Liberiamo la scorta da Saviano
di Gian Paolo SerinoGian
Il mio non è un
appello per togliere la scorta a Saviano, ma per dare finalmente libertà che
dal 2006 sono costretti a non fare niente tutto il giorno mentre il “Giovane
Holding” è impegnato tra una sartoria e l’altra (il suo look ultimamente è
molto cambiato: da Mujaheddin contro la camorra a un Tom Wolfe targato Marinella
sartoria).
I suoi libri
continuano ad essere un flop: quando Feltrinelli lo strappò alla Mondadori per
milioni di euro, il responsabile della narrativa Feltrinelli fu licenziato.
Ormai Saviano è una caricatura di sé stesso. Ho avuto modo più volte di parlare
con gli uomini della sua scorta, mentre Holding firmava libri (pochi) e selfie
(molti) e mi hanno confessato di non essere mai stati così poco impegnati come
con Saviano. Sono intrappolati nella noia delle sue giornate che non manca mai
di farci immaginare come un inferno: in realtà ormai la scorta andrebbe
sostituita con dei figuranti o con i gladiatori che fanno le foto davanti al
Colosseo.
Liberiamo la
scorta da Saviano perché sono anni che sono vittime sacrificali della Saviano
S.p.a.: mentre lui ormai e’ diventato uno sceneggiatore di film e serie tv che
hanno stancato (si pensi al flop dell’ultima serie di “Gomorra” ) il resto
della sua vita è una sceneggiata. I tanti temuti Casalesi sono anni che
avrebbero potuto colpirlo, come ci ha insegnato la storia nessuna scorta
protegge nessuno da un attentato. È che i Casalesi hanno altro da fare, e con
“Gomorra” trovano nuovi giovani affilati affascinati dalla serie tv. Mentre gli
uomini della sua scorta rischiano la noia più che la morte sono costretti, con
uno stipendio mensile che oggi Saviano spende in un giorno per un abito, a
onorare la propria divisa servendo gli interessi di uno Stato che vuole Saviano
come un eroe avendo già eliminato quelli più pericolosi, Falcone e Borsellino
(che per Saviano ormai è più un cappello che un giudice).
Saviano è un eroe
da cartolina, da esposizione: mai che in una intervista si soffermi su chi lo
difende, mai che abbia scritto un libro su di loro che sono le vittime
sacrificali di una sceneggiata unicamente da vaudeville. Saviano ormai è un
innocuo provocatore: difende i clandestini che sbarcano mentre dovrebbe essere
lui ad essere messo su un barchino e lasciato andare in mare aperto verso la
Libia, anziché vivere tra un attico a Roma e un grattacielo a New York. Saviano
è un teleimbonitore che farà la fine di Wanna Marchi e di Mamma Ebe: il miglior
personaggio che abbia inventato, gli altri li ha copiato come dalle sentenze
che lo hanno condannato. Lasciamo libera la sua scorta, facciamolo per questi
uomini costretti ad accompagnarlo nel centro di Roma a mangiare un gelato
mentre scrive i suoi editoriali repubblichini da un pulpito che ormai non gli
concede nemmeno Fabio Fazio.
Nessun commento:
Posta un commento