LA PROCURA E I
CARABINIERI A TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA
Sette
persone , tre imprenditori facenti parte
della medesima società, Ditta individuale D.C.A., e un loro operaio, nonché tre
affermati ingegneri, accusati di gestione illecita di rifiuti fino ad arrivare
al falso ideologico in atto pubblico, alla frode in pubbliche forniture ed alla
truffa, perpetrata anche nella forma aggravata.
Lo smaltimento
dei rifiuti costato 30 mila euro erano stati invece sversati sulle colline a
due passi dal sito di San Leucio
Santa
Maria Capua Vetere - Si sono concluse le articolate e
complesse indagini preliminari, coordinate da questa Procura della Repubblica,
a carico di sette soggetti, ovvero tre imprenditori facenti parte della
medesima società, Ditta individuale D.C.A., e un loro operaio, nonché tre
affermati ingegneri, nelle rispettive vesti di pubblici ufficiali, quali
direttori dei lavori e responsabile unico del procedimento, ritenuti
responsabili, a vario titolo ed in concorso tra di loro, di condotte criminose
cha vanno dalla gestione illecita di rifiuti fino ad arrivare al falso
ideologico in atto pubblico, alla frode in pubbliche forniture ed alla truffa,
perpetrata anche nella forma aggravata.
L'attività, che si
inserisce nell'ambito della problematica di emergenza ambientale della
cosiddetta "Terra dei Fuochi", trae spunto investigativo da un
servizio di controllo del territorio svolto d'iniziativa dai Carabinieri
Forestali del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e
Forestale, NIPAAF, di Caserta, in sinergia con i Carabinieri della Stazione
territoriale capoluogo. Nel corso ditale servizio venivano rinvenuti 'sulle
colline casertane, nelle località denominate "Boschina",
"Sferracavallo" e "Cuna Vecchia", notevoli abbandoni di
rifiuti, anche pericolosi ed in alcuni punti combusti, provenienti da lavori di
ristrutturazione edilizia, per un quantitativo complessivo di circa venti metri
cubi.
Già in data 24 ottobre
2017, i militari provvedevano a sequestrare d'iniziativa le tre aree oggetto
degli illegali sversamenti ed a notiziare i fatti rilevati all'AG sammaritana
che, da tale momento, assumeva la direzione delle indagini.
In particolare, nelle tre
aree poste in sequestro, venivano rinvenuti scarti edili, guaine bituminose,
lastre di vetro camera di infissi in ferro od alluminio, materiale plastico
vario, ossia tubature in pvc provenienti da sostituzione di impianti di gronda,
fecali, vaschette di scarico per WC, canalette per impianti elettrici, filo
elettrico, teli in plastica, sacchi in plastica con scritta grassello di calce,
nonché un consistente numero di imballaggi contenenti residui di sostanze
pericolose o contaminati da tali sostanze. Venivano anche rinvenute tracce di
abbruciamento di materiale legnoso, quali porte e finestre, come si rilevava
dai relitti di serrature in ferro presenti sul posto.
In considerazione della
tipologia dei rifiuti ritrovati, si intuiva che gli stessi, fossero certamente riconducibili a lavori di tipo edile
presumibilmente provenienti da una pubblica struttura in considerazione delle
dimensioni delle vetrate rinvenute, tipiche di edifici pubblici.
Tra i rifiuti smaltiti
illegalmente veniva reperita, altresì, documentazione cartacea dalla quale
emergevano elementi tali da far presupporre che, gli stessi provenissero, da
lavori eseguiti presso un Istituto Scolastico di Lusciano (CE).
Le successive indagini
consentivano di verificare che detti rifiuti provenivano effettivamente dai
lavori di adeguamento strutturale di un plesso scolastico comprensivo, scuola
dell'infanzia e scuola primaria, del luscianese e che, su istigazione del
rappresentante legale della ditta esecutrice dei lavori, i rifiuti erano stati smaltiti
illegalmente da un proprio operaio, tale C.F., sulle colline casertane, ove,
tra l'altro, quest'ultimo risiede, avvalendosi di un automezzo dell'impresa.
Al fine di conseguire poi
il pagamento degli oneri discarica riguardanti i rifiuti prodotti dal cantiere,
il titolare della ditta appaltatrice, ricorrendo all'artificio di utilizzare
falsa documentazione per far risultare apparentemente sostenuti i costi per lo
smaltimento, la produceva al competente ufficio comunale ai fini della
illegittima liquidazione. Nella predetta documentazione i militari
riscontravano n. 22 formulari di identificazione dei rifiuti, FIR, attestanti
falsamente il trasporto in discarica di materiale di risulta proveniente dal
cantiere, in quanto riportanti date non compatibili alla chiusura dei lavori,
in quanto ad esse paradossalmente successive.
A loro volta, i due
Direttori dei lavori, nelle loro vesti di pubblici ufficiali, redigevano i
relativi stati di avanzamento lavori (SAL) omettendo i controlli di competenza
ed in particolare di verificare la regolarità documentale attestante il
regolare trasporto dei rifiuti, inducendo in tal modo in errore l'Ente
erogatore della spesa sulla effettiva entità del materiale conferito in
discarica.
Di conseguenza il
Responsabile Unico del Procedimento, omettendo parimenti i controlli di propria
competenza, procedeva alla liquidazione degli importi di cui agli stati di
avanzamento dei lavori in tal modo procurando un ingiusto profitto alla Ditta
esecutrice dei lavori medesimi. Società quest'ultima che, pur di conseguire la
liquidazioni degli oneri di discarica per un importo pari ad Euro 28.409,09,
aveva non solo formato false fatture, puntualmente disconosciute dalle ditte
intestatarie, ma, nel più totale spregio delle regole del vivere civile, aveva
provveduto a disfarsi, per il tramite di un proprio operaio, di parte dei
rifiuti sulle colline casertane, zona di notevole pregio naturalistico in
quanto oggetto di un passato progetto di rimboschimento ed inquadrata quale
Sito di Interesse Comunitario e dunque ad alta protezione ambientale.
Pur non essendo stato
individuato l'autore, a ciò si aggiunga che parte di detti rifiuti venivano
illecitamente smaltiti mediante abbruciamenti, causa dei cosiddetti "roghi
tossici" con le notorie implicazioni che le combustioni di rifiuti
ingenerano sul territorio, con possibili ripercussioni sulla salute pubblica
dei cittadini a causa delle sostanze inquinanti che generalmente un rogo di
rifiuti sprigiona.
Il disegno criminoso
descritto, sapientemente architettato, non si è concluso grazie alle azioni
poste in essere dalla Polizia Giudiziaria, il cui intervento ha impedito
l'illecito pagamento a beneficio dell'Ente erogatore della spesa, nel caso in
argomento della Regione Campania.
L'attività d'indagine
descritta, diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e
condotta in fase investigativa ed operativa dal Nucleo Investigativo dei
Carabinieri Forestale, comparto di specialità dell’Arma dei Carabinieri in
sinergia con il Reparto territoriale dell’Arma di Caserta conferma come l’attenzione
per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica – nella provincia di
Caserta – resti sempre una delle principali priorità di questa Autorità
Giudiziaria e dell’Arma dei Carabinieri.

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