Sanità e Appalti
‘LAVANOLO’ IN
ASL E OSPEDALI LAZIALI: IL NUOVO APPALTO A TRE SOCIETA’ FA RISPARMIARE DAI 35
AI 40 MILA EURO AL GIORNO, MA DA OLTRE UN ANNO NON DECOLLA.
Roma, 3 ottobre 2019 - Un nuovo appalto nella
Sanità italiana è stato aggiudicato da più di un anno a nuove imprese che si
occupano del cosiddetto «lavanolo», con un risparmio dai 35 mila ai 40 mila
euro al giorno rispetto ai vecchi contratti (circa 14 milioni di euro) ma, paradossalmente,
non riesce a decollare a causa di una serie di ricorsi presentati al Tar,
spesso strumentali e ad un inspiegabile ostruzionismo dei sindacati e degli
enti stessi. E’ quanto sta accadendo in tutti gli ospedali e le Asl di alcune
province laziali, dove dopo la gara aggiudicata con un forte risparmio, il
servizio del noleggio e del lavaggio di tutta la biancheria, sia per i letti
che per le divise delle strutture sanitarie di tutto il Lazio sembra
continuamente ostacolato dagli stessi enti che ne hanno interesse e ovviamente
dalle ditte uscenti. La nuova gara si indice nel dicembre del 2016, per 8
lotti: valore, 133 milioni di euro per 5 anni. Dopo la procedura di
assegnazione, durata fino al luglio 2018, non sono mancate polemiche e ricorsi
Tar e Consiglio di Stato tutti risolti favorevolmente alle ditte
aggiudicatarie. Negli ambienti sindacali c’è chi parla di preoccupazioni per i
lavoratori che passeranno sotto la gestione delle nuove società (del tutto
prive di fondamento, assicurano i vertici) e chi solleva altri argomenti che
però non trovano riscontro analizzando la professionalità delle aziende laziali
e campane che si sono aggiudicate gli appalti: Adapta, ATI SSI slr-Lavanderia
D'Alessio e Pacifico. In particolare, sono stati aggiudicati: tre lotti ad
Adapta SpA; tre al raggruppamento Servizi Sanitari Integrati con Lavanderia
d’Alessio e due più piccoli (lotto 1 e 3) all’azienda Pacifico. Le società si
sono dimostrate pronte a rispettare gli impegni presi e ad andare anche oltre
accettando, di recente, altre richieste provenienti dai sindacati.
Ciononostante i tempi si dilungano e ogni giorno, vengono «sprecati» dai 35
mila ai 40 mila euro al giorno che si andrebbero a risparmiare con il nuovo
appalto. Nonostante gli sprechi, le decisioni favorevoli della giustizia
amministrativa, il tempo passato (oltre un anno), l'accordo in Regione con i
sindacati e la dichiarata «prontezza» ad avviare gli appalti, le Asl e gli
Ospedali laziali continuano a nascondersi dietro l'attesa della giustizia amministrativa,
in assenza di impedimenti (le aziende uscenti hanno rinunciato a discutere la
sospensiva poiché mirerebbero solo all'annullamento della gara ai danni di
tutti i residenti del Lazio), ritardando oltremodo il subentro delle ditte
aggiudicatarie. La Regione Lazio non sollecita e si procrastina una situazione
di danno erariale della quale, si spera, sarà chiesto conto a qualcuno. Tanti
gli interrogativi: la Corte dei Conti cosa aspetta ad avviare una istruttoria?
Si domanda qualcuno. Perchè si continua a temporeggiare? Un atteggiamento che
dà adito a cattivi pensieri, quasi come se ci fosse un atteggiamento favorevole
e strumentale per le ditte uscenti. Risulta che molti degli appalti attualmente
in corso sono scaduti e più volte prorogati o concessi addirittura in assenza
di proroga. Gli addetti ai lavori si domandano come faranno le Aziende
Ospedaliere a pagare il servizio? Ci sono aspetti che sfuggono. Come è noto,
per legge non si possono disporre proroghe e che in assenza di proroga non è
possibile saldare le fatture. Una questione che stanno valutando i legali di
chi pur assegnatario del bando non riesce ancora ad espletare l’incarico.
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