso di individuare i responsabili delle estorsioni in diversi paesi, tra i quali proprio il Marocco che è il paese dove confluivano le richieste di denaro. L'indagine è partita dalla polizia postale di Firenze con l'inchiesta aperta dalla procura fiorentina e dal pm Massimo Lastrucci che ha autorizzato la condivisione dei dati con le polizie della Costa d'Avorio e del Marocco.
ll sistema scoperto è tanto banale quanto efficace. Ci sono bande criminali dell'Est Europa e dell'Africa (Marocco e Costa D'Avorio) che arruolano belle ragazze e ragazzi nei loro paesi, li fanno navigare con dei profili fasulli sui siti per incontri e, da un po' di tempo, anche su Facebook e LinkedIn. Quando agganciano qualcuno in chat, parte la solita manfrina: o si fingono perdutamente innamorati dopo poche chiacchierate, oppure sciorinano storie strappalacrime per ottenere la fiducia dell'interlocutore. Lo convincono poi a farsi vedere nudo o durante atti sessuali, come "pegno d'amore". A quel punto hanno il malcapitato in pugno e vogliono uno o più versamenti da fare attraverso il circuito Western Union, che rende le transazioni difficili da tracciare. Il resto lo fa il senso di vergogna di chi c'è cascato.

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