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venerdì 1 maggio 2020











IL MIO DIARIO
(di giornalista e scrittore)
IN TEMPO DI CORONAVIRUS

Scoperte, adattamenti, video conferenze, audiolibri, filmati: “smart-working”… e tante altre cose belle per un 83enne in via di estinzione…e meno male che sono a casa e non in una   RSA…ma uscirò solo dopo che il Governo avrà diffuso l’App “Immuni”


Sessa Aurunca - Dopo il 4 maggio cosa cambierà per tutti noi? E’ la domanda ricorrente che ci si propone. Già è cambiata la nostra vita in due mesi di forzata quarantena ma – se è vero come è vero che non tutti i mali vengono per nuocere – tutti abbiamo appreso più da vicino (chi per esigenza, chi per curiosità) come si partecipa ad una “video-conferenza”, (ho molto adoperato Zoom). Ho partecipato ad alcune audio-video-conferenze (quella dell’avv. Alfonso Quarto, della scuola Meritrocrazia; quella della Maffei, sul nuovo logo della Reggia; più sedute di quelle della OSA (una organizzazione imprenditoriale per la quale svolgo la mia attività di responsabile delle relazioni esterne per una importante società di consulenza internazionale la “Maneximtrade” che si trova a Bologna); come si può fare il lavoro a distanza, cioè in casa? (smart-working). Siamo bombardati dai nuovi “anglicismi”…




La mia giornata “tipo”


Mi alzo quasi sempre alle 7, prendo la pillola contro l’ipertensione - e così che inizio la giornata -  è mi metto all’opera nel mio studio: pieno come un uovo di libri per la massima parte intonsi. Ma come si sa i libri, i tappeti e i quadri abbelliscono la casa. E’ il mio habitat naturale mi ci trovo bene… godo guardandoli. Molti, però, sono serviti a farmi imparare a scrivere correttamente almeno spero…

Un giorno mi è stato chiesto “Devi salvare cinque cose della vita, prima del Diluvio universale”, quali salveresti? “Ho detto: Libri, quadri, musica, nutella e coca cola…”.   
     Mia moglie mi porta la colazione: caffè, un cappuccino, biscotti “Abbracci”, della Mulino Bianco  (per sopperire all’abbraccio che ogni mattina prima del Coronavirus ci facevamo) e un cucchiaino di “Nutella” (non mi porta il barattolo perché io /come lei sostiene / ma non è vero/ sono liccarisso...).
    
Dopo fatto colazione stilo il mio “certificato di esistenza in vita”: non sono al carcere, non sono in ospedale, non sono al camposanto: ergo sono vivo”


Poi sento se i miei figli e nipoti che vivono lontano stanno bene. Via  WhatsApp …naturalmente! Poi apro la mia mail e guardo la posta elettronica. Sbrigo qualche faccenda di lavoro che posso fare a distanza: smart working.

Guardo le news su Google. Poi arrivano via Telegram tutti i quotidiani e li sfoglio. Una giornata “tipo”, sempre uguale, monotona... spesso, però, allietata dal sorriso e dall’abbraccio del mio ultimo nipotino Francesco, di 8 anni che si è preso il mio posto nel talamo coniugale…

Poi mi dedico al lavoro “intellettuale”: scrivo la pagina dei delitti che ho raccolto all’Archivio di Stato e che ogni lunedì pubblico su “Cronache di Caserta”, poi mi dedico al completamento dei libri che ho in itinere.

La lettura e gli audiolibri

Poi il tuffo nella lettura. I neofiti hanno letto: “La peste” di Albert Camus, la “Colonna infame”, di Manzoni, “il Decamerone”, di Boccaccio… in linea con l’epoca della pandemia; io mi sono molto soffermato sulla “Peste a Napoli” del 1656: la terribile epidemia che uccise l’80% della popolazione.

Ho scoperto – ma già ne avevo usufruito - gli “audiolibri” (Il Narratore), la comodità di ascoltarli in cuffia (senza disturbare gli altri familiari); ho fatto una ripassata ai “Fratelli Karamazov” di  Fëdor Dostoevskij, ho riascoltato  “Il ventre di Napoli”, della Serao ( che sembra scritto oggi); ma una vera e propria scoperta è stata quella di ascoltare una edizione degli audiolibri di “La Repubblica- L’Espresso”: Mariolina Venezia (a me perfettamente sconosciuta) un bellissimo libro che consiglio a tutti: “Mille Anni che sto qui”, letto da Anna Bonaiuto.

