L’AVV. FILIPPO
BARBAGIOVANNI CONTESTA E
PUNTUALIZZA MOLTE FAKE NEWS PUBBLICATE SUL CONTO DEL SUO ASSISTITO
AUGUSTO LA
TORRE
Qual difensore di Augusto La Torre, nato a
Mondragone CE l’1.12.1962, attualmente detenuto per altra causa presso la Casa
Circondariale di Ivrea, indagato nel proc. N.R.G.24689/2015 Proc. Rep. Napoli,
in merito alle quotidiane pubblicazioni su organi di stampa locale, quali Cronache di Caserta, e occasionalmente su
portali informativi on line quali Fanpage.it, e in merito all’intervista a
distanza rilasciata al portale informativo Appiapolis,
preciso quanto segue.
Il mio assistito risulta indagato per due
presunti tentativi di estorsione, rispetto ai quali il GIP ha rigettato la
richiesta di misura cautelare formulata dal PM, escludendo la natura minatoria
delle due missive oggetto di indagine.
Il Tribunale del Riesame ha altresì escluso la
sussistenza dell’aggravante speciale di cui all’art. 7 D.L. N. 152/1991 a
carico degli altri indagati ricorrenti, cioè l’aggravante speciale del c.d.
metodo mafioso.
L’ufficio del PM procedente ha presentato
appello e il giorno 28 giugno il T.d.R. tratterà il procedimento camerale, ma
la caduta dell’aggravante di cui sopra dà già la complessiva dimensione ridotta
del procedimento.
Il 22 giugno il mio assistito è stato sottoposto a un
interrogatorio, da lui richiesto dopo la chiusura delle indagini preliminari,
al PM di Ivrea delegato dalla Procura di Napoli, e ha dichiarato che mai ha
inteso minacciare alcuno e estorcergli nulla che non fosse lecito chiedere,
essendosi limitato a chiedere l’assunzione del proprio figlio primogenito Francesco
Tiberio, a mezzo di due distinte missive: l’assunzione non è avvenuta e nulla
ne è conseguito a carico dei destinatari, se non la richiesta di informazioni
da parte dell’Autorità giudiziaria.
In nessuna parte di tali missive, contrariamente a quanto letto
dalla Procura di Napoli e conformemente a quanto ritenuto dal GIP, vi sono
elementi di minaccia: e se il destinatario, invece, si sente minacciato, è un elemento
estraneo all’oggettività di un processo penale che dev’essere basato sui fatti.
E se, inoltre, il solo fatto che la missiva provenga da
Augusto La Torre crea allarme al di là della forma e del contenuto, dovrebbe
condurre chi lo descrive ancora come un capo clan in attività agli occhi
dell’opinione pubblica, sbagliando, a farsi delle domande sul reale e
imparziale servizio reso all’informazione.
Alla stampa, infatti, si chiede, non simpatia personale, non
perdono o, peggio, oblio per i reati commessi, non riabilitazione morale, ma
riconoscimento della mutata situazione, personale, criminale e processuale, dal
2003 a oggi.
Si richiede solo onestà intellettuale e oggettività, non
pregiudizio e continua e reiterata attribuzione di fatti non veri.
Mai il mio assistito ha inteso minacciare, così come non lo
ha minacciato, tale Giuseppe Tallino, del quale prima di leggere su Cronache di Caserta un’intervista
rilasciata dall’altrettanto sconosciuto Benedetto Zoccola, ignorava la
personale e professionale esistenza.
Augusto La Torre si è limitato a lamentare la pubblicazione
di notizie prive di fondamento, quale la circostanza che sarebbe uscito in
permesso nel 2006 e avrebbe utilizzato armi, il fatto di essere tirato in ballo
in vicende che gli sono del tutto estranee, mentre qui lamenta l’attribuzione falsa
e incredibile di un numero imprecisato di richieste di denaro da
venticinquemila euro ciascuna a dei condomini (sic!).
In ogni caso invita tramite lo scrivente i cronisti Giuseppe
Tallino, Rosaria Capacchione, Marilù Musto, e tutti coloro che scrivono di lui
senza essersi pienamente e oggettivamente documentati, a un confronto de visu, previa richiesta all’Autorità
penitenziaria, in modo da fugare ogni dubbio e chiarire ogni perplessità o, in
caso di diniego, anche a un’intervista a distanza in forma epistolare, da
inviare presso la Casa Circondariale di Ivrea, 10015, Corso Vercelli, 165:
Augusto La Torre sarà ben lieto di incontrare tali professionisti
dell’informazione per chiarire tutto.
E’ però evidente che, di fronte a iniziative giudiziarie e
non, tese a danneggiarlo da un punto di vista processuale o penitenziario, non
resterà inerte e reagirà a tutela dei propri diritti.
Ferrara FE, 28 giugno 2018 Avv.Filippo BARBAGIOVANNI GASPARO
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