Immuni, come
scaricare l’app
e quando e come usarla
L’applicazione
di tracciamento dei contatti è scaricabile da ieri su App Store e Google Play.
Liguria, Marche Abruzzo e Puglia si attiveranno dell’8 giugno, poi il resto del
Paese
Ecco Immuni, finalmente. Aiuterà?
Vedremo. Da ieri sera l’app di tracciamento dei contatti, che avrebbe dovuto
essere una colonna portante della fase 2 e arriva solo alla vigilia delle
riaperture dei confini regionali, è disponibile sull’App Store di Apple e su
Google Play per gli smartphone Android e comincerà a registrare gli incontri,
in forma anonimizzata, fra chi la scarica. A disposizione di chi ha dubbi o
problemi ci sono un sito (immuni.italia.it, utile anche se non trovate l’app
sugli store) e un numero verde (800912491).
Immuni può essere già scaricata in
tutta Italia, ma a partire da lunedì 8 giugno saranno solo gli operatori
sanitari di Liguria, Marche, Abruzzo e Puglia a chiedere a chi risulterà
positivo al tampone, ed è dotato dell’app, un codice alfanumerico generato
dall’app stessa. Quel codice consentirà di inviare una notifica a tutti coloro
nei quali il soggetto positivo si è imbattuto nei 14 giorni precedenti, stando
a meno di due metri di distanza per almeno 15 minuti. Secondo la tabella di
marcia dei ministeri di Innovazione e Salute, che hanno selezionato il progetto
della casa di sviluppo milanese Bending Spoons in aprile e aderito poi al
sistema di Apple e Google, il resto d’Italia verrà coinvolto dalla settimana
dopo.
Ieri, invece, è arrivato l’ultimo
pollice alto del Garante per la privacy con un provvedimento che chiede
trasparenza sul trattamento dei dati e chiarezza sul fatto che le notifiche
potrebbero non corrispondere a un rischio effettivo.
APP IMMUNI, IL PROVVEDIMENTO DEL
GARANTE PER LA PRIVACY
La palla adesso è nel campo delle
regioni: la Liguria ha sottolineato la necessità di formare il personale che
sarà coinvolto, dai medici di base agli uffici di prevenzione, mentre il
governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha ritirato la
disponibilità a partecipare al test perché Immuni non permette di contattare
direttamente chi è a rischio. Questo perché solo i codici degli incontri dei
positivi vengano caricati sul server centrale di Sogei, mentre quelli di chi li
ha incrociati rimangono sugli smartphone. Nessuno sa chi ha ricevuto le
notifica e se deciderà o meno di contattare il medico, come gli viene
consigliato. Il server sa però quante notifiche vengono inviate o i giorni in
cui sono avvenuti gli incontri a rischio: informazioni che potranno aiutare gli
epidemiologi a mappare eventuali ripartenze del virus.
Tornando a Immuni, affrontate le
sfide domestiche dovrebbe provare a tutelarci anche quando viaggiamo in Europa
e dialogare con le app degli altri Paesi: l’eHealth network della Commissione
europea sta lavorando a un progetto pilota che dovrebbe essere operativo a metà
dell’estate. Insomma, siamo partiti, ma c’è ancora un po’ di strada da fare.
Fonte: di Martina Pennisi/ Corsera
@martinapennisi
1 giugno 2020/ corsera
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