E tra quelli più apprezzati “Il Gattopardo”, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, letto dal “nostro” Toni Servillo. E’ stata una bella e gratificante esperienza.

Rimanendo a casa forzatamente ed avendo esaurito le scorte di vino ho “navigato” per i mari “procellosi” del web ed ho scoperto il museo di Mastroberardino il produttore del classico e famoso “Taurasi” della zona di Atripalda di Avellino. Subito a mezzo Amazon ho ordinato un cartone di vino rosso.

E poi mi sono superato. Per la prima volta da “autodidatta” con il mio computer (tra l’altro ho scoperto anche un programma bellissimo con il quale io detto e lui scrive e poi mi salva il file: si chiama “Talk Typer”, …dettatura libero nel browser - ed è gratis)  ho registrato un filmato leggendo il Prologo del libro “Le Ragioni del Boia”, di Giuseppe Garofalo, per conto dell’editore Graus che già è on line su YouTube.
Gli autoscatti



Il “lavoro” mi è stato richiesto (tra l’altro come consulente editoriale di Graus ho curato la pubblicazione del libro) perché la presentazione che era prevista per il 7 marzo scorso presso la Feltrinelli di Caserta, con gli interventi dell’autore, del Presidente di Sezione di Cassazione Dr. Lello Magi, della scrittrice Marilena Lucente, con moderatore il penalista Gennaro Iannotti, ha subito uno spostamento (a data da destinarsi) a causa del coronavirus.

Ma già era stato presentato alla Università delle Tre Età di Santa Maria Capua Vetere, con la partecipazione dell’Autore e con gli interventi del magistrato Oscar Bobbio, presidente emerito della Corte di Cassazione, con la moderatrice, la giornalista  de “Il Mattino”, Marilù Musto

Successivamente la Camera Penale e il Consiglio dell’Ordine, con la collaborazione del Dipartimento di Giurisprudenza  della Università  Vanvitelli, ha tenuto un convegno al quale hanno partecipato, oltre all’aurore: il Prof. Avv. Carlo Taormina; il S. Procuratore Antimafia, Dr. Alessandro D’Alessio; il prof. Mariano Menna; il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Avv. Antonio Mirra; il presidente della Camera Penale, Avv. Francesco Petrillo e il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Adolfo Russo. Il dibattito fu moderato dal giornalista Ugo Clemente, direttore editoriale di “Cronache di Caserta” e di “Cronache di Napoli”.  





La scoperta di Zoom  e del Talk Typer


Il “Talk Typer” mi ha consentito in poco tempo di finire la bozza del mio libro “Caserta: Vittime, assassini e processi”, con prefazione dello psichiatra Adolfo Ferraro (la cui presentazione era stata fissata per il 16 maggio (giorno in cui compio 83 primavere), in prima nazionale alla Università delle Tre Età, con la partecipazione del giornalista Claudio Coluzzi) ma forzatamente rinviata a data da destinarsi. Il file è in attesa di essere inviato all’Editore “Arcadia”, che ha l’esclusiva per i miei libri: E’, tra l’altro, l’editore presso il quale ho curato la pubblicazione del libro autobiografico dell’ex boss Augusto La Torre, “Il camorfista, da criminale a criminologo”.

Ho anche completato un lavoro che avevo in itinere da molto tempo (sono uno schizofrenico e salto da un lavoro all’altro perché mi annoio e quindi lavoro in contemporanea su più libri); si tratta di un processo le cui ricerche sono state da me espletate – con numerose trasferte – presso l’Archivio di Stato di Avellino.

Il delitto del Dr. Luigi Carbone, (ironia della sorte, omonimo del marito di mia figlia Sonia)  che avvenne a Lapìo (Avellino) nel 1923, il quale “sgozzò” la moglie, perché si era presentate “non pura alle nozze”, e dopo essersi lavato le mani “rosse di sangue” uccise la sorella del presunto seduttore. Il processo che lo vide sullo scranno degli accusati in Corte di Assise si concluse con la sua condanna a 23 mesi di carcere. Fu allora che fu istituito il “delitto d’onore”.
Tra l’altro il mio libro riporterà le arringhe integrali di Alfredo De Marsico, per la parte civile e di Giovanni Porzio (definito il “palombaro” delle anime) per l’imputato. Data di pubblicazione prevista per il 2021.

