La caverna di
Platone
(di Stelio W. Venceslai)
il governo è spaccato:
il PD lo vuole, i 5Stelle sono contrari, rifiutano il prestito. Perché? Perché
nelle loro fumisterie ideologiche da quattro soldi hanno sempre detto d’essere
contrari al MES in via di principio. Siamo ancora a questo punto. La gente
muore, non ci sono soldi da dare a chi chiede non aiuti, ma liquidità, non ci
sono ancora le attrezzature e le dotazioni sanitarie necessarie e c’è qualcuno
che dice di no. È proprio la caverna di Platone, ma senza luce.
È bello morire per un principio, ma non perché siamo governati da
cretini.
In Calabria si apre un
procedimento contro la Governatrice Santelli, che ha fatto aprire i ristoranti
all’aperto. A Milano la polizia mette 400 euro di multa ai ristoratori che, a
debita distanza, con guanti e mascherine, hanno manifestato contro la
prolungata chiusura dei ristoranti. Si direbbe che il governo abbia in
antipatia il settore.
Sono due stupidaggini, a distanza d’un giorno l’una dall’altra.
Non saprei come commentarle diversamente, ma danno la misura di come vanno le
cose. Male.
A Milano si vuole tenere chiuso perché i
contagi crescono, a Cosenza, dove non ci sono, la regola deve valere lo stesso.
Abbiamo un governo forte con il nulla. Per il resto, è impotente e
incapace. Dall’inizio del contagio
(abbiamo superato i 30.000 morti!), ancora non ci sono in giro né guanti né
mascherine. Non parliamo, poi, di tamponi e reagenti. Tale è la situazione che
in Veneto se li fanno da soli.
I soldi promessi non arrivano, le garanzie offerte dallo Stato non
interessano le banche che chiedono documenti. Ogni Regione va per conto su, il
che mi sembra giusto, ma contro i vaghissimi indirizzi del governo. C’è un
governo? Comincio a dubitarne.
Una vecchia regola dice che non si cambia cavallo quando si attraversa
un fiume. Ma il cavallo è sfibrato dai decreti e dalle riunioni. Fa la bava.
Rischia di morire di consunzione.
Il Presidente della Confindustria protesta, gli imprenditori
protestano, i parrucchieri e i ristoratori pure. Si brancola nel buio, ma non è la caverna di
Platone (libro VII de La Repubblica). La
luce non si vede.
Che la situazione sia difficile è indubbio, ma che il potere
politico non sia all’altezza della situazione lo è altrettanto. Abbiamo
cominciato con un’epidemia che era solo poco più d’un raffreddore e ora è
pandemia, con un miliardo di euro di stanziamento per farvi fronte e ora i
miliardi si sprecano, abbiamo litigato con tutti disdegnando il MES (perché noi
siamo liberi e non sottostiamo alle regole che abbiamo firmato) e ora potrebbe
andar bene, perché è senza condizioni (pardon! senza condizionalità, il termine
di nuovo conio che riempie la bocca dei parolai del regime).
Di mediazione in mediazione, il Presidente del Consiglio perde più
tempo per mettere d’accordo i suoi ministri e le varie delegazioni dei partiti
che lo sostengono che per dirigere il Paese. Quando va bene, va in televisione
ad annunciare provvedimenti come fiocchi di neve. Svaniscono come cadono a
terra.
Il famoso Decreto aprile è diventato Decreto maggio, se a maggio uscirà.
Per uscire occorre che PD e 5Stelle si mettano d’accordo per spartire i soldi.
Il PD mira agli imprenditori, così voteranno di meno per Salvini, 5Stelle mira
al Sud, perché non vuole perdere i voti degli elettori meridionali. Conte, fra
loro, è un asino in mezzo ai suoni. Poi, annuncerà al mondo la lieta novella. È
nato, è nato il Decreto salva tutti. Senza soldi, senza garanzie, possibilmente
almeno di 400 pagine, forse anche di più, senza contare le circolari
esplicative che verranno fuori. È il festival dell’improvvisazione. E, intanto,
qualcuno s’impicca perché non ha più soldi.
Non è colpa del governo. È colpa nostra, perché li abbiamo messi
in condizione di andarci.
L’opposizione sentenzia. È un’opposizione felice perché non fa
nulla e i nodi se li deve sbrogliare la maggioranza. Hanno voluto questo
scempio di governo? Che se lo tengano. Alle elezioni, quando ci saranno, se mai
ci saranno, ci sarà da ridere. Renzi, nonostante tutto il suo agitarsi, non
schioda dal 3.5%. Salvini cala, in modo vistoso, la Meloni sale, il PD resta
fermo, come sempre. Uno squallore parlare di politica.
Calenda e Toti sono in
agguato: non contano ma sperano di contare. Forza Italia, se non ci fosse la
Santelli a puntare i piedi, sarebbe in rianimazione. Un’occasione per
Bertolaso, che in 14 giorni ha organizzato un ospedale modello a Civitanova
Marche con i quattrini dei donatori, proprio per le cure intensive. L’altro
coordinatore, quello scelto da Conte, ha inviato tre milioni di bastoncini per
il tampone alle varie ASL nazionali, ma senza reagenti. Come stecchini, è un
grande sforzo.
Di che vogliamo parlare? Ma del virus! Sappiamo tutto, fino al
vomito, perché non ne sappiamo nulla, ancora e, dunque, possiamo parlarne e
dire qualunque cosa, come alla TV. Qualsiasi ipotesi va bene, anche che è una
punizione di Dio, anche che è il frutto di una congiunzione astrale negativa.
C’è gente che fa il tampone tre o quattro volte e continua a risultare
positivo, c’è gente che spera nel vaccino (tutti), altri che fanno prove
sierologiche, c’è chi è guarito e torna a essere contagioso. La verità brutale,
come ho già detto, è che nessuno conosce con certezza il virus.
Ultimo saggio esplicativo delle qualità di chi ci governa: il MES.
Lo abbiamo ottenuto senza condizioni (chissà perché ci fanno paura?
chiedetevelo). Si tratta di 35 miliardi, rimborsabili in dieci anni,
praticamente senza interesse, destinati alla sanità in genere. Un affare.
No: il governo è spaccato: il PD lo vuole, i 5Stelle sono
contrari, rifiutano il prestito. Perché? Perché nelle loro fumisterie
ideologiche da quattro soldi hanno sempre detto d’essere contrari al MES in via
di principio. Siamo ancora a questo punto. La gente muore, non ci sono soldi da
dare a chi chiede non aiuti, ma liquidità, non ci sono ancora le attrezzature e
le dotazioni sanitarie necessarie e c’è qualcuno che dice di no. È proprio la
caverna di Platone, ma senza luce.
È bello morire per un principio, ma non perché siamo governati da
cretini.
Roma,
09/05/2002.
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