Adesso sto lavorando al processo contro i partigiani sammaritani, accusati di aver ucciso nel 1943 per vendetta l’avvocato Enrico Liguori, nel circolo Unione di Piazza Matteotti, e l’appuntato dei carabinieri Corrado Leone in via Albana. Il tutto in seguito al saccheggio della caserma Primo Ottobre. Riporto insomma alla ribalta il 25 aprile sammaritano. Furono coinvolti i componenti del Comitato di Liberazione: Salvatore Ceci, Leopoldo Cappabianca ed altri, accusati oltre che degli omicidi anche della devastazione delle case dei fascisti.
Un processo quasi sconosciuto a molti. Gli ho dato un titolo provvisorio “Delitti & Misteri della Città del Foro”.

Il lavoro comprenderà, infatti, la sintesi di altri cruenti “noir” sammaritani e non, ma tutti rigorosamente passati al vaglio della locale Corte di Assise. Si partirà, infatti, dalla “Banda La Gala”, che tra l’altro sequestrò, un prete di Nola (1864) chiedendo il riscatto mai pagato e per vendetta fu arrostito e mangiato. Si passerà poi al processo Bottillo (1870) il servo che uccise il suo padrone e strangolò la figlia. Le gesta della “Banda del Matese”, della quale faceva parte il sammaritano Enrico Malatesta(1877).

Poi tanti altri delitti tra i quali: Enrico Gallozzi, ucciso assieme al suo fattore Francesco Montesano da Pasquale Raimondo nella masseria “Pigliarlarmi”, di Vitulazio. In questo contesto si innesta una storia di “tradimenti, lettere anonime, lesbiche e suore in convento”, che vede coinvolto una sarta di Grazzanise (1952); Ferdinando Marcone, un omosessuale ucciso nel suo letto alla vigilia di Natale da due balordi; il parricidio di  Giuseppe, Maria e Francesco Moronese accusati di aver ucciso il padre (1952); quello delle sorelle Panarella che furono accusate di aver impiccato il fratello in seguito ad una violenza sessuale  (1953); il delitto di Salvatore  Carnevale, il sindacalista ucciso dalla mafia in Sicilia il cui processo fu celebrato a Santa Maria Capua Vetere per legittima suspicione. Processo dal quale Carlo Levi ha tratto il libro “Le parole sono pietre”.(1955); il delitto misteriosi del medico Aurelio  Tafuri, che ha portato nella tomba il suo segreto. (1960); il suicidio di Vincenzo Ragucci, padre di 10 figli, che dopo aver accoltellato la sua amantye si suicidò facendosi travolgere da un treno. (1962); lo stoico omicidio–suicidio di Luigi Roberto,  che uccise a colpi di pistola, in Piazza Mazzini, la giovane nipote 16enne di cui era follemente innamorato.(1977); il “delitto d’onore” di  Alfonso La Gala, che uccise la moglie Maria Mauriello che gli confessò “di averlo fatto becco”. (1980); quello del magistrato Nicola Giacumbi, all’epoca procuratore della Repubblica del Tribunale di Salerno, uccisop dalle Br. (1980); quello del maresciallo degli agenti di custodia, Domenico Contestabile,  ucciso per ordine di Raffaele Cutolo.(1981); il grande sacrificio dell’agente Domenico  Russo, ucciso dalla mafia assieme al generale Dalla Chiesa. (1982). Per giungere, poi, ai giorni nostri con il delitto (il caso è irrisolto) di Antonietta Afieri (2013), il cui figlio Niko Merola ha ucciso poi la Anna Maria Sales.  (2015). E per finire l’uxoricidio di Katia Tondi, il cui marito Emilio Lavoretano è stato condannato in prime cure a 25 anni di reclusione. ( 2015). Ci riuscirò a pubblicare questo altro mio lavoro? Con l’aiuto di Dio forse!   


Uscirò di casa – sono in quarantena – dal 5 marzo u.s. - il 5 maggio per impegni inderogabili…per vedere da vicino i miei figli e i miei nipoti che sono a Santamaria ma “condicio sine qua non… se il Governo obbligherà a tutti l’App "Immuni".   

  




  